Alessandro Placidi
Divise forate. Storie di vittime dimenticate delle forze dell'ordine
Sperling & Kupfer, pagg.204, Euro 17,50
IL LIBRO - Stanno in prima linea, ma nessuno li nota. Combattono e cadono, in silenzio, senza fare troppo rumore. Carabinieri, poliziotti, finanzieri: uomini invisibili che vestono orgogliosi una divisa e hanno il vizio di credere nella legge. E che un giorno qualcuno buca come un biglietto di sola andata. Restano i loro nomi, sconosciuti ai più, verdi di muffa su lapidi ridotte ad arredo urbano. Ma se ci si ferma a domandarsi chi erano veramente, si scopre un'altra storia nella storia d'Italia. Claudio che in autobus, una sera in cui è fuori servizio, riconosce una terrorista e tenta di arrestarla. Roberto che fa la scorta a un testardo commissario antimafia in una Palermo bollente. Francesco che insegue uno spacciatore lungo i binari in una notte d'inverno. Ma anche Ciro, Otello, Giuseppe, ragazzi in divisa per sfuggire alla disoccupazione e costruirsi un futuro, o solo per naja. Dietro le loro tragedie, un appassionante percorso nell'Italia dagli anni Settanta in poi, dall'inedito punto di vista di chi stava, a schiena diritta, nella linea di fuoco tra la legalità e le pistole di rivoluzionari e banditi. Divise forate è anche un'indagine tra genitori che combattono per la verità, fratelli che seguono le orme dei caduti, vedove e figli che non si piegano alla fatalità, alle ingiustizie, all'ipocrisia di condoglianze su carta bollata. Perché quegli uomini invisibili tornino a essere visti.
DAL TESTO - "Eppure, già allora, questi eventi tragici cominciarono a farmi riflettere e, per quanto possa apparire strano, a farmi pensare in modo insistente soprattutto agli agenti caduti negli agguati dei terroristi. In fondo, osservavo tra me e me, avrei potuto esserci io al posto di quegli uomini morti per tutti. Se solo avessi avuto qualche anno in più, se fossi nato in una famiglia diversa e ci fosse stata la necessità di trovare presto un lavoro, che al tempo stesso fosse onesto e mi consentisse di non gravare sul bilancio di casa, di sicuro avrei potuto pensare di indossare una divisa. Proprio come tanti ragazzi del Sud di cui leggerete nelle prossime pagine. E così mi sentivo fortunato, malgrado non fossi nato in una famiglia ricca: i miei genitori erano dipendenti dello Stato e, avendo solo me, riuscivano a far quadrare il bilancio in modo più che dignitoso. Potevo andare serenamente a scuola, più tardi persino all'università. Ma, al tempo stesso, mi chiedevo se tutto questo fosse giusto. Non avevo nulla in più, per fare un esempio, rispetto a Maurizio Arnesano, morto a diciannove anni, nel 1980, soltanto perché indossava una divisa e impugnava un mitra che faceva gola ai terroristi".
L'AUTORE - Alessandro Placidi (Roma, 1966) ha lavorato in ogni ambito dell'informazione, dalle agenzie alla carta stampata passando, per la televisione e i siti Internet. Dal 2004 si occupa di politica interna, come inviato e videoreporter per un'agenzia giornalistica. Ama definirsi "cronista da marciapiede".
INDICE DELL'OPERA - Introduzione - 1. Il senso del dovere: Claudio Graziosi - 2. Luorno che parlava con i terroristi: Giuseppe Ciotta - 3. Il custode di Cesare Battisti: Antonio Santoro - 4. Martiri di scorta: Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino - 5. Così avranno un ricordo di me: Maurizio Arnesano - 6. Se alla porta bussa un ufficiale: Ciro Capobianco - 7. Angeli in divisa: Giuseppe Savastano ed Euro Tarsilli - 8. Non ci si può tirare indietro: Roberto Antiochia - 9. Fuoco amico: Otello Stefanini, Mauro Mitilini, Andrea Moneta - 10. Caratteristiche superiori alla norma: Francesco Salerno - 11. Un nemico disarmato e crudele: Paolo Cortopassi - Ringraziamenti
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