Lo stile del drago |
Paolo Rosa Lo stile del drago. Processi e modelli della politica estera cinese Rubbettino, pagg.279, Euro 20,00
IL LIBRO – Il libro analizza i fattori determinanti della politica estera della Cina e il suo stile diplomatico. Nella prima parte sono analizzate le variabili che influenzano la politica estera cinese, suddivise in variabili internazionali (anarchia, interdipendenza economica, istituzioni multilaterali); variabili societarie (cultura nazionale e politica interna); variabili governative (attori, ruoli e processi di formazione della politica estera); variabili individuali (sistemi di credenze dei leader dominanti - Mao Zedong, Deng Xiaoping, Jiang Zemin e Hu Jintao). La seconda parte descrive i comportamenti internazionali concreti che risultano dall'influenza dei fattori determinanti individuati. Sono ricostruiti i modelli di comportamento della Cina nei settori dei negoziati diplomatici e della politica economica estera e l'atteggiamento verso l'uso della forza militare. DAL TESTO – “Il marxismo-leninismo, con il suo atteggiamento positivo verso l'uso della forza, ha incrementato il peso del modello parabellum nella cultura strategica della Cina contemporanea […]. Nella tradizione comunista il conflitto è connaturato con le relazioni sociali. C'è un certo parallelismo tra l'immagine confuciana del nemico e quella del marxismo-leninismo. Mentre per il primo modello è giusto combattere una nazione che si comporta in maniera immorale, allo stesso modo, per il pensiero marxista-leninista è giusto combattere un nemico di classe che opprime un'altra classe o un'altra nazione. Riguardo al ruolo della violenza, essa è considerata un elemento essenziale ed efficace, come testimonia la famosa frase di Mao sul potere che nasce dalla canna del fucile. Le preferenze strategiche della RPC sono congruenti con il modello parabellum. Mao metteva al primo posto la strategia di difesa attiva che, al di là del nome, includeva la possibilità di azioni offensive e di colpire per primi il nemico, sfruttando la sorpresa. “Andrew Scobell riconosce l'esistenza nella cultura strategica cinese dei due modelli, quello confuciano-menciano e quello parabellum, ma dissente da Johnston sul ruolo svolto dal primo. Egli non ritiene che il modello confuciano abbia soltanto una funzione a livello simbolico, con poco o alcuno effetto a livello operativo. La cultura strategica cinese è un mix di entrambi i modelli che si combinano a formare quella che lui chiama «culto della difesa», parafrasando l'espressione «culto dell'offensiva» di Snyder. Il culto della difesa si riferisce a una cultura strategica caratterizzata, da una parte, dalla credenza nella propensione pacifista, difensiva e non espansionista del popolo cinese e, dall'altra, dalla giustificazione del ricorso all'uso della forza - anche in chiave offensiva e preventiva - presentandolo sempre come una risposta difensiva.” L’AUTORE – Paolo Rosa è professore associato di Sociologia Politica presso l'università di Trento. Le sue pubblicazioni recenti includono: Immagini del mondo. Introduzione alle relazioni internazionali, Vita e Pensiero, 2008 (con P. Foradori e R Scartezzini); Stato, società e politica estera in Cina. Un approccio di sociologia politica, in «Quaderni di Sociologia», 2008; Sociologia politica delle scelte internazionali. Un'analisi comparata delle politiche estere nazionali, Laterza, 2006. INDICE DELL’OPERA - I. Foreign Policy Analysis e politica estera cinese – Parte prima. Fattori determinanti della politica estera cinese - 2. Variabili internazionali: anarchia, interdipendenza economica e norme internazionali - 3. Variabili societarie: cultura di sicurezza, politica interna e opinione pubblica - 4. Variabili governative: il processo decisionale - 5. Variabili individuali: leader dominanti, sistemi di credenze e percezioni – Parte seconda. Modelli di comportamento - 6. Il comportamento negoziale - 7. Il comportamento economico internazionale - 8. L’uso della forza - Riferimenti bibliografici
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