Cuor di veneto |
Stefano Lorenzetto Cuor di veneto. Anatomia di un popolo che fu nazione Marsilio Editori, pagg.304, Euro 19,00
IL LIBRO – Per capire davvero un luogo bisognerebbe esserci nati. Stefano Lorenzetto è veneto, figlio orgoglioso di un popolo che fu per 1.100 anni nazione, e in questo libro ci racconta la controversa regione d'Italia attraverso le storie dei suoi poliedrici abitanti, eredi della repubblica più longeva che si ricordi sulla faccia della Terra. Partendo dalla sua esperienza personale di povertà e fatica, l'autore smonta molti stereotipi giornalistici, per arrivare alla conclusione che non l'Italia, bensì il Veneto, è una repubblica fondata sul lavoro: «Il lavoro non è nemmeno un dovere, per i veneti: è il senso stesso del vivere». I veneti che mugugnano ma sgobbano, che protestano contro la rapacità dello Stato ma pagano le tasse, che sognano l'indipendenza ma non si appellano mai a vallate in armi, che si mostrano sospettosi con gli stranieri ma ne accolgono più di qualsiasi altra regione d'Italia dopo la Lombardia, che non sono ancora pronti a fondere il bianco col nero ma continuano a mandare i missionari a morire in Africa sulle orme di monsignor Daniele Comboni, che sembrano aridi ma vantano un'impressionante fioritura di opere buone, che tirano su capannoni ma si struggono di nostalgia per le ville palladiane, hanno ancora quest'enorme fortuna di ricordare da quali sacrifici è scaturita la loro ricchezza e di vivere come se tutto fosse in prestito, come se l'incantesimo potesse rompersi da un momento all'altro. DAL TESTO – “Un terzo degli infermieri del nostro Paese è costituito da persone che provengono da ben 142 nazioni. Gli anziani li accudiscono le badanti moldave, i clienti nei ristoranti li servono le cameriere slave, i cibi li preparano i cuochi maghrebini, le capricciose le informano i pizzaioli egiziani, i piatti li lavano gli sguatteri senegalesi, i palazzi li costruiscono i rumeni, i muri li imbiancano gli ucraini, il latte lo mungono i sikh, i formaggi li fanno gli etiopi, gli agrumi li raccolgono gli ivoriani, le piante nei giardini le mettono a dimora gli indiani, i bar li gestiscono i cinesi, gli appartamenti li tengono in ordine i filippini e i cingalesi, le pelli le conciano i ghanesi, i pacchi dei corrieri li recapitano i peruviani. Nel contempo 2 milioni d’italiani si dichiarano disoccupati. Si può timidamente far presente che qualcosa non quadra oppure è razzismo?”. L’AUTORE – Stefano Lorenzetto, veronese, è editorialista del «Giornale», dov'è stato vicedirettore vicario, e collaboratore di «Panorama» e «Monsieur». In 35 anni di professione giornalistica ha scritto per una quarantina di testate e ha vinto il premio Saint-Vincent. Ha pubblicato Fatti in casa, Dimenticati (premio Estense), Italiani per bene, Tipi italiani, Dizionario del buon senso, Vita morte miracoli, Baldus e Si ringrazia per le amorevoli cure prestate. Come autore televisivo ha realizzato Internet café per Rai Educational. Le 500 puntate della rubrica Tipi italiani, uscite sul «Giornale» a partire dal 1999, lo hanno fatto entrare nel Guinness World Records per un singolare primato: la più lunga serie di interviste da un'intera pagina che sia mai apparsa fino a oggi sulla stampa mondiale. INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Eugenio Benetazzo. Il Beppe Grillo dei poveri - Angelo Bonfanti. L’imprenditore dei matti sani - Tinto Brass. L'ultimo cicisbeo - Giuseppe Carosella. Il figlio dell'anima - Massimo Colomban. L'uomo che volle farsi re - Flavio Contin. Il Grande Vècio dei serenissimi - Carla Corso. La donna che lo faceva per soldi - Stelvio Costantini. Il decano del Canalasso - Franca Cuonzo. La custode del puritanesimo - Ranieri da Mosto. Il patrizio del Governo Sole - Giancarlo De Bortoli. Il fallito con onore - Cesare De Stefani. L'oste che non c'è - Ruggero Frezza. Lo scopritore di stelle - Witige Gaddi. Il marinaio che sfama i Vip - Matteo Guidolin. Il nuovo Marco Polo - Milo Manara. Il beato fra le donnine - Claudio Alberto Munari. Il medico che ha sposato gli anziani - Marco Rinaldi. Il precettore del terzo millennio - Fulvio Roiter. Il marito di Venezia - Antonio Scrimali. Il cercatore di ossa - Gino Seguso. Il maestro del soffio - Vittorio Selmo. Il presidente dello Stato veneto - Andrea Stella. Il capitano coraggioso - Giulio Tamassia. Il segretario di Giulietta - Bruno Zanin. L’esule dal paradiso perduto
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