Gli amici del terrorista |
Giuseppe Cruciani Gli amici del terrorista. Chi protegge Cesare Battisti? Sperling & Kupfer, pagg.280, Euro 17,00
IL LIBRO – Più di settanta giudici si sono occupati di Cesare Battisti, in nove processi. Il primo è iniziato nel 1981, l'ultimo è terminato nel 1993. Battisti è stato condannato all'ergastolo per un numero impressionante di rapine, ma soprattutto per quattro omicidi, senza aver mai scontato la sua pena. Evaso dal carcere nel 1981, si è rifugiato dapprima in Francia, poi in Brasile. Per quasi tutti è un assassino, che merita di essere estradato e pagare il conto con la giustizia italiana. Per i suoi pochi ma influenti "volenterosi sostenitori" è una vittima della spietata sete di vendetta dello Stato italiano. Così una lobby di intellettuali, scrittori, "reduci" e politici, che parte dall'Italia e poi trova terreno fertile a Parigi e a Rio, ha creato il caso Battisti: una colossale mistificazione della verità storica e giudiziaria, un'assoluzione fuori tempo massimo per un carnefice trasformatosi con gli anni in una vittima. Questo libro ricostruisce le imprese criminali del terrorista, smonta punto per punto le tesi dei suoi simpatizzanti (di cui si fanno nomi e cognomi) e spiega perché - a prescindere dall'esito finale della sua lunga fuga - la vicenda Battisti è diventata il simbolo di quanto sia difficile, nel nostro Paese, fare i conti con la storia passata. DAL TESTO – “La passione sinistra dell'intellettuale francese prevede un canovaccio costante: i terroristi sono protagonisti di una vicenda certo terribile ma anche romantica, fascinosa, coinvolgente. Commettono degli errori, ma la Grande Storia è piena di sbandate. In questa visione malata delle vicende umane, l'uccisione brutale di un macellaio dietro il suo bancone diventa un episodio di una «guerra» per una società migliore. Con arroganza, l'intellettuale pro-Battisti pretendo che l'Italia si adegui. Prendiamo Daniel Pennac. «Non difendo chi ha ucciso», dice, «né l'idea di omicidio. Ma si paga anche con l'esilio. L’amnistia è fondamentale per la formazione dello stato centralista. L’annessione dei feudi è costata dei morti o i vinti sono stati amnistiati. E la stessa cosa è successa per la Comune o per i membri dell'OAS, che si sono battuti con le bombe e le stragi contro l'indipendenza dell'Algeria. Erano di estrema destra, hanno ucciso: ma quattro anni dopo la fine della guerra sono stati amnistiati perché si doveva fare.» Oppure Edwy Plenel, all'epoca direttore di Le Monde , il quale, bontà sua, ammette che «la generazione di Battisti è stata violenta se non in parte terrorista e ideologicamente totalitaria». Meglio dunque che lui e i suoi amici non abbiano conquistato il potere perché «altrimenti lo avrebbero esercitato con follia omicida»”. L’AUTORE – Giuseppe Cruciani (Roma, 1966) ha scritto per L'Indipendente, Il Foglio, Liberal. Ha lavorato in Francia, a Euronews, e per La7 ha condotto il programma Complotti. Oggi conduce la seguitissima trasmissione di commento sui fatti del giorno La Zanzara, su Radio 24, e collabora con il settimanale Panorama. INDICE DELL’OPERA - Introduzione - I protagonisti - 1. La lista della vergogna - 2. I «porci» Sabbadin e Torregiani, agenti del capitalismo - 3. Erri De Luca: tutti colpevoli, nessun colpevole - 4. Cesare Battisti, da Latina ai Proletari armati per il comunismo. Una storia criminale - 5. Politici irriducibili e giornali fiancheggiatori. Da Paolo Cento a Paolo Persichetti - 6. «Ti racconto cosa si prova a sparare a un uomo...»: l'omicidio di Antonio Santoro - 7. Le bugie dei volenterosi sostenitori di Battisti - 8. La lobby francese, quante menzogne. Da Pennac a Lévy, tutti a osannare il terrorista - 9. La lobby brasiliana. «Battisti? In Italia sarebbe perseguitato» - 10. Lo vedono in tv e lo uccidono: Andrea Campagna, un poliziotto della Barona - 11. Chi ha aiutato Cesare Battisti? Fuga e latitanza - Conclusioni - Ringraziamenti – Note
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