L’ultima partita Stampa E-mail

Giovanni Bianconi – Andrea Salerno

L’ultima partita. Vittoria e sconfitta di Agostino Di Bartolomei

Fandango, pagg.210, Euro 10,00

 

bianconi_salerno_ultimapartita  IL LIBRO – Trenta maggio 1984. Allo stadio Olimpico la Roma guidata da Liedholm perde la finale di Coppa dei Campioni, sconfitta ai calci di rigore dal Liverpool, per quella che ancora oggi resta la più cocente delusione della storia giallorossa. Trenta maggio 1994. Il capitano di quella grande Roma, Agostino Di Bartolomei, si uccide con un colpo di pistola al cuore nella sua villa a San Marco di Castellabate, in provincia di Salerno. L’ultima partita, libro scritto a quattro mani da Giovanni Bianconi e Andrea Salerno, racconta questi due tristi eventi, così diversi tra loro e così intimamente legati; per certi versi infatti è stata quella l’ultima vera partita di Agostino, costretto poi a lasciare la Roma, a terminare altrove la sua carriera (Milan, Cesena, Salernitana). Chissà che il ricordo di quella sconfitta arrivata nell’occasione più importante, sia riaffiorato nella mente di “Ago” quella mattina di primavera di 16 anni fa, quando uno sparo, quasi fosse il triplice fischio di un arbitro, ha messo fine alla sua partita con la vita. È la storia di “un campione troppo solo” (così titolava il commosso pezzo di Giorgio Tosatti sul Corriere della Sera all’indomani della morte), ma troppo orgoglioso per mostrarsi debole. È la storia di un campione e della sua città, dai campetti dell’oratorio a Tormarancia al provino per entrare nelle giovanili della Roma sotto gli occhi del “mago” Herrera, dall’esordio in prima squadra all’incontro con il suo maestro Liedholm, dalla vittoria dello scudetto con la maglia giallorossa e la fascia di capitano al braccio alla sconfitta per eccellenza contro i Reds.

  DAL TESTO – “Il ragazzo di Tormarancia è diventato un punto fermo di una Roma malmessa non certo per causa sua, ma c'è ancora chi sparge veleni sul suo conto. Come quel giornale milanese che, alla vigilia della "gladiatoria prova di Roma-Fiorentina, ha insinuato che Agostino non s'era presentato il venerdì, al ritiro della squadra. Ribatte l'interessato: “È una notizia assolutamente falsa, che respingo sdegnosamente. Sono infuriato perché non mi sembra giusto gettare discredito su un professionista che fa il suo dovere, puntualmente, come tutti gli altri. Venerdì ero talmente presente al ritiro che possono testimoniarlo Valcareggi, Bravi, Spinosi e Chinellato con i quali ho giocato a lungo a carte”.

  “Ecco, le carte. Quando c'è da organizzare un "tavolo" per ammazzare la noia dei ritiri, Agostino è sempre il primo. E si porta dietro le fiches nel borsello da cui non si separa mai, che diventa motivo di dileggio da parte dei compagni. Giocano a tressette e a ramino, soprattutto. Negli anni a venire farà coppia fissa con Pruzzo e dovrà subire le sfuriate del centravanti per i suoi presunti errori.

  “"Io avevo la presunzione di essere il migliore, come fossi l'inventore del tressette", ricorda ancora oggi Pruzzo, che i compagni chiamavano "Brontolo" perché aveva sempre da ridire su qualcosa. "Perciò chiunque mi capitava a fianco veniva sommerso dai miei rimproveri. Anche Agostino, al quale piaceva molto giocare e scherzare."”

  GLI AUTORI - Andrea Salerno (Roma, 1965). Giornalista e autore televisivo. Ha firmato numerosi programmi fra cui L’Ottavo Nano (2001), Il caso Scafroglia (2002), La Superstoria e Parla con me (dal 2004). È autore di Radio Moro (BUR 2008). Dal 2007 è Direttore editoriale alla Fandango.

  Giovanni Bianconi (Roma, 1960). Giornalista e scrittore. Ha scritto tra gli altri: A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti (Baldini Castoldi Dalai, 1992), Mi dichiaro prigioniero politico. Storia delle Brigate Rosse (Einaudi, 2003), Ragazzi di malavita. Fatti e misfatti della Banda della Magliana (Baldini Castoldi Dalai, 2005), Eseguendo la sentenza. Roma, 1978. Dietro le quinte del sequestro Moro (Einaudi, 2007).