Il romanzo della guerra civile Stampa E-mail

Giampaolo Pansa

Il romanzo della guerra civile

Sperling & Kupfer, pagg.852, Euro 19,90

 

pansa_romanzo.jpg  IL LIBRO - Di solito si pensa che le guerre civili siano un affare per maschi. Questi tre romanzi di Giampaolo Pansa dimostrano il contrario: le prime vittime di una guerra sono le donne, anche quelle che decidono di gettarsi nella mischia. La protagonista di "Ma l'amore no" è Giovanna, una giovane vedova perseguitata da una profezia. Nei "Nostri giorni proibiti" campeggia Carla, insegnante trentenne che da ragazza era stata fascista e rapita dai partigiani. Nel "Bambino che guardava le donne" a condurre la storia è Carmen, già ausiliaria con la Repubblica sociale. I maschi che le affiancano sono ragazzini attratti dai segreti del corpo femminile o adolescenti pronti a perdere la testa. Ne nascono vicende di guerra, d'amore e di sesso. Pubblicate molti anni fa, raccolte insieme per la prima volta danno vita a un romanzo nuovo. Che conferma le straordinarie doti di Pansa come narratore. E come storico revisionista.

 

  DAL TESTO - "«DIMMI la verità!» m’intimava qualche amico. «Sei tu Giovanni, il bambino di Ma l’amore no, un maschio padrone in erba, circondato da tutte quelle donne pronte a servirlo?». «No che non sono io», replicavo. «Giovanni è un personaggio di fantasia, succede in tutti i romanzi». Il giorno che uscì Il bambino che guardava le donne, gli stessi amici ritornarono alla carica: «Adesso non puoi negarlo. Quel ragazzino, Giuseppe, è il tuo ritratto di quando eri piccolo. L’abbiamo capito dalle pagine dove racconti che lui s’invaghisce di Carmen, la ragazza fascista. E il giorno di Natale conquista il permesso di toccarla in quel punto là, in mezzo alle gambe: il suo sogno che si avvera». Non c’era verso di farli smettere. Allora rispondevo: «Non siete capaci di distinguere un romanzo da un numero di “Cronaca Vera”». Poi mi mettevo a ridere e li mandavo a spazzare il mare.

  "Mi sono ricordato dei miei amichevoli scocciatori quando la Sperling & Kupfer mi ha proposto di ristampare in un solo volume quei due romanzi, insieme a I nostri giorni proibiti. Ho pensato, sorridendo: chissà che cosa direbbero oggi. Poi ho accettato il progetto dell’editore per un paio di motivi. Il primo motivo riguarda il passare del tempo. Dalla loro uscita sono trascorsi molti anni: quindici per Ma l’amore no, tredici per I nostri giorni proibiti e dieci per Il bambino che guardava le donne. Dunque era possibile che molti dei miei lettori di oggi, soprattutto i più giovani, non li avessero letti. E avevo la speranza che scoprissero in quelle pagine l’inizio vero del mio revisionismo sulla guerra civile italiana. Il secondo motivo era legato a una condizione: dovevo rileggere i tre romanzi. Non l’avevo mai fatto. Non rileggo mai quel che pubblico. Mi cautelo prima, con una tenacia cocciuta. Tanto gli articoli che i libri li gratto, cinque, dieci volte. «Grattate sempre i vostri capolavori!», suggeriva beffardo il grande Leo Longanesi. Intendeva dire: ripuliteli delle parole inutili, banali, grossolane, oscure. Ho sempre cercato di seguire il suo consiglio. Da quando uso il computer, mi viene più facile. Il computer è la mia grattugia."

 

  L'AUTORE - Giampaolo Pansa, nato a Casale Monferrato nel 1935, scrive per Libero e Il Riformista. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato numerosi saggi e romanzi di grande successo. Tra questi ricordiamo: Siamo stati così felici, I nostri giorni proibiti (Premio Bancarella), Ti condurrò fuori dalla notte, I Figli dell’Aquila, Il sangue dei vinti, Prigionieri del silenzio, Sconosciuto 1945 e La Grande Bugia.

 

  INDICE DELL'OPERA - Perché questo libro – Ma l’amore no – I nostri giorni proibiti – Il bambino che guardava le donne