Storia dell'arma bianca italiana Stampa E-mail

Cesare Calamandrei

Storia dell'arma bianca italiana. Da Waterloo al Nuovo Millennio

Editoriale Olimpia, pagg.552, Euro 82,00

 

calamandrei_storia_dell_arma_bianca_italiana.jpg  IL LIBRO - Terza edizione aggiornata di un’opera pubblicata per la prima volta nel 1987 con il titolo Armi ­bianche militari italiane. 1814-1950 e successivamente ampliata con la seconda edizione nel 1999 grazie al contributo offerto da parte di numerosi e appassionati collezionisti italiani e stranieri. Sulla base di un tale apporto, l’Autore ha provveduto a realizzare in questa terza edizione un’ampia Appendice contenente aggiornamenti, modifiche e correzioni, oltreché un ragguardevole numero di immagini inedite. È dunque più che legittimo accettare definitivamente per quest’opera la definizione data a suo tempo dai suoi numerosi estimatori: quella di «enciclopedia storica delle armi bianche italiane».

 

  DAL TESTO - "Le origini della spada sono antichissime [...] ma non è certo la più antica tra le armi, anche se [...] è la prima nata per la guerra (vi furono, è vero, spade da caccia, ma il loro uso rimase assai limitato). Cresciuta e sviluppata esclusivamente per dare all'uomo la possibilità di combattere il suo simile, è per secoli, fino quasi alla soglia del nostro, l'arma propria del soldato, del cavaliere, del combattente in genere. Solo col passare degli anni e con lo sviluppo dell'arma da fuoco la spada finì per diventare un attrezzo sportivo, da scherma (e, fino quasi alla metà di questo secolo, anche "da terreno", cioè da duello), fu un oggetto da parata, un elemento decorativo, una prerogativa di grado.

  "Prima dell'età del bronzo esiste nella scala delle ere il "breve" periodo Eneolitico [...] poco noto ai più, cioè l'età del rame: il metallo rosso pare sia stato utilizzato già negli ultimi tempi del Neolitico ("età della pietra nuova" o "della pietra lavorata"). [...] Reperti di questo metallo ne abbiamo molti anche nel Nord Italia, specialmente nelle zone palafitticole della Val di Susa e altrove. La duttilità del rame ne consentiva una facile lavorazione, ma limitava la lunghezza delle lame finché l'aggiunta di stagno alla fusione portò l'uomo nell'Età del Bronzo. Poi le armi conobbero il ferro. L'anno Mille, che doveva vedere secondo tradizioni e profezie la fine del mondo, vede invece il guerriero barbarico trasformarsi in cavaliere e brandire un'arma che si manterrà inalterata per grandi linee fino al cuore del Rinascimento".

 

  L'AUTORE - Cesare Calamandrei (Firenze, 1940) è stato vicedirettore del mensile «Diana Armi». Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere storico e narrativo. Vive a Firenze.

 

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione – Introduzione alla terza edizione – Storia dell’arma bianca italiana – In principio – Un po’ d’ordine – La spada e la sciabola – Note sull’arma bianca lunga – In Oriente – Dopo Napoleone – I tempi nostri – Facciamo un passo indietro – Dal Regno sardo alla Repubblica italiana – Dal ’45 al 2000 – Sui banchi di scuola – Lame e ancore – La Marina militare – L’arma azzurra – In Colonia – La lancia – Il pugnale – La baionetta militare – Guardie nazionali e civiche – Miscellanea Repertorio di armi degli Stati preunitari – Addenda – Appendice 2008 – Ringraziamenti – Bibliografia essenziale