Nella giungla degli gnomi |
Giancarlo Galli Nella giungla degli gnomi. Politica, economia & finanza dall'era Fazio al « grande crac» Garzanti Libri, pagg.377, Euro 18,60
IL LIBRO - Il recente terremoto finanziario ha messo a nudo la fragilità del sistema finanziario mondiale e ci fa tremare tutti. Non sappiamo che fine faranno i nostri risparmi, nemmeno i conti correnti bancari sembrano al sicuro. Per anni gli "gnomi", ovvero i signori della finanza, hanno cantato anche in Italia le virtù di un mercato del denaro in perenne crescita, le occasioni offerte dai nuovi prodotti derivati, la necessità di accorpamenti ed espansioni in altri mercati. Tutto quello che l'"ottobre nero" del 2008 sembra aver spazzato via per sempre. Ma che cosa hanno fatto in questi anni i protagonisti della nostra finanza? Come hanno risposto ai terremoti che avevano via via demolito la fiducia dei risparmiatori, campanelli d'allarme che vanno dal crac Parmalat allo scandalo Fazio, dall'alleanza dei "furbetti del quartierino" con la rossa Unipol al misterioso omicidio del finanziere Roveraro? In questi anni a dominare la nostra economia - in un complesso intreccio con le imprese e la politica, con intrighi e alleanze degni di una spy story - sono stati pochi protagonisti, gli stessi "sacerdoti del capitalismo e della finanza" che continuano ancora oggi a gestire gran parte dei risparmi degli italiani: da Giovanni Bazoli ad Alessandro Profumo, da Cesare Geronzi a Romain Zaleski, da Gabriele Galateri di Genola a Mario Draghi, da Marco Tronchetti Provera a Roberto Colaninno, da Antoine Bernheim a Giovanni Consorte.
DAL TESTO - “Col senno del poi: Romano Prodi era nell’intimo un fautore del mercato, delle public companies all’americana dove i veri padroni sono gli azionisti attraverso i Fondi pensioni, la Borsa; anziché i «noccioli duri», i patti di sindacato, in cui i soliti noti onnipresenti fanno il bello e il brutto, sulla pelle di milioni di risparmiatori e investitori. Certo, le sue mosse furono maldestre, il condizionamento dell’estrema sinistra un macigno. Eppure, per fare un esempio, aveva tentato di cedere Alitalia ai francesi, mentre i «liberali» Berlusconi-Tremonti, alla faccia del mercato, della competitività, si danno un gran daffare per garantirne l’italianità, scaricando in definitiva gli oneri sulla collettività, dietro il paravento di banche e imprenditori «amici». Pare di rivivere gli anni Trenta (quelli del fascismo autarchico, del neonato IRI che compie il salvataggio di industrie cariche di debiti, di banche – dalla Commerciale al Credito di Roma – sull’orlo del fallimento). Davvero, poco o nulla è cambiato, nella sostanza, nella cultura della classe dirigente italiana. Privatizzare utili e poltrone, pubblicizzare le perdite. Con l’aggravante che a differenza di quel che accade sotto altri cieli, a nessuno viene presentato il conto degli errori commessi”.
L'AUTORE - Giancarlo Galli (Gallarate, 1933) è un giornalista, scrittore ed economista italiano. È autore di numerosi saggi, tra i quali, pubblicato da Garzanti: Il padrone dei padroni. Enrico Cuccia e il capitalismo italiano (finalista al premio del Financial Times).
INDICE DELL'OPERA - Prologo - Prima parte. Banca d'Italia e dintorni. Prima e durante l'«era Fazio» - Seconda parte. Il «gran romanzo» della finanza bianca - Terza parte. Fra utopie e realtà - Quarta parte. Brescia caput mundi - Quinta parte. L'altra faccia del pianeta banche - Sesta parte. Nell'era Draghi - Settima parte. Fra vinti e vincitori... (tutti provvisori) - Ottava parte. Navigando verso un'approssimativa conclusione - Bibliografia - Indice dei nomi |