La conversione di Fini |
Salvatore Merlo
La conversione di Fini. Viaggio in una destra senza Berlusconi
Vallecchi, pagg.220, Euro 16,00
IL LIBRO – Fini è ancora di destra o è diventato di sinistra? Perché è entrato nel Pdl? Ci resterà? Vuole sostituire Berlusconi o mira al Quirinale? Queste sono alcune delle domande alle quali risponde il libro, attraverso un’analisi diacronica e di retroscena della maturazione culturale di Gianfranco Fini. D’altra parte, dal momento della sua nomina alla presidenza della Camera, agli osservatori si è manifestato un nuovo Fini, che forse esisteva anche prima ma la cui verve naturale e più intima rimaneva offuscata dai compromessi e oppressa dalle meccaniche feudali proprie della gestione del potere dentro Alleanza nazionale. La presidenza della Camera e l’ingresso di Fini nel Pdl hanno rivelato una complessiva rigenerazione, quasi una conversione evangelica, del personaggio.
DAL TESTO – "Un caldo pomeriggio di maggio 2009, dall'ingresso laterale di Montecitorio entra un insolito gruppo di visitatori. Sono i rappresentanti delle cinque più importanti associazioni omosessuali d'Italia, per lo più orientate a sinistra. Prendono l'ascensore che conduce al secondo piano del Palazzo e arrivano allo studio del presidente della Camera, che li attende. Li scorta Paola Concia, il deputato del Pd lesbica dichiarata, che Walter Veltroni ha voluto in Parlamento e che in Aula fa quotidianamente lobbying per i diritti civili degli omosessuali italiani. "È la prima volta che vengono ricevuti alla Camera e c'è un po' di emozione. Per la comunità gay è un piccolo evento, denso di significati e carico di qualche aspettativa. Gli ambasciatori di Arcigay lo fanno notare al cronista di un foglio un po' berlusconiano che si è imbucato tra loro: «Fausto Bertinotti non ci ha ricevuti in Parlamento», raccontano. Gianfranco Fini sì. "Ma l'evento è doppio. Perché nessuna immagine ìconografica può cancellare il ricordo di quanto disse Fini, nell'aprile del 1998, sull'opportunità che un omosessuale dichiarato potesse fare il maestro di scuola. Né si può dimenticare che sempre in quegli anni, sia pure scherzosamente richiesto di dire «qualcosa di destra», l'ex fedele portavoce del leader di An, Francesco Storace, se ne uscì con tanto di mano a imbuto: «A' froci!». Ma tant'è".
L’AUTORE – Salvatore Merlo (Milano 1982) giornalista politico-parlamentare per «il Foglio» di Giuliano Ferrara, ha condotto il programma Tabloid sul terzo canale di Radio Rai e cura il blog dedicato alla politica su http://www.ilfoglio.it/palazzo.
INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Alessandro Giuli - Anatomia di una conversione - Con Silvio, ma per l'ultima volta (Sconfitti alle elezioni - La fine della Cdl e la rottura con Berlusconi - Ritorno a Palazzo Grazioli - Una risorsa del Pdl, ma pronta a fare le valigie - Il delfino neghittoso visto da Forza Italia) - Colonnelli addio (La Camera tombale - L'episodio della Caffetteria - I nuovi finiani: Farefuturo, il «Secolo», la bottega di Montecitorio - Il pensatoio, tra legittimazione estera ed equivoci italiani - Arrivederci Gasparri - L'impero di Alemanno) - Conversioni non evangeliche (Patriottismo repubblicano - Dalla Patria alla Nazione, da Le Pen all'integrazione - Ritorno all'ethos pubblico - «Non ho il dono della fede» - Postilla (Sarkozy o Pino Rauti?) - Seconda postilla (piccole incomprensioni tra amici) - Li chiamavano «froci» - Il Vaticano) - L'uomo in lebole (L'anno della svolta - Daniela ed Elisabetta - Cravatte rivoluzionarie) - Amici o tutori? (Casini, Montezemolo e il nuovo centro - Tra «Repubblica» e «Corriere») - Le Regionali 2010 e il futuro riformista della coabitazione tra Fini e Berlusconi - Indice dei nomi |