San Nicola. Il grande taumaturgo Stampa E-mail

Michele Bacci

San Nicola. Il grande taumaturgo

Laterza, pagg.280, Euro 19,00

 

bacci_sannicola.jpg  IL LIBRO - In Italia lo chiamiamo san Nicola da Bari, i russi gli hanno dato il nomignolo un po’ sproporzionato di Russkij Bog (il ‘Dio russo’) e un mito globale lo identifica (impropriamente) con Santa Claus, ma la verità è che la sua lunga parabola ha avuto inizio nella tarda Antichità, più o meno ai tempi di Costantino, in un angolo periferico dell’impero, nell’antica metropoli anatolica di Myra, città di cui Nicola fu vescovo. Michele Bacci indaga la vicenda che ha portato un oscuro religioso della costa licia a vestire i panni del ‘grande taumaturgo’, il santo globale protagonista di un culto ancora oggi tanto sentito da superare le divisioni tra cristiani e ortodossi. In queste pagine, fra traslazioni di ossa, narrazioni leggendarie e progressive trasformazioni iconografiche (fino all’identificazione del vescovo di Myra con il portatore di doni più amato dai bambini), una intricata e affascinante storia di devozione interculturale si intreccia con un’attenta riflessione sul sentimento del sacro, sulle dinamiche con cui viene orchestrato, sul suo rapporto con luoghi santi e immagini prodigiose e sui differenti percorsi attraverso cui si afferma e dilaga.

 

  DAL TESTO - "Aziz Nikolas’ın burada-dır, «san Nicola è qui», è una frase che viene pronunciata con molta enfasi dagli abitanti di Demre, una cittadina della costa sud-occidentale della Turchia che si è sviluppata in prossimità del sito dell’antica Myra. Benché sia facilmente raggiungibile via terra con un’automobile, un taxi o un dölmus¸ da Antalya, così come via mare dalle insenature che offrono riparo alle imbarcazioni da diporto lungo la cosiddetta «costa turchese», non sono molti i turisti che, in estate, si trattengono a lungo in questa località; vi sono tuttavia ore del giorno, dalle undici di mattina alle quattro del pomeriggio, in cui le sue strade, le sue piazze e i suoi negozi si affollano di visitatori che condividono la stessa meta sebbene siano animati da finalità molto diverse.

  "Colpisce in verità la risoluzione con cui ciascuno di loro affronta il caldo estivo per dirigersi verso quanto rimane del complesso basilicale eretto intorno alla tomba di un personaggio appartenente a un’oscura antichità, un vescovo virtuoso e capace di straordinari miracoli, i cui resti non giacciono più in quel luogo da quasi mille anni, ossia dall’epoca della traslazione a Bari. Non c’è dubbio che molti rimangano affascinati dalla bellezza degli intarsi marmorei sul pavimento della navata o che provino interesse per i resti di affreschi visibili nella prothesis e negli annessi meridionali o magari che si affaccino a dare uno sguardo alle strutture antiche che le campagne di scavo stanno lentamente riportando alla luce nelle immediate vicinanze; è nondimeno evidente che per la maggior parte di loro le motivazioni estetiche o culturali sono secondarie rispetto al desiderio più o meno consapevole di appropriarsi almeno in parte del carisma o potere simbolico che in quel luogo si manifesta e che si associa alla persona mitica con cui ritengono, per più motivi, di avere una certa familiarità.

  "Particolarmente interessante è il comportamento dei visitatori russi, che una volta acquistato il biglietto si tramutano in pellegrini sinceri e devoti verso quello che considerano il più grande dei loro santi: prima di entrare in quella che un tempo fu una chiesa consacrata e che oggi è di fatto gestita come un museo, gli uomini si tolgono i berretti e le donne si velano il capo, poi tutti si fanno il segno della croce, attraversano con grande compunzione gli ampi spazi della basilica e finiscono col raccogliersi, nella navatella meridionale, dinanzi a un sarcofago tardoantico che la natura guasta e rovinata suggerisce esser quello spezzato a colpi di martello dai baresi nel lontano 1087; su di esso vengono appoggiate, perché possano ricevere una benedizione per contatto, tante piccole icone del grande taumaturgo Nicola, trasportate dalla Russia oppure acquistate in una delle botteghe che, nei dintorni della basilica, si distinguono per le loro approssimative insegne in cirillico. Preghiere, prostrazioni, offerte di denaro e fiori e vere e proprie profusioni di lacrime contribuiscono per un attimo a trasformare quel punto dello spazio architettonico in un autentico luogo sacro, a dispetto della funzione attuale dell’edificio e dei dati emersi dagli scavi archeologici, che sembrano indicare esattamente dalla parte opposta l’originaria sepoltura del santo."

 

  L'AUTORE - Michele Bacci, storico dell’arte, insegna Iconografia e Storia dell’arte bizantina all’Università degli Studi di Siena. Nella sua attività di ricerca si occupa della storia dell’uso e delle funzioni delle immagini religiose e delle loro modalità di fruizione, nonché della circolazione di modelli iconografici e formali lungo le rotte di navigazione del Mediterraneo medievale. È autore di numerose pubblicazioni e condirettore della rivista “Iconographica”.

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Alla ricerca di san Nicola - I. L’uomo (Tracce di una personalità oscura - Tumulto a Myra - Il vescovo e l’imperatore - Nicola «pneumatikos» - L’azione pastorale - Il dominio della dea madre) - II. Il luogo sacro (Nascita di un luogo sacro - Nicola il Sionita e la cristianizzazione delle campagne - La montagna sacra - Il richiamo di Gerusalemme - Scontro di luoghi santi - Nicola, il mare e il conflitto arabo-bizantino) - III. La nuova identità (Elogi e miracoli - Le prime biografie - Contaminazioni - Una tradizione alternativa: le immagini - La costruzione dell’aspetto fisico - L’abbigliamento - Barba e capelli - La calvizie) - IV. Dal corpo all’immagine (Le immagini intorno alla tomba - La tomba nascosta - Il trasloco della santità - L’icona archetipica - L’espansione attraverso le immagini - Immagini prodigiose - Effigi monumentali e biografie visive) - V. Un santo «globalizzato» (I viaggi di san Nicola nel Mediterraneo e in Oriente – Verso il gelido Nord) - VI. Epilogo (Le statue di Demre) - Note - Bibliografia - Referenze iconografiche - Indice dei nomi e dei luoghi