La genesi della potenza americana Stampa E-mail

Loretta Valtz Mannucci

La genesi della potenza americana. Da Jefferson a Wilson

Bruno Mondadori, pagg.320, Euro 10,00

 

mannucci_genesi  IL LIBRO - Un’appassionante ricostruzione della genesi del potere americano che ci invita ad addentrarci nella storia degli Stati Uniti come viaggiatori curiosi, disposti a soffermarci su cose apparentemente frivole e di poco conto. Senza farci incantare – ma pronti a farci sorprendere – siamo lentamente pervasi dalla complessità e dalla moltitudine di sollecitazioni, fazioni, lotte, personaggi, diversivi, dati.

  Il viaggio ha inizio nei primi anni dell’Ottocento in un paese fragile – aggrappato alla costa dell’Atlantico – ancora scosso dallo scandalo di un vicepresidente appena assolto dall’accusa di alto tradimento. Un paese indebitato, tanto che le potenze europee lo pensano destinato a disintegrarsi, e attraversato da incessanti conflitti parlamentari e sociali. Un paese, infine, il cui nuovo presidente, Thomas Jefferson, acquisisce con un colpo di mano un territorio che è molto più esteso di quello della Repubblica costituita, comprando dalla Francia di Napoleone la “Louisiana”: le terre che oltre il Mississippi si estendono verso nordovest sino al Pacifico. Alla fine del percorso, ci troviamo in uno stato continentale che sta accogliendo il proprio esercito di ritorno dal fronte della Prima guerra mondiale, dalla quale emerge come creditore finanziario dell’Europa e prima nazione industriale. In questa vicenda saranno sempre sulla scena neri, indiani, lavoratori i cui propositi e le cui visioni della realtà sono fondamentali nella formazione della civiltà del paese. La potenza che ne emerge porta in sé le prepotenze, le illusioni, i soprusi, le forze e le debolezze di questa vicenda, e poiché con tutto ciò l’America non saprà fare i conti, quelle questioni giocheranno per tutto il Novecento un ruolo basilare nella sua presenza mondiale.

  DAL TESTO - "Forse, anche il mito dell'isolazionismo americano dipese dalla predominanza in chi vi credeva - in positivo o in negativo - dell'idea che una presenza internazionale "da potenza" significasse da un lato una politica estera eurocentrica e, dall' altro, l'assunzione di responsabilità gestionali dirette rispetto a paesi "clienti" (una versione dell"'impero" coloniale ottocentesco alla quale, ancora negli ultimi anni, alcuni cercano di ricondurre la presenza mondiale americana). Proprio le origini della maggioranza dei cittadini americani provenienti dai ceti europei più oppressi, insieme alla narrativa sulle origini della Repubblica apprese nelle scuole, rendevano una maggioranza di americani di ogni ceto diffidente ad un livello profondo nei confronti dei governanti e dei ceti europei che li esprimevano: la prontezza del Congresso a concedere aiuti economici nell'immediato dopoguerra mentre rifiutava la Società, rifletteva bene questo orientamento, che i politici condividevano con la base elettorale attiva.
  "L'eurocentrismo era da sempre, e sarebbe rimasto, un tratto di ristretti gruppi di élite legati ad ambienti culturali ben definiti, talvolta influenti in ambienti qualificati; molto spesso accolti invece con diffidenza. Quanto al comportamento "imperiale (coloniale) responsabile", come si era visto quando era stato proposto con una certa vigoria alla fine della guerra contro la Spagna, si trattava di una scelta incompatibile con la civiltà statunitense per la quale l'aver rifiutato in armi la condizione di colonia faceva parte della legittimazione della Repubblica stessa e dell'identità americana. Porto Rico era diventata un "territorio statunitense" e le Filippine erano state poste sotto "una tutela temporanea" la cui data di scadenza, sia pure non molto prossima, era stata fissata da subito. Persino la vicenda del canale di Panama si era dovuta risolvere con un guizzo peculiare, un po' "aziendale" che lasciava il territorio nel contempo "libero" e, per la parte decisiva, "in affitto"".

  L'AUTRICE - Loretta Valtz Mannucci , laureata a Harvard, è arrivata in Italia negli anni cinquanta con una borsa Fulbright ed è rimasta nel nostro paese, diventando poi docente di Storia degli Stati Uniti all’Università degli Studi di Milano. Ha dedicato importanti studi critici alle origini della cultura politica americana nel Settecento e Ottocento, e anima un gruppo di studio internazionale di storia comparata che continua da più di vent’anni, con convegni, pubblicazioni e un sito Internet, a elaborare interpretazioni non convenzionali della storia americana.

  INDICE DELL'OPERA - 1. Quale stato per quale repubblica (Le voci del tempo - Una scelta dell’ultimo momento con conseguenze storiche - L’acquisto della Louisiana - Il mondo del cotone e della schiavitù - Il caso del Missouri - Gente del Tennessee e Texas - La crisi della California - Oro in California e la crisi politica del 1850 - Il mondo del grano - Canali, strade, ferrovie - Il mondo rurale entra in crisi - Il mondo urbano degli artigiani - Città, commercio e le guerre napoleoniche - Un nuovo mondo urbano di cittadini poveri - Una prima avvisaglia di nazionalismo - Guardando verso l’interno - Risvegli religiosi e civili - I lavoratori - Trascendentalismi e altri riformatori - Utopie e frontiere - Voci di liberazione - I nuovi partiti di massa e la democrazia - L’invenzione del partito moderno - La banca nazionale e la libertà - Il peso dei creditori europei - Una scuola pubblica per uno stato sereno - La scuola fenomeno popolare - La scuola come fonte di serenità sociale - Stare composti, recitare a memoria, vincere nell’obbedienza - Una guerra a basso profilo - La parola “razza” cambia contenuto - Il cavallo di ferro galoppa - Oltre il Mississippi con aratri d’acciaio o con schiavi - Free Soil e lo zio Tom - Lo zio Sam, lo zio Tom e i Fili d’Erba - 1857, l’anno di Dred Scott - Parla Taney - Il giudice Curtis smentisce Taney - Un mondo politico in frantumazione - Il nodo del Kansas viene al pettine - La costituzione di Lecompton - Risvegli d’estate e crisi d’autunno - Il giudizio di Dio - Kansas al Congresso e Kansas nel partito democratico - Si affaccia il tema dell’arretratezza economica del Sud - Cose di “poco conto” dalle conseguenze future “grandi” - John Brown e Harper’s Ferry - Per gli estremisti, basta l’elezione di Lincoln) - 2. La Repubblica sotto due bandiere (Le voci del tempo - Dove risiede il vero potere? La riformulazione di un conflitto fondamentale - Vedere la guerra. Stampa di massa e prospettiva - Armi e uomini - Il mito della debolezza della Confederazione - Dati, fatti e qualche congettura - I neri in armi - I disordini di New York del luglio 1863 - I morti, i nudi, gli armati, i combattenti - L’industria bellica del Sud - Carenze - Fortune e infortuni di guerra e l’Emancipazione - Emancipazione minima - “Dio… ha deciso la questione a favore degli schiavi” - Una guerra dal Mississippi al Potomac - Boom del grano e contrabbando di cotone - Al di là dei monti, nel Tennessee - Vicksburg e l’Ovest, Gettysburg e l’Est - Gettysburg e il 4 luglio 1863 - Un comando unificato - La guerra civile alle urne - I campi di prigionia - Campagna elettorale – terra bruciata - Guerra d’attrito, guerra lampo, guerriglia - Un regalo di Natale per Lincoln - Presagi del Ku Klux Klan - La resa e la fine - Resa di fatto) - 3. Il colore della pace: il futuro della nazione (Le voci del tempo - La Ricostruzione - Le priorità di Andrew Johnson - Il suffragio nero - Tom Sawyer e Huckleberry Finn, modelli americani - Un Sud tutto bianco - Restaurazioni - Il controllo sociale degli emancipati - Frenesie di onnipotenza - I Radicalrepubblicani, il Freedmen’s Bureau e i diritti civili - Johnson forma un suo partito - Il decisivo 1867 - Una significativa definizione di “classe” - Rimuovere Johnson ed eleggere Grant - L’alta marea della nuova repubblica e la frantumazione dei Repubblicani - Il rapporto congressuale sul Ku Klux Klan - Guerre indiane e spazi sociali - La longa manus delle ferrovie - Gli indiani da nazioni a oggetto di tutela - Custer e la fine delle guerre indiane - La vicenda delle Black Hills - Una risposta tocquevilliana ai Sioux capitalisti - Custer for President - La fine di Custer, la disfatta dei Sioux e la nascita di una icona - Grant, i suoi amici e i nuovi protagonisti economici - L’episodio della Repubblica Domenicana - Tweed e Nast: il potere della penna - Il pensiero e i propositi liberali - Le presidenziali del 1872 e del 1876 garantiscono l’età dorata - La riconsegna del Sud) - 4. Magnati, ribelli e nuovi nazionalisti: la Patria di chi? (Le voci del tempo - Il cittadino coltivatore e l’età dorata - Grangers, Alliances e politica rurale - Le Farmers’ Alliances - Si fa avanti l’Ovest delle grandi pianure - La Southern Alliance - Farsi partito nazionale - Differenze regionali - Le elezioni del 1890 - Il People’s Party alle presidenziali del 1892 - Bryan crocefigge il People’s Party su una croce d’argento: 1896 - La guerra ispano-americana e il nuovo nazionalismo - Uno sciopero alla vigilia della guerra civile - Sindacati e scioperi - La “grande sommossa” del 1877 ha inizio - Lo sciopero si allarga - Ormai insurrezione di fatto - L’apice e la fine dell’“insurrezione” - L’episodio di Haymarket - La bomba - Il comodo “nemico segreto” - Condanna, esecuzione, funerali, perdono - Il 1893 - Homestead e il trionfo del capitale - Lo sciopero Pullman - Il grande boicottaggio - Ancora il 4 luglio - Cosa è un sindacato? - I progressisti e TR - Roosevelt presidente - I limiti di Roosevelt progressista - Roosevelt e gli afroamericani - Politica nera e politica dei “magnati” - I soldati afroamericani di Brownsville, nel Texas - Jazz, massacri e NAACP - I Progressisti nella società - Bisonti, Sequoie e Wilderness a comando - Il giusto ruolo di una nazione continentale - Un nuovo ruolo per la bandiera - I grattacieli del mondo economico, le “carte oneste” di “TR” e l’improbabile Wilson - Segni d’apocalisse, segni di guerra - Politica pan-americana) - 5. L’America attraversa l’oceano (Le voci del tempo - Rumori di guerra - Elezioni e manovre - Il clima wilsoniano - Un mondo “sicuro per la democrazia” - “Lafayette, eccoci qua” - L’armistizio negato - Gli afroamericani e la guerra - La nascita di una nazione - I tumulti ad East St. Louis - I nuovi scontri urbani tra bianchi e neri - La riorganizzazione amministrativa e la guerra delle donne - Censure e limitazioni della libertà di parola - L’apoteosi dello zio Sam - Governo per enti - Controlli sulla vita quotidiana - Le ferrovie sotto tiro - Epidemia e pace - Il fronte interno - Innocenti all’estero? - Il mito dell’isolazionismo)