Gli intellettuali di Mussolini Stampa E-mail

Giovanni Sedita

Gli intellettuali di Mussolini. La cultura finanziata dal fascismo

Le Lettere, pagg.258, Euro 20,00

 

sedita_intellettuali  IL LIBRO – Gli intellettuali di Mussolini analizza, sulla base di fonti inedite, la questione del consenso indagando il rapporto finanziario intercorso tra Regime fascista e cultura. Il volume documenta l'intensa pratica di sovvenzioni personali costruita in un decennio dal Regime di Mussolini. Il meccanismo della sovvenzione si innescava con un atto volontario, la richiesta esplicita da parte dell'intellettuale e coinvolgeva una triade rappresentata dal Duce, dal ministro della cultura popolare e dal capo della polizia. Lungo gli anni '30, il fascismo sovvenzionò "segretamente", attraverso i denari di Arturo Bocchini amministrati prima da Galeazzo Ciano, poi da Dino Alfieri e infine da Alessandro Pavolini, con oltre 600 milioni di lire, novecento intellettuali e quattrocento giornali costruendo un'intricata rete di rapporti clientelari. Un vero e proprio "rito del consenso" fondato sulle lettere personali di richiesta che i singoli intellettuali indirizzavano ai gerarchi della cultura. Con "sovvenzioni saltuarie" e "sovvenzioni fisse" furono finanziati intellettuali come Sibilla Aleramo, Sem Benelli, Alessandro Blasetti, Vitaliano Brancati, Vincenzo Cardarelli, Alfredo Casella, Raffaello Franchi, Ugo Indrio, Alfonso Gatto, Gianna Manzini, Filippo Tommaso Marinetti, Pietro Mascagni, Ada Negri, Vasco Pratolini, Sandro Penna, Stefano Pirandello, Salvatore Quasimodo, Rosso di San Secondo, Giuseppe Ungaretti, Ruggero Zangrandi.

  Attraverso i diversi ambiti dell'universo culturale italiano e seguendo i singoli casi di finanziamento, il libro ricostruisce la pratica delle sovvenzioni divenuta una delle prerogative principali del gabinetto del ministero della cultura popolare.

  DAL TESTO – "Oltre alle «collaborazioni esterne» e alle sovvenzioni saltuarie, certamente fino a tutto il 1936 (probabilmente fino alla creazione del Minculpop) rimase in vigore la pratica di pagamento «per compensi scritti». Ogni mese una porzione della contabilità su fondi Ps era in realtà dedicata alle spese relative all'acquisto di singoli articoli a giornalisti prescelti. Un sistema di sovvenzione, seppur meno vincolante, capace di allargare enormemente il "giro" dei beneficiati dal regime. Il ministero ogni mese pagava decine di articolisti (49 nel maggio '36) incassando una quantità di scritti che si riservava di far pubblicare o di scartare a seconda della necessità. I nomi di Ernesto De Marzio, Anton Giulio Bragaglia, Indro Montanelli, Dante Serra, Stanis Ruinas e di molti altri finirono sotto la voce «compensi scritti» nelle rubriche contabili. Montanelli, ad esempio, poté incassare 200 lire per l'articolo La famiglia e 150 per Nuovo eroismo. Nel caso di Giovanni Mosca, che fu tra l'altro ideatore del foglio umoristico «Il Bertoldo» e direttore di «Sette Giorni», diversi furono i titoli riportati nelle rubriche contabili del Minculpop insieme al relativo compenso: duecento lire per lo scritto Gli antisportivi il 31 ottobre 1934, duecento per Gli innamorati del colore locale il 31 dicembre 1934, quattrocento lire per gli articoli I giovanotti dalla giacca color ruggine e I vecchi inauguratori il 30 novembre 1934, quattrocento lire per I senza figli e I piccoli borghesi il 30 settembre 1934, duecento lire per Gli innamorati dell'ottocento il 22 febbraio 1935".

  L’AUTORE – Giovanni Sedita (1978) è stato borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici e della Fondazione Luigi Salvatorelli. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. È professore a contratto di Storia del sindacalismo e del movimento operaio presso l’Università di Camerino. Si interessa dei rapporti tra intellettuali e istituzioni fasciste. Ha pubblicato saggi sul «Journal of Modern Italian Studies», su «Strumenti Critici», «Nuova Storia Contemporanea», «Nuova Rivista Storica». È autore della monografia La “Giovane Italia” di Lelio Basso (Aracne 2006).

  INDICE DELL’OPERA - Premessa. Una «gita a Chiasso» - Introduzione. Sovvenzionare la cultura - 1. Fascismi e cultura - 2. Dall'Ufficio Stampa del duce al Minculpop - 3. Un fondo per la propaganda e il consenso - Parte I. Gli intellettuali - I. Le sovvenzioni personali - l. Il fascismo tra cultura e anticultura - 2. La discesa dalle «torri d'avorio». Arruolare la cultura - 3. Sovvenzioni e strategia del consenso - 4. Il duce, la polizia, il Minculpop - II. La letteratura in linea - 1. Un esercito di letterati - 2. Sovvenzionare per convertire - 3. La letteratura femminile sotto il fascismo - 4. Sovvenzionare per censurare. Comprare il silenzio - III. Il «problema dei giovani» - 1. Ruggero Zangrandi e i giovani universalisti: sovvenzionare e corrompere - 2. I giovani "postulanti" - 3. Le liste di Marinetti - IV. Lo spettacolo - l. Sovvenzioni e musicisti - 2. Il teatro in «crisi» - 3. Il rifiuto di Roberto Bracco - 4. Il cinema tra premi di produzione e sovvenzioni riservate - Parte II. La stampa - V. I giornalisti - 1. «Collaborazioni esterne», sovvenzioni saltuarie e «compensi scritti» - 2. Giovanni Ansaldo: dall'antifascisrno al giornalismo «milite». Il mestiere di propagandista - 3. Gli informatori del Minculpop - VI. Giornali e propaganda 1938-1943 - 1. La stampa razzista - 2. I quotidiani del Minculpop - 3. I settimanali di propaganda: «Tempo» di Mondadori e «L'Illustrazione Italiana» di Garzanti - VII. Le riviste culturali - VIII. Conclusioni. Il sistema del consenso - 1. Le sovvenzioni nella percezione del totalitarismo. La coercizione - 2. Le sovvenzioni nella percezione dei sovvenzionati. Il consenso - Appendice documentale - 1. I fascicoli sovvenzioni e i registri contabili del Minculpop - 2. Le liste PWB degli intellettuali - 3. I sovvenzionati fissi, i collaboratori esterni del Minculpop - 4. Le liste PWB della stampa - Indice dei nomi