La disfatta del Medio Oriente |
Jeremy Salt La disfatta del Medio Oriente. Due secoli di interventi occidentali nei Paesi islamici Elliot Edizioni, pagg.404, Euro 25,00
IL LIBRO – Il 2 luglio 1798 Napoleone entrò ad Alessandria d'Egitto a capo di una trionfante armata francese. Per la prima volta dopo le Crociate un esercito europeo invadeva una terra islamica segnando l'inizio di un nuovo conflitto tra civiltà che da oltre due secoli tiene in ostaggio un'area ormai nota come Medio Oriente. L'invasione dell'Iraq nel 2003 a opera degli Stati Uniti è l'ennesimo episodio drammatico che ha inasprito le relazioni tra paesi occidentali e paesi islamici, lasciando sul campo migliaia di morti, dolore, tensioni e un forte desiderio di vendetta. Ma quali sono le radici di questo odio? Qual è la verità che si nasconde dietro le reciproche accuse che da anni scandiscono le relazioni internazionali? Per capire bisogna ripercorrere dall'inizio gli eventi, ristabilire la giusta prospettiva e interrogarsi sul senso della contrapposizione tra "noi" e "loro", tra Occidente e Islam, una divisione che è ormai degenerata secondo l'autore in una vera e propria "patologia culturale". Dopo essersi trasferito a Beirut nel 1965, Jeremy Salt ha da allora seguito le vicende in Medio Oriente "dall'interno" (attualmente insegna Scienze Politiche all'Università di Ankara), riuscendo nel difficile compito di ricostruire gli eventi degli ultimi due secoli grazie anche all'ausilio di documenti riservati, provenienti dagli archivi segreti dell'intelligence britannica e americana che hanno svelato il dietro le quinte della politica internazionale. DAL TESTO – “I baathisti e i rivoluzionari di Teheran si insultarono per più di un anno, prima che Saddam si decidesse a distruggere questo serpente appena nato, per evitare che crescesse e diventasse ancora più grosso. L'Iran era in gran subbuglio. Le guardie rivoluzionarie stavano ancora consegnando le loro vittime ai giudici islamici. Il comando militare era stato interamente distrutto: esercito, marina e aviazione. Ammiragli, generali e comandanti dell'aviazione erano tutti morti o in prigione, come pure numerosi politici che avevano fatto l'errore di rimanere in patria, quando invece sarebbero potuti fuggire. Non restò quasi nulla del vecchio regime, e di sicuro non ci sarebbe potuto essere un momento migliore per insediare il nuovo sistema. La guerra aperta era soltanto una questione di tempo, circostanze e giustificazioni. “In aprile il movimento clandestino sciita al-Dawa al-Islamiyya ("La convocazione islamica") tentò di assassinare il ministro degli Esteri iracheno Tariq Aziz. A giugno l'Iraq interruppe i contatti con l'Iran. Il 4 settembre 1980 le forze iraniane bombardarono alcune postazioni militari all'interno dell'Iraq. Il 17 settembre il governo baathista si ritirò dall'accordo di Algeri, firmato con lo scià nel 1975. Il 22 settembre 1980, sostenendo che l'Iran avesse già iniziato una guerra con il bombardamento del 4 settembre e implicando la partecipazione iraniana nel tentato omicidio di Tariq Aziz, il governo iracheno ordinò un'ondata di assalti aerei all'Iran nel tentativo di distruggere l'aviazione iraniana in previsione di un'aggressione terrestre. Imitando l'attacco preventivo di Israele all'aviazione araba nel 1967, Saddam si augurò di distruggere a terra gli F-4 e i F-5, i caccia a reazione iraniani, forniti allo scià dal "Grande Satana" soltanto un paio di anni prima e di gran lunga superiori ai caccia MiG, nonché i bombardieri. Le piste furono distrutte, ma gran parte degli aerei era parcheggiata all'interno di hangar blindati, e perciò contrattaccò all'istante quando le forze irachene oltrepassarono il confine. Quella che doveva essere una fulminante azione distruttiva si trasformò in una lunga guerra che continuò finché entrambi i paesi non furono più in grado di combattere.” L’AUTORE – Jeremy Salt è professore associato presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Bilkent University di Ankara, Turchia. Ha scritto anche il saggio Imperialism, Evangelism, and the Ottoman Armenians, 1878-1896. INDICE DELL’OPERA - Introduzione – Parte I. "Perché ci odiano?" - 1. La civiltà e le sue contraddizioni - 2. Scienza e barbarie – Parte II. Missioni sacre - 3. Il crollo dell'Impero ottomano - 4. Sceriffo, addio - 5. Guerre minori in Iraq - 6. Doppio colonialismo in Palestina - 7. La guerra civile lungo il Potomac – Parte III. La supremazia americana - 8. L'"Aggressione tripartita" - 9. Il migliore amico del mio nemico - 10. L'altra guerra di Lyndon B. Johnson - 11. La mutilazione del Libano – Parte IV. Le guerre dei Bush - 12. Nel Golfo - 13. George, il figlio - 14. La lunga campagna – Note – Bibliografia - Indice dei nomi
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