L'impero perduto |
Mauro Galligani L’impero perduto. Il crollo dell'Urss e la nascita della nuova Russia Electa, pagg.336, Euro 45,00
IL LIBRO - Il volume prende le mosse da lì, dal momento di svolta che si può collocare a cavallo tra il 1979 e il 1980, in cui si susseguono avvenimenti carichi di conseguenze per il destino dell’impero: il primo viaggio di Papa Wojtyla in Polonia, la morte del generale Tito che segna il disfacimento degli equilibri balcanici, il tutto mentre Mosca si prepara a ospitare le sue prime Olimpiadi. Prosegue poi con l’era Gorbaciov, che con la perestrojka avvia un periodo di trasformazione, apertura e fermento politico-culturale. Il massimo portato di questa stagione sarà la fine della Guerra Fredda e l’arresto della corsa agli armamenti tra USA e URSS. Attraversa inoltre la turbolenta epoca di Eltsin, che segna un periodo di declino, e si conclude con uno sguardo sulla Russia di oggi, che tra mille contraddizioni ha ritrovato unità e orgoglio. Le immagini di un grande fotoreporter, che ha dedicato tutta la carriera a temi legati ai Paesi della ex cortina di ferro, documentano la vita negli ultimi anni dell’Unione Sovietica, testimoniando il percorso che ha portato alla fine di un Impero e alla nascita della nuova Russia di Putin e Medvedev. L’occhio partecipe di Galligani ha ritratto i grandi avvenimenti di politica internazionale, i potenti e i centri di potere, il disastro di Chernobyl, la guerra in Cecenia e nei Balcani; ma la sua ricerca fotografica si è estesa alla vita quotidiana del popolo russo, alle manifestazioni di religiosità, alla ricchezza della vita culturale dell’ex Unione Sovietica, comprese le singole repubbliche lontane dai centri di potere e gli Stati satellite. Le 250 immagini in presa diretta restituiscono un ritratto autentico e mai scontato della realtà sovietica e russa e sono accompagnate da puntuali didascalie di commento, capaci di descrivere fatti di eccezionale rilevanza per i destini dell’Occidente e al contempo di fare emergere quelle piccole realtà normalmente celate dalla Storia che lo sguardo di Galligani è riuscito a fissare.
DAL TESTO - “L’uomo forte che i russi attendevano da tempo, mentre accelerava le aperture verso l’Occidente, ha posto fine con rude determinazione a ogni velleità di fuga delle repubbliche più inquiete. La ripresa del controllo della Cecenia, che di fatto nella seconda metà degli anni Novanta era diventata une repubblica indipendente, è costata e sta costando enormemente in termini di democrazia e di vite umane. Una piaga che resta ancora aperta. La Russia di Putin, attenta a creare un equilibrio tra il passato sovietico e un futuro ancora incerto, ha riproposto legami strettissimi con la Chiesa ortodossa russa e non ha esitato a rispolverare gli slogan patriottici della Russia imperiale. L’attuale patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, seguendo le orme del predecessore Alessio II, persegue con la stessa determinazione di Putin il suo obiettivo di far riconquistare alla Chiesa ortodossa un ruolo di primo piano nella società. La Russia, anche se a macchia di leopardo, sta attuando una vera e propria rivoluzione. […] I ritmi di crescita della Russia, se si esclude Mosca, non sono quelli della Cina, ma sono molto superiori a quelli dell’Europa. I due presidenti sembrano destinati a far recuperare alla Russia un ruolo imperiale”.
L'AUTORE - Mauro Galligani frequenta la Scuola di Cinematografia di Roma, seguendo il corso di direttore della fotografia, esperienza che segna l’impostazione filmica dei suoi reportage. All’inizio degli anni settanta inizia la sua collaborazione con le maggiori testate italiane. “Epoca” è il suo giornale dal 1975 al 1997, anche in qualità di picture editor. Per questa testata, una delle più autorevoli a livello internazionale, Mauro Galligani realizza dalla fine degli anni ’70 una serie di importanti servizi sul mondo dell’Est. Berlino è la prima tappa, a cui segue nel 1980, in occasione dei Giochi Olimpici, Mosca. Da allora l’Unione Sovietica e poi la Russia entrano nell’obiettivo, e nel cuore, di Mauro Galligani. In primo piano, cultura, politica, storia e i loro protagonisti. Dalla Capitale agli stati satelliti. La cronaca segna il ritmo dei reportage: dal Muro alla Perestrojka, dall’invasione dell’Afghanistan ai reduci per le strade di Mosca, dai funerali di Tito ai bombardamenti su Sarajevo, dall’ascesa di Papa Wojtyla alla Polonia di Solidarnosc, dalla Romania di Ceausescu e della rivoluzione alla Germania dell’Est prima e dopo Honecker, e ancora dall’Albania di Enver Hoxha alla Cecoslovacchia di Vaclav Havel. E poi di nuovo in Unione Sovietica, a Gori, in Georgia, quindi a Mosca, nella sede del Kgb, aperta per la prima volta a un giornalista straniero, e ancora tra le file degli Omon, le forze speciali dell’esercito sovietico, i marinai di San Pietroburgo e gli scienziati della centrale di Cernobyl, tredici anni dopo la catastrofe. Nel 1997 Mauro Galligani, passato alla testata “Panorama”, viene rapito nella periferia di Grozny e resta nelle mani dei rapitori per cinquanta giorni. Anche negli anni successivi trascorrerà lunghi periodi in Russia per seguire da vicino i rapidi cambiamenti della vita e della società di questo Paese. Nel corso degli anni ha realizzato importanti reportage per le testate internazionali più prestigiose, come “Life”, “Geo”, “Paris Match”.
INDICE DELL'OPERA - Trent’anni alla luce dei fatti, di Laura Leonelli – C’era una volta l’Urss, di Francesco Bigazzi – 1979-1986 La stagnazione – 1986-1991 La perestrojka – 1992-2000 Il capitalismo alla russa – 2000-2008 La democrazia guidata – 2008-2009 L’impero ritrovato – Cronologia, di Fulvio Scaglione |