Le origini e lo sviluppo del Fascismo a Genova |
Francesca Alberico Le origini e lo sviluppo del Fascismo a Genova Edizioni Unicopli, pagg.295, Euro 15,00
IL LIBRO - Il volume ricostruisce le complesse vicende della formazione, del consolidamento e infine dell’inquadramento nazionale del movimento fascista genovese, dall’emergere dal magma informe della mobilitazione postbellica di uno sparuto nucleo diciannovista, all’egemonia in sede locale della componente radicale-squadristica tra il 1921 e il 1926, all’epurazione e normalizzazione da parte delle istanze centrali, premessa indispensabile alla costituzione del partito unico gerarchico e centralizzato, colonna portante del regime. Elemento ricorrente di questa ricerca sono la violenza politica e le sue molteplici valenze: una violenza che si intravede già alla vigilia della prima guerra mondiale, attraverso l’impeto verbale e fisico delle manifestazioni interventiste, e che viene rivelata dall’esperienza bellica ed esasperata dalle difficili condizioni del dopoguerra. La militanza fascista, che aveva tratto la propria origine e la propria legittimazione dal patrimonio bellico, divenne continuazione del recente conflitto combattuto, per annientare i "traditori" di sinistra, divenuti simbolo della denigrazione del valore della guerra e dei reduci.
DAL TESTO - "Chi erano i diciannovisti genovesi? Sicuramente un elemento comune risiede nella provenienza dall'interventismo e molti hanno alle spalle l'esperienza della guerra combattuta. Gran parte dei primi fascisti sono anche militanti o dirigenti di associazioni patriottiche o reducistiche. Dal punto di vista sociologico sembra prevalere l'appartenenza piccolo borghese. Molti sono studenti o giornalisti poco conosciuti; due soli professionisti affermati: il professore universitario Francesco Porro, docente della Facoltà di Lettere, già sostenitore dell'intervento, e l'avvocato Emilio Pittaluga, padre di tre giovani arruolati nella Grande Guerra, uno dei quali caduto al fronte. "Ben cinque tra i dirigenti del Fascio del 1919-1920 non erano genovesi di nascita, cosa che potrebbe indicare una certa marginalità rispetto alle componenti forti della realtà sociale cittadina. Poche le personalità di spicco; fra di loro va annoverato Piero Bolzon. Tipico rappresentante del primo fascismo, aveva alcuni tratti biografici in comune col duce, ad esempio un soggiorno in Svizzera nel 1904, nel corso del quale si era avvicinato socialismo entrando in contatto con un gruppo di rivoluzionari russi. Giornalista, pittore e illustratore, aveva trascorso un periodo in Argentina collaborando a giornali in lingua italiana rivolti agli immigrati ed era tornato in patria per arruolarsi volontario negli Arditi. Al termine del conflitto, nel corso del quale si era guadagnato due medaglie al valore e una croce di guerra, aderì ai Fasci futuristi ed entrò a far parte del gruppo milanese dell'Associazione fra gli Arditi d'Italia. La militanza ardita fu fondamentale per la sua repentina adesione al fascismo: fu infatti la frequentazione dell'ambiente dell'arditismo milanese a metterlo in contatto con Mussolini e con altri futuri esponenti fascisti".
L'AUTRICE - Francesca Alberico, dopo la laurea all'Università di Genova, ha pubblicato un volume sulla storia di Recco tra 1940 e 1945; nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze storiche.
INDICE DELL'OPERA - Introduzione, di Antonio Gibelli - Ringraziamenti - Abbreviazioni - 1. La nebulosa del 1919 (1. La mobilitazione per l'intervento alle radici del totalitarismo fascista - 2. Il mito e l'estetica della guerra nelle élites combattenti - 3. Tra rivoluzione e reazione - 4. Il contributo genovese alla causa fiumana) - 2. L'epoca dello squadrismo (1. L'asservimento alle classi imprenditoriali - 2. I temi portanti della mitologia fascista - 3. La pratica e la cultura della violenza - 4. La seduzione fascista nell'ambiente studentesco - 5. L'azione squadrista nel Ponente genovese) - 3. La vittoria esterna e le crisi interne (1. L'attacco ai vertici politico-amministrativi - 2. La questione marinara - 3. La contaminazione tra Milizia e squadre d'azione - 4. Tendenze revisioniste, forme di dissidenza) - 4. Affermazione e sconfitta della corrente intransigente (1. La prova di forza nelle elezioni del 1924 - 2. Il delitto Matteotti: violenza contro gli avversari e ripresa della dissidenza interna - 3. L'azione degli intransigenti a Genova - 4. Il "beghismo" durante la creazione della Grande Guerra - 5. I capi squadristi spodestati dai "normalizzatori" - 6. La stabilizzazione del potere: repressione, delazione, consenso) |