La Russia da Gorbaciov a Putin Stampa E-mail

Lev Gudkov – Viktor Zaslavsky

La Russia da Gorbaciov a Putin

il Mulino, pagg.216, Euro 15,00

 

gudkov_zaslavsky_russia_mulino  IL LIBRO – Dove va la Russia? Dopo la fuoriuscita dal comunismo e l'avvio, con costi sociali altissimi, di un'economia di mercato e di un regime formalmente democratico, oggi assistiamo a una deriva autoritaria e a un rallentamento delle riforme. Il potere è in mano a un'élite proveniente dall'esercito e dai servizi di sicurezza, estranea per formazione alle idee liberali, allo stato di diritto, all'occidentalizzazione del paese; l'autoritarismo morbido di Putin riallontana dall'Europa la Russia, che torna a identificare negli Stati Uniti il suo avversario storico, nell'illusione di un'autosufficienza autarchica che la crisi economica del 2008 ha duramente smentito. Attraverso una serrata analisi, Gudkov e Zaslavsky fanno il punto sul ruolo che la Russia con le sue rinnovate ambizioni di grande potenza può svolgere nello scenario internazionale, in un'Europa che ha crescente bisogno delle sue materie prime e del suo mercato per i prodotti occidentali.

  DAL TESTO – “Negli ultimi anni, da quando Mosca ha risolto tutte le questioni territoriali in sospeso, la retorica anticinese si è notevolmente indebolita. È scemata anche la paura nei confronti del potenziale militare, perché la Cina, nell'opinione di molti russi, non lo sfrutta per procurarsi vantaggi politici o economici. Alla luce del crescente antiamericanismo russo, il ruolo della Cina nel mondo è anzi considerato dall'opinione pubblica come molto positivo. Due terzi dei russi vogliono vedere nella Cina un paese aperto alla collaborazione e proiettano su di essa i propri desideri e le proprie illusioni. E la memoria delle repressioni, l'incapacità di dare un giudizio etico sul proprio passato, che si è tradotta in una rimozione dalla coscienza collettiva di tutti i momenti oscuri e tragici, induce i russi a idealizzare la società cinese, che, a differenza della loro, «rispetta di più la propria storia». Complessivamente, le relazioni politiche con la Cina vengono percepite dall'opinione pubblica soprattutto nel contesto della contrapposizione al predominio degli Stati Uniti. La propaganda ufficiale esalta nella Cina una potenza in rapida crescita, un sistema sociopolitico che non prevede né democrazia, né difesa dei diritti umani, né garanzia delle libertà civili, ma nello stesso tempo sta risolvendo con successo il problema della povertà di una popolazione immensa.”

  GLI AUTORI – Lev Gudkov dirige il Centro di studi sull'opinione pubblica "Yuri Levada" a Mosca ed è autore di numerosi studi sulla società post-sovietica; con Zaslavsky ha pubblicato La Russia postcomunista: da Gorbaciov a Putin (Luiss, 2005).

  Victor Zaslavsky (1937-2009), costretto ad emigrare dall'Urss nel 1975, ha insegnato Sociologia in Canada, negli Stati Uniti e infine alla Luiss di Roma. Per il Mulino ha pubblicato Dopo l'Unione Sovietica (1991), Togliatti e Stalin (con E. Aga Rossi, II ed. 2007; trad. ingl. 2010) e Pulizia di classe. Il massacro di Katyn (2006).

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione, di Lev Gudkov – Parte prima. Il mercato del lavoro russo nella transizione postcomunista - I. La transizione postcomunista. La prima fase - II. La classe operaia nella transizione - III. La transizione postcomunista: i vincitori e i perdenti - IV. I sindacati nella transizione - V. La privatizzazione e gli oligarchi - VI. L'Europa orientale e la Russia: due transizioni a confronto – Parte seconda. La Russia di Putin - VII. La seconda fase della transizione russa: l'ascesa di Vladimir Putin - VIII. L'instaurazione del regime autoritario - IX. Il concetto dello «Stato forte» e le sue contraddizioni - X. La transizione autoritaria o l'autoritarismo senza transizione - XI. La politica estera e l'opinione pubblica russa nell'era di Putin - XII. La cultura politica e l'organizzazione del consenso - XIII. La crisi del 2008 - XIV. Il carattere dell'élite di Putin - Conclusioni. La Russia e l'Occidente