100 anni azzurri |
Claudio Ferretti 100 anni azzurri. 1910-2010. Storia della nazionale di calcio Mondadori Electa, pagg.573, Euro 24,00
IL LIBRO – Calcio è sinonimo di italianità: argomento onnipresente in televisione, alla radio e sui giornali, è lo sport più diffuso e preferito dagli italiani, che si uniscono per soffrire e gioire durante le partite più importanti. Quelle della Nazionale che quest'anno, alla vigilia del World Cup South Africa, compie un secolo di vita. Dal debutto all'Arena di Milano, del 15 maggio 1910, il volume ripercorre gli eventi salienti vissuti dalla squadra azzurra: le imprese dei grandi campioni del passato, come Giuseppe Meazza e Silvio Piolo, e del presente, con Roberto Baggio, Paolo Maldini, Fabio Cannavaro. Il racconto segue un filo cronologico abbracciando vittorie e sconfitte della Nazionale. 300 le immagini presenti, scatti indimenticabili che fissano gli attimi più belli di un'avventura che fa parte ormai della nostra storia. Fotografie capaci di evocare profonde emozioni, come le partecipazioni ai Campionati internazionali che hanno visto gli azzurri vincere il titolo mondiale nel 1934, 1938, 1982 e nel 2006. Gli apparati finali contengono tutte le partite finora giocate: l'elenco delle 700 formazioni della Nazionale complete dei risultati, le partecipazioni in azzurro dei giocatori di tutte le epoche e la classifica dei primi 50 goleador rendono questo libro il più completo almanacco calcistico mai realizzato. DAL TESTO – "La prima partita della nazionale che ricordo è del 1952. Avevo da poco compiuto nove anni. Maggio del '52: l'Italia affrontava l'Inghilterra a Firenze; quell'Inghilterra che non riuscivamo mai a battere. Fu così anche quella volta. Finì 1 a 1 e fu l'ultima partita in azzurro di Piola. Il che significò - ma io questo, allora, non lo sapevo - il passaggio da un'epoca all'altra. "Non eravamo ancora a metà della storia ma ci mancava poco: dal debutto in maglia bianca, andato in scena all'Arena di Milano contro la Francia, erano passati 42 anni. E avevamo giocato appena 184 partite. Nel mezzo secolo che sarebbe seguito (poco più: 58 anni) le partite sarebbero state ben 516. Nei numeri, prima che nell'analisi storica, è già evidente l'abisso che separa quel calcio da questo. Era - quel calcio come quello sport - un'emozione che nasceva dall'attesa, laddove, proprio per questo, ogni appuntamento era un evento. Anche una semplice amichevole. Non c'erano ancora i campionati europei, non c'erano le coppe - se non quella mitteleuropea, ormai in chiara decadenza - non era ancora tornata in scena la Coppa Italia. Tutto, anche sul terreno di gioco, era costruito su ritmi lentissimi: il terzino e l'ala che si guatavano in attesa del dribbling; i tennisti che giostravano a fondo campo, in attesa dell'ispirata raffinatezza, di una smorzata o di un errore dell'avversario. Uno sport aristotelico, il fascino del quale stava più nella potenza che nell'atto; nel quale l'estetica era ancora un pilone portante. Vivevamo di poche cose, ma quelle poche sapevamo godercele fino in fondo, distillandole fino al giorno fatale. Fino al momento in cui Carosio scandiva la rituale formula con la quale dava inizio alla sua radiocronaca - "Sono le 14 e 30, ora dell'Europa centrale" - come si trattasse del bollettino della vittoria. E ogni volta andava in scena un mito nel quale, complici le sue citazioni, persino i massaggiatori Tresoldi e Farabullini vestivano i cimieri di Ettore e Achille. Non so dire quando quel calcio sia cambiato. Se con l'avvento della televisione o quando la cronaca guerriera di Carosio cedette il passo a quella burocratica di Martellini. Certo, giacché la storia non si fa in un giorno, i mutamenti, nel secondo cinquantennio del secolo, sarebbero stati tanti, alcuni graduali, altri traumatizzanti, come il passaggio dal bianco e nero al colore o l'avvento del satellite. So quello che provai io una sera di prima estate del 1968, in una trattoria del centro di Roma. Eravamo andati a festeggiare - noi tutti della troupe RAI - la vittoria dell'Italia nel Campionato Europeo, subito dopo la seconda finale con la Jugoslavia. Vecchi e giovani. Giovani radiocronisti come me, che avevo fatto da spalla ad Ameri trasmettendo da una delle due porte (una sorta di replay o di zoom radiofonico); e vecchi miti dell'EIAR come Eugenio Danese, capo della redazione sportiva del Giornale Radio. Era felice come un ragazzino. La nazionale, quella squadra nella quale lui aveva visto giocare Meazza e Piola, finalmente era tornata grande. Era felice, ma ci fu un momento in cui mi accorsi che i suoi occhi si erano persi nella malinconia. Si era reso conto, forse per la prima volta in vita sua, di essere vecchio. Gli mancava un anno alla pensione. Non avrebbe fatto in tempo a vivere il terzo titolo mondiale dell'Italia. Ecco: fu allora che mi resi conto che il tempo era passato e che il calcio era cambiato. Dedico a lui questo libro". L’AUTORE – Claudio Ferretti, figlio di Mario – il radiocronista che raccontò l’epopea di Coppi – è nato a Roma nel 1943. Radiocronista sportivo (inviato di ciclismo, atletica, pugilato e di “Tutto il calcio, minuto per minuto”) è passato poi in televisione. Caporedattore dello sport e della cultura, è stato l’ideatore e il conduttore della rubrica “Telesogni” su Rai3. Con il ritorno del Giro d’Italia alla Rai, ha condotto per tre anni “Il processo alla tappa”. Ha al proprio attivo pubblicazioni a carattere sportivo. INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Gianluigi Buffon - Presentazione, di Claudio Ferretti - 1910-1928. A scuola dai danubiani - 1928-1940. I più forti del mondo - 1940-1968. A luci spente - 1968-1970. La rinascita - 1970-1975. Da Valcareggi a Bernardini - 1975-1986. L'era Bearzot - 1986-1991. Verso Italia '90 ... e un po' oltre - 1991-1996. La nazionale di Sacchi - 1997-1998. Da un Maldini all'altro - 1998-2000. Da Zoff a Trapattoni - 2000-2006. Da Trapattoni a Lippi - 2006-2010. Un centenario da campioni del mondo – Apparati - 01. Bilancio complessivo degli azzurri - 02. Le città italiane che hanno ospitato la Nazionale - 03. Tutti gli azzurri - 04. Gli azzurri che hanno giocato di più - 05. Gli azzurri che hanno segnato di più - 06. Le presenze in azzurro delle società - 07. Tutte le commissioni tecniche e i commissari tecnici - 08. Tutte le formazioni
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