Arkan, la tigre dei Balcani |
Christopher S. Stewart Arkan, la tigre dei Balcani Alet Edizioni, pagg.384, Euro 19,00
IL LIBRO - Ascesa e declino di Zeljko Raznatovic, meglio conosciuto come “Arkan” (Felino): il celebre, sanguinario signore della guerra dei Balcani. Dopo una gioventù da teppista per le strade di Belgrado, divenne il principale organizzatore e artefice della feroce pulizia etnica voluta dal presidente serbo Milosevic. Fu lui a riunire e ad addestrare personalmente i più feroci hooligan di Belgrado, carcerati e banditi e a trasformarli nelle “Tigri”, soldati spietati che stupravano e uccidevano durante la guerra in Croazia e in Bosnia del 1991-1995, perpetrando di fatto un genocidio. È proprio in seguito a un incontro poco piacevole con questi soldati sanguinari che l’autore ha deciso di ricostruire la storia del loro fondatore, rivelatasi a dir poco sorprendente: Arkan era popolarissimo, nonché l’uomo più ricco della Serbia, sposò la più celebre pop star del suo Paese in un matrimonio principesco, e solo dopo il bombardamento Nato del ’99 fu accusato di crimini contro l’umanità. Prima di essere consegnato alla giustizia andò incontro a una morte in circostanze drammatiche e misteriose, degna della sua vita di vero e proprio “assassino di stato”. "Il libro che state tenendo fra le mani racconta la vita di un uomo maledetto, Arkan, nom de plume di eljko Ranatovic. Sotto l’egida di Miloševic, ma anche in completa autonomia morale e materiale, ha fondato un gruppo paramilitare comunemente noto come le Tigri di Arkan. I suoi uomini hanno stuprato donne, massacrato innocenti, fatto saltare in aria case, corpi e pezzi di futuro. Tra il 1991 e il 2000, agitando il vessillo del nazionalismo serbo, la colonna di SUV blindati e armati delle Tigri ha eseguito fucilazioni di massa; edificato campi di concentramento; tagliato gole; gettato corpi in fosse comuni. Ma sullo sfondo della guerra in ex Jugoslavia Arkan ha fatto molto altro: saccheggiando i beni e i risparmi delle vittime ha accumulato la fortuna che gli ha permesso di costruire il suo impero fatto di relazioni con la criminalità di tutta Europa. "Quando, un anno fa, ho letto i primi estratti della lunga, cocente esperienza di Stewart come biografo del macellaio dei Balcani, ho pensato: niente, nella vita di Arkan, suona ambiguo – se l’ambiguità è anche una forma di moderazione, di parziale dubbio su che ruolo interpretare. In quest’uomo, nel folklore etico che incarna, la violenza è sempre frontale, uno schiaffo automatico, sempre sul punto di partire – e parte sempre. Si uccide senza un perché – o per una limpida accumulazione di perché, che visti dagli occhi dei torturati e degli uccisi, o dai mirini, non sembrano altro che un precipizio costellato di compravendite. E dopo aver letto il libro di Christopher Stewart chiedetevi: cosa vende, il nuovo secolo, di migliore?" (Gianluigi Ricuperati)
DAL TESTO - "Fu un momento significativo per Arkan. Se un tempo era stato la manovalanza di Tito, ora passava dall'altra parte della barricata. Lavorare per Milosevic (un comunista divenuto nazionalista) significa aderire al movimento che un tempo fu il suo nemico mortale. "Ben pochi tuttavia sarebbero mai stati a conoscenza del rapporto diretto di Milosevic con Arkan. Non esistono conversazioni registrate fra i due e il presidente negò sempre ogni legame, anche quando lo interrogarono in proposito all'Aia. C'è però una foto curiosa dei due al funerale di un agente dei Servizi nella primavera del 1997. Vi si vede Arkan, vestito di nero, guardare maliziosamente sopra la spalla di un ignaro Milosevic, come se stesse per ucciderlo. Si tratta quanto meno di un inquietante presagio dei truci giorni a venire. "Ma questo sarebbe accaduto più tardi. Alla fine degli anni '80, nelle comunicazioni interne, la Stella Rossa parlava di Arkan come di un "salvatore"".
L'AUTORE - Christopher S. Stewart, giovane promessa del giornalismo americano, collabora con numerose riviste, fra cui The New York Times Magazine, Wired, GQ, Harper’s e The Paris Review. Attualmente sta lavorando a un’inchiesta sul traffico d’armi in Iraq. Vive a New York.
INDICE DELL'OPERA - Prologo - Parte I. I primi tempi - I sogni di John Wayne - Alla conquista dell'Europa - Come si cambia - Il caso dell'uomo inafferrabile - Il rapinatore sorridente - Preso! No! - Evasione - Killer - L'uomo che Arkan non uccise - Parte II. Il signore della guerra - Il mediatore Milan e la ricerca della verità fra i signori della guerra serbi - Al volante della Cadillac rosa - Il signore dei guerrieri del calcio - Le tigri - Quello che ho saputo allo stadio della Stella Rossa - Guerra! - I pericoli là fuori - Campo Erdut - Vukovar: ho ucciso ventiquattro Ustascia! - Perché la guerra paga - Incontro con le tigri - Il mio nome è Trax: è stato Arkan a farmelo fare - Non me ne frega niente - L'uomo del popolo - Popstar - La guerra è finita - Parte III. L'assassinio - Questa è la Serbia, tu non puoi capire - Verso la legalità - La fine - Se avessi la bacchetta magica - L'assassinio - Epilogo - Ringraziamenti |