La palestra del Littorio Stampa E-mail

Alessio Ponzio

La palestra del Littorio. L'Accademia della Farnesina: un esperimento di pedagogia totalitaria nell'Italia fascista

Franco Angeli Edizioni, pagg.280, Euro 32,00

 

ponzio_palestra.jpg  IL LIBRO - L'Accademia di educazione fisica della Farnesina, fondata nel 1928, avrebbe dovuto svolgere una funzione essenziale: formare gli insegnanti di educazione fisica delle scuole medie dell'Italia fascista e gli istruttori ginnico-sportivi dell'organizzazione giovanile del regime. Ma le necessità contingenti portarono i fascisti a compiere delle scelte diverse. Attraverso una serie di progetti, in parte realizzati e in parte rimasti sulla carta, la Farnesina assunse, tra l'altro, il ruolo di istituto per la formazione della dirigenza maschile delle organizzazioni giovanili fasciste.

  L'esperimento totalitario, messo in atto per due decenni dall'Onb e dalla Gil, per creare l'"italiano nuovo" e per indurre i giovani ad assumere dei modelli di comportamento pienamente rispondenti alla cultura fascista non fu un aspetto marginale e accessorio del sistema mussoliniano. Fu un esperimento serio di cui l'Accademia della Farnesina, come mostra chiaramente il presente lavoro, rappresentò una delle punte di diamante. Il complesso, sorto lungo le rive del Tevere nelle vicinanze di Ponte Milvio, fu l'inizio di un grande progetto che, se portato alle sue estreme conseguenze, avrebbe garantito al regime una schiera di esperti pedagoghi che avrebbe avuto l'unico obiettivo di trasformare in senso pienamente fascista la gioventù italiana.

  La fine del regime travolse l'Accademia. La Farnesina, centro liturgico e cuore ideale del progetto pedagogico fascista, venne dimenticata, come se non fosse mai esistita. Il presente volume vuole ripercorrerne le vicende dal prologo all'epilogo.

 

  DAL TESTO - "L'«uomo nuovo» che il regime desiderava creare era un uomo che doveva superare l'interesse individuale, nel nome del superiore interesse collettivo e nazionale, un uomo educato educato attraverso l'organizzazione totalitaria alla piena identificazione tra l'io e lo stato, tra volontà individuale e volontà collettiva, un uomo totalmente integrato in una massa unita da un'unica fede e da un unico destino: come ha scritto Emilio Gentile, un «uomo collettivo organizzato».

  "Il regime era consapevole che con una larga fetta della popolazione adulta, nata e cresciuta nell'Italia ante-marcia, non era possibile andare al di là del mero rispetto formale degli ordini impartiti. Con i giovani invece esso aveva delle ottime possibilità di successo: sapeva, lavorando sui tempi lunghi, di poter ottenere la loro piena adesione ai valori della cultura fascista. L'élite del regime desiderava che le future generazioni italiane potessero sostuirla senza alterare il sistema da essa creato e senza sminuirne la potenza ideologica. Secondo il duce, i giovani dovevano «andare incontro all'avvenire e crearlo, continuando la Rivoluzione e dando all'Italia un nuovo clima spirituale»"

 

  L'AUTORE - Alessio Ponzio dopo una laurea in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre ha conseguito presso lo stesso ateneo nel settembre 2005 il dottorato in "Teoria e storia della formazione delle classi politiche". Borsista post-doc presso l'Institut für Europäische Geschichte di Mainz (2006-2007) ha pubblicato saggi dedicati alle organizzazioni giovanili dell'Italia fascista e della Germania nazista su riviste italiane e straniere. Per la tesi di dottorato, da cui il presente volume è stato tratto, ha ricevuto il "Premio Spadolini-Nuova Antologia" 2008-2009.

 

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Il fascino e la riscoperta del corpo (L'Italia prefascista; L'Ente nazionale per l'educazione fisica? Dalla soppressione degli Istituti di magistero all'esperimento di Bologna) - La nascita dell'Accademia del Foro Mussolini (La conditio sime qua non: l'assegnazione dell'educazione fisica scolastica all'Onb; La "Scuola superiore fascista di magistero per l'educazione ginnico-sportiva di Roma" (1927-1928); La Scuola educativa fisica e il Foro Mussolini; La svolta dell'anno 1928: da Scuola ad Accademia; 1929-1930: un tentativo di riforma; Il viaggio in America del 1931 e il lancio internazionale; La Regia accademia di educazione fisica e giovanile (1931-1933; L'inaugurazione del Foro Mussolini e della nuova sede dell'Accademia) - Il centro sperimentale della nuova pedagogia fascista (La Scuola dei dirigenti politici giovanili; Gli accademisti e i convitti nazionali: la legge del 1934; La religione in Accademia; La partecipazione degli accademisti ai Campi Dux; Gli accademisti combattenti; Meccanismi di selezione) - Una nuova classe di dirigenti ed educatori (Gli accademisti come dirigenti-tipo; I corsi estivi per la dirigenza periferica; I maestri elementari; La gioventù alla guida della gioventù; La dirigenza come patrimonio da salvaguardare; Quantità o qualità?) - L'Accademia della Gil (Una nuova organizzazione; continuità e innovazione di progetto; Accademia e progetti di forma; Gli accademisti di fronte alla guerra mondiale) - La formazione della dirigenza della Gioventù italiana del littorio (Il ruolo degli accademisti nella nuova organizzazione giovanile; Maestri e professori; Giovani graduati; Gli istruttori premilitari; Tra critiche e proposte di cambiamento) - La potenza dell'immagine - La formazione totalitaria: una rete di accademie, scuole e collegi (Dal "corso propedeutico" all'Accademia littoria; Scuole e collegi dell'Onb; Gli istituti della Gil; I nuovi istituti (1941-1943); Le borse di studio per gli istituti della Gil; La circolare di Sandro Bonamici del dicembre 1942) - Dalla dittatura alla democrazia (Luglio 1943; Il nuovo tentativo di Ricci; Gli istituti dell'Ob; I quadri dell'Ob; Nell'Italia liberata; Superare il passato) - Autodifesa e memoria. Educatori fascisti o insegnanti di educazione fisica? (L'astio dei diploma delle Scuole di magistrato;Le motivazioni (postume) dell'ingresso; Nella Rsi; Riduzione del ruolo) - Abbreviazioni e avvertenza - Indice dei nomi