Potenze emergenti Stampa E-mail

Michael T. Klare

Potenze emergenti. Come l’energia ridisegna gli equilibri politici mondiali

Edizioni Ambiente, pagg.320, Euro 24,00

 

klare_potenze  IL LIBRO – Si cerca di più ma si trova di meno, e a costi sempre più alti. Questa constatazione, che vale per tutte le fonti energetiche non rinnovabili – petrolio, gas naturale, carbone e materie prime come il rame – descrive lo scenario globale delle risorse su cui è tuttora saldamente fondata l’economia globale. Stati Uniti, Cina, Russia e India hanno intensificato i loro sforzi per accaparrarsi i giacimenti rimasti sul pianeta. La partita si gioca in Africa, nel Golfo Persico e nel Mar Caspio, in regioni remote e inospitali come l’Artico e gli oceani aperti. Gli Stati che possiedono le risorse vengono blanditi dalle potenze “energivore” con massicci trasferimenti di armi e tecnologie militari, aumentando il rischio di conflitti armati. Del nuovo “nazionalismo energetico”, espressione che sintetizza il ruolo crescente esercitato dagli Stati nelle questioni energetiche, la Russia è l’esempio più lampante: svuota le istituzioni democratiche in nome della sicurezza energetica. Michael T. Klare, uno dei massimi esperti mondiali di geopolitica dell’energia, delinea in questo libro, arricchito da una nuova introduzione aggiornata, gli scenari presenti e futuri, e individua nella cooperazione tra gli Stati e nel passaggio a un’economia basata il più possibile su fonti rinnovabili, la strada da percorrere per non far precipitare il pianeta in una crisi di cui è impossibile persino immaginare la gravità.

  DAL TESTO – “Fino a qualche tempo fa, la caccia globale alle risorse strategiche era […] quasi interamente dominata dalle potenze industrializzate mature. Tre centri di potere economico - Stati Uniti, Giappone ed Europa – divoravano la maggior parte di petrolio, gas naturale, carbone, uranio e altre fonti primarie di energia utilizzate nel mondo, insieme a una quantità spropositata di materie prime quali materiali ferrosi, rame, alluminio e stagno. Più o meno a partire dall'ultimo decennio, tuttavia, nuovi agguerriti concorrenti si sono fatti largo sulla scena. Tra questi, la Repubblica Popolare Cinese esercita senza ombra di dubbio il ruolo più importante, specie se si considera che fino agli anni Ottanta questo paese era un giocatore di scarso livello. Prendiamo per esempio il consumo di petrolio: nel 1980 il paese ne utilizzava una quantità relativamente modesta, pari a 1,7 milioni di barili al giorno. Nel 1990 il consumo giornaliero era salito a 2,3 milioni di barili, posizionando il paese al quinto posto dopo Germania, Giappone, Russia e Stati Uniti; nel 2006, raggiungendo la prodigiosa quantità di 7,4 milioni di barili al giorno, ha sorpassato tutti gli altri paesi a eccezione degli Stati Uniti. Nello stesso periodo, però, la Cina ha superato gli Stati Uniti per quel che riguarda il consumo complessivo di ferro, rame, alluminio e di molti altri minerali industriali. Ogni indicatore suggerisce che, con l'aumento del fabbisogno di energia e minerali, la Cina si avvicinerà sempre più agli Stati Uniti in termini di consumo lordo delle risorse”.

  L’AUTORE – Michael T. Klare insegna in diverse università, tra cui la University of Massachussets e lo Hampshire College. Oltre a far parte del consiglio direttivo delle associazioni Human Rights Watch e Arms Control Association, collabora con diverse riviste, tra cui Foreign Policy e The Nation. Ha pubblicato 13 libri, tra cui Blood and Oil e Resource Wars, entrambi dedicati alla geopolitica dell’energia.

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione aggiornata - Prologo: l'affare Unocal - 1. Stati alterati - 2. Più si cerca, meno si trova - 3. La sfida di Cindia - 4. Un colosso energetico - 5. Il prosciugamento del Caspio - 6. Il nuovo assalto alle risorse dell'Africa - 7. L'invasione del "lago americano" - 8. Oltrepassare la soglia - 9. Evitare la catastrofe - Note - Ringraziamenti