Meravigliosi Soldati Stampa E-mail

Nicoletta Bettini

Meravigliosi Soldati. Storia della Prima Compagnia Arditi GNR

Greco & Greco Editori, pagg.303, Euro 11,00

 

bettini__soldati  IL LIBRO – A Bologna, dopo l’8 Settembre 1943, si formò un gruppo consistente di legionari della Guardia Nazionale Repubblicana. Questi giovani volontari vennero inquadrati in un Battaglione costituito da quattro Compagnie. La Prima Compagnia Arditi era comandata dal Capitano Gaspare Pifferi, che nella campagna d’Africa si era già distinto quale ufficiale del Battaglione dei Giovani Fascisti a Bir El Gobi. Aspirazione di tutti era quella di “continuare la lotta” contro l’invasore che stava risalendo la penisola. Per questo il Capitano Pifferi, coadiuvato da altri ufficiali, sottufficiali e veterani dedicò la massima cura all’istruzione militare di quei giovani. Quando verso la fine del ’44 vennero considerati idonei al combattimento, il Comando Provinciale della GNR di Bologna prese contatti con il Generale von Senger und Etterlin, capo del XIV Corpo Corazzato per concordare l’inserimento della Prima Compagnia nello schieramento delle truppe sotto il suo comando: tre divisioni che rappresentavano l’ala sinistra della 14a Armata e la parte centrale di tutto lo schieramento difensivo italo-tedesco in Italia.

  DAL TESTO – “Col favore delle tenebre, alla stregua di coloro che intendono occultarsi dopo aver commesso un'azione criminosa, il Re e Badoglio con la casa reale al completo e uno stuolo di cortigiani, personalità d'alto bordo conniventi con il nemico, fuggirono da Roma e si imbarcano ad Ortona per raggiungere Brindisi, in territorio già occupato dagli angloamericani. Così, dopo aver abbandonato il suo popolo e le forze armate facendo cadere la nazione in un caos abissale di cui non si poteva scorgere alcuna soluzione, il Re si sottraeva alle proprie responsabilità per trovare rifugio e protezione nella casa del vincitore, per salvare i beni di Casa Savoia e la propria pelle.
  “Chi mai avrebbe attentato alla sua incolumità fisica, e per quale motivo? Per fare di un fellone un martire?
  “Il fatto di abbandonare il trono, il posto di comando e i suoi sudditi, privava il Re di prestigio e di autorità: con questo gesto rinunciava volontariamente al potere sovrano, si autodestituiva liberando i cittadini, anche quelli in servizio militare, da qualsiasi giuramento di fedeltà nei confronti suoi e della casa regnante. Crollava l'immagine di colui che rappresentava l'unità della nazione e incarnava il sentimento di Patria.”

  L’AUTRICE – Nicoletta Bettini, nata a Bologna nel 1958, è figlia di uno dei protagonisti di questo volume, Emilio, uno splendido e amorevole esempio di rettitudine e coraggio.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Nicoletta Bettini - Capitolo I. 8 settembre 1943, Fontanellato - Capitolo II. 8 settembre 1943, Tossignano - Capitolo III. Vita di caserma - Capitolo IV. Partigiani - Capitolo V. Licenze di Natale 1943 - Capitolo VI. Il battesimo del fuoco - Capitolo VII. Pavullo - Capitolo VIII. Castel D'Aiano 1944 - Capitolo IX. Estate 1944 - Capitolo X. La caserma Minghetti - Capitolo XI. Porta Lame - Capitolo XII. Domenico Scognamiglio - Capitolo XIII. Salutando Carlo. L'ultimo incontro tra Carlo ed Emilio - Capitolo XIV. Partenza per il fronte - Capitolo XV. Al fronte - Capitolo XVI. Vita al fronte - Capitolo XVII. Lettere dal fronte. Parte I - Capitolo XVIII. Carlo - Capitolo XIX. Lettere dal fronte. Parte II - Capitolo XX. Pasqua. Fronte a sud di Bologna - Capitolo XXI. Lettere dal fronte. Parte III - Capitolo XXII. Ultimi giorni in trincea - Capitolo XXIII. Tenente Gabriele Costa. Il crollo del fronte - Capitolo XXIV. Via dal fronte - Capitolo XXV. Andando al nord - Capitolo XXVI. Il Capitano Pifferi scioglie la Prima Compagnia - Capitolo XXVII. Tornando a casa - Capitolo XXVIII. Coltano - Capitolo XXIX. La prigione ed i processi - Capitolo XXX. Cercando Carlo - Capitolo XXXI. Cerimonia della Futa - Capitolo XXXII. Ca' di Lucca - Albo d'Onore dei Caduti in combattimento