Nelle nebbie del Gambero d’oro |
Gianna Baltaro Nelle nebbie del Gambero d’oro. Una nuova appassionante indagine del commissario Martini Edizioni Angolo Manzoni, pagg.180, Euro 14,00
IL LIBRO – Andrea Martini, in passato commissario responsabile della Squadra Mobile della Questura e ora in ritiro nel vigneto di Diano d’Alba, in cui veste i panni del gentiluomo di campagna, non manca di scendere dalle Langhe a Torino, nell’alloggio della sorella in via Barbaroux, Contrada del Gambero d’Oro. Quando in via San Tommaso viene trovata morta una ragazza, Martini si sente coinvolto sotto il profilo professionale, ma anche per senso di solidarietà con la gente del «Gambero». Un'appassionante indagine del commissario Martini... DAL TESTO – “Nell'insieme, la Contrada del Gambero d'Oro era un mondo raccolto, turbato da pochi rumori: il brusio delle voci, lo scalpiccio dei passi, qualche rintocco di campana e, di tanto in tanto, lo sferragliare di un tram, di passaggio in via Pietro Micca. Un borgo dove si conduceva una vita un po' paesana; in primo luogo perché tutti si conoscevano, e poi perché la presenza di tante botteghe artigiane e di negozi di ogni genere dava alla comunità una certa impressione di autonomia.” L’AUTRICE – Gianna Baltaro, recentemente scomparsa, è stata spesso definita l’Agatha Christie piemontese oppure la Signora in Giallo sotto la Mole. La scrittrice torinese ha inventato il personaggio di Andrea Martini, protagonista di ben 18 avventure: un ex commissario della Squadra Mobile, che, in particolari inchieste, torna volentieri a dare una mano ai suoi vecchi colleghi nella Torino degli anni Trenta. “Uomo affascinante di molta umanità e non poco anticonformismo, - l’ha descritto Giovanni Tesio, - che si divide tra Torino e Diano d’Alba, dove ama vestire i panni del gentiluomo di campagna coltivando il vino di un podere avuto in eredità da uno zio”. Martini è “uno dei protagonisti più interessanti del giallo italiano”, per citare Giuseppe Pederiali. Anche se in realtà la vera protagonista delle storie di Gianna Baltaro è la Torino anni Trenta, avvolta dal suo fascino discreto e misterioso. Una città in grande fermento, che, nelle indagini del commissario, vive di momenti curiosi, momenti storici di un passato descritto con grande coinvolgimento. “Ciascuna storia, - per Bruno Quaranta, - una ricerca del tempo perduto, un batuffolo d’ovatta ripieno di veleni, di rancori, ma anche esemplare: la necessità primigenia di far bella figura, il decoro nei modi, negli abiti, la dissimulazione onesta, grano subalpino per eccellenza”.
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