Pasca Piredda
La ragaza della "Decima". Una giovane nuorese nella bufera della guerra civile
Carlo Delfino Editore, pagg.192, Euro 24,00
IL LIBRO - Segretaria "rapita" al ministro della Cultura Popolare Mezzasoma, prima ed unica donna militarizzata della famosa "Decima Flottiglia Mas", scampata all´ultimo istante alla fucilazione grazie all´intervento di un comandante partigiano: questi tre episodi bastano ad incuriosire e a farci desiderare di conoscere gli anni iovanili ed avventurosi della vita di Pasca Piredda. Questa gentile signora di Nuoro ha raccontato, con le sue esperienze fuori dal comune, uno spaccato degli ultimi anni della seconda guerra mondiale in Italia e della tormenta della guerra civile che la concluse. Inquadrata nella Decima come sottotenente di vascello, non si limitava a sfornare articoli e manifesti. Partecipava attivamente alle azioni sul territorio: viaggi verso la Venezia Giulia (dove il principe Junio Valerio Borghese, in pieno accordo con i partigiani non di sinistra della Osoppo e con gli agenti del Sud, organizzava la resistenza contro il IX Corpus di Tito), scontri a fuoco, incontri con gli agenti di De Courten. Catturata dai partigiani dopo il 25 aprile a Milano, fu strappata al plotone d´esecuzione per l´intervento del capitano Neri, l´uomo che aveva avuto un ruolo determinante nella fine di Mussolini. Mussolini e Claretta furono uccisi il 28 aprile 1945. E sarà soppresso anche Neri per ordine del Pci. Quanto a Pasca, diventata nel frattempo mamma, nonna e bisnonna, non cambiò mai idea. Della Decima ieri, della Decima per sempre.
DAL TESTO - "Alla "Decima" si andava a colazione alla mensa e naturalmente si stava insieme a tutti gli altri. Io non ho mai indossato la divisa, per cui ero sempre in abili civili, generalmente mi piaceva essere un pochino scollata - sono sempre stata cosÌ... un poco vanitosa -, comunque quella volta, mentre eravamo a tavola, Arillo di punto in bianco, dopo avermi guardata, se ne uscì con Borghese: «Comandante, ma come è possibile mangiare? Falle mettere un fazzoletto, a Pasca!». Il Comandante, che era una persona incredibile, senza battere ciglio e con voce che fingeva grande severità mi ordinò: «Prendi la salvietta e legatela al collo»: e da allora, quando eravamo alla mensa, mi dovevo sempre coprire con il tovagliolo. Non è che si vedesse niente dalla scollatura del mio vestito ... no ... era solo uno scherzo dei miei amici ... capito? Ancora: quando ero a La Spezia abitavo all'albergo "San Giorgio" (in seguito l'edificio subirà gravi danni per i bombardamenti), dove alloggiavano anche gli ufficiali della "Decima" Corrado De Martino, Scardamaglia, Iacobacci, Tardini ... tutti, insomma. Al secondo piano dormivano i comandanti, la mia camera era invece al terzo come quella degli altri tenenti di vascello e tramite una porta, naturalmente sempre chiusa a chiave, comunicava con un'altra stanza assegnata a Scardamaglia e ad altri due giovani ufficiali. Ricordo soprattutto Scardamaglia perché era un bel ragazzo, un eroe, proposto per la medaglia d'oro, che però non ebbe mai, e con cui ho avuto un bellissimo rapporto di sincera amicizia. Quando erano liberi da impegni i tre uscivano, andavano in giro per la città, e ovviamente avevano un sacco di ragazze (ma non solo: anche donne adulte, mogli di personaggi importanti di La Spezia)".
L'AUTRICE - Pasca Piredda era sarda. Di Nuoro. Sua madre era cugina di Grazia Deledda. Aveva uno zio procuratore generale a Genova, mentre Sebastiano Satta, poeta, scrittore nonché antifascista, era di casa dai Piredda. L’ambiente, dunque, era tutt’altro che fascista e i suoi stessi famigliari erano vicini ai capi del Partito Sardo d’Azione, Emilio Lussu e Berlinguer padre. Ma Pasca, testa dura, era fascista. Si laureò appena ventiduenne in Scienze coloniali e in Scienze politiche, vinse un concorso e andò a Roma a tenere lezioni di mistica fascista. Conobbe Fernando Mezzasoma che, nominato ministro della Cultura Popolare a Salò, la chiamò come sua segretaria particolare. E qui avvenne la grande svolta della sua vita.
INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Luciano Garibaldi - 1. "Come una bandiera" - 2. La "Decima Flottiglia Mas" - 3. Quelli della "Decima" - 4. La Repubblica Sociale Italiana - 5. Appendice documentaria - Postfazione
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