Studi Piemontesi - giugno 2024 Stampa E-mail

Aa. Vv.

Studi Piemontesi
giugno 2024, volume LIII, fascicolo 1


 Centro Studi Piemontesi, pagg.349

 

aavv studipiemontesi-2024-1  Il numero estivo del 2024 della rivista "Studi Piemontesi" si conferma come una delle riviste di riferimento per gli studi storici, letterari, artistici e culturali riguardanti il Piemonte. Con un approccio rigorosamente interdisciplinare, il fascicolo raccoglie saggi, note, documenti e inediti che spaziano dal Rinascimento alla contemporaneità, con un'attenzione particolare alla storia regionale, alla sua cultura e alle sue trasformazioni politiche, sociali e artistiche. Ogni contributo riflette un meticoloso lavoro di ricerca e una passione per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale del Piemonte.

  Il fascicolo si apre con il saggio di Giovanni Donato intitolato "Mirabilia Urbis". L'Autore esplora una nuova famiglia di terrecotte e il rinnovamento artistico che caratterizzò la città di Chieri nel primo terzo del Cinquecento. Questo studio si distingue per la profondità analitica con cui Donato ricostruisce un aspetto spesso trascurato della storia artistica piemontese: il rinnovamento delle arti visive attraverso le produzioni locali. L'indagine sulle terrecotte, documentate da fonti d'archivio e confrontate con le produzioni artistiche di altre città italiane, offre una lettura originale delle trasformazioni culturali del periodo, gettando luce sul dinamismo artistico anche nelle realtà periferiche rispetto ai grandi centri urbani come Torino.

  Segue un altro contributo di rilievo, quello di Viviana Moretti, che ricostruisce la storia del Castello di Rivoli tra XIV e XV secolo attraverso i conti di castellania. Lo studio di Moretti si inserisce nella lunga tradizione della storiografia regionale e offre un'analisi dettagliata dei cambiamenti strutturali e delle funzioni del castello, un edificio simbolo del potere politico e culturale del Piemonte. Le fonti economiche e documentarie, come i conti di castellania, sono utilizzate dall'Autrice per tracciare un quadro completo delle vicissitudini del castello, dal suo ruolo di residenza signorile alla sua trasformazione in una delle principali roccaforti del territorio sabaudo.

  In un contesto storico più ampio, Isidoro Soffietti affronta il tema della "fusione perfetta" tra Sardegna e terraferma. Lo studio di Soffietti, che si sofferma sull'integrazione politica e sociale della Sardegna nel contesto della monarchia sabauda, offre uno spunto interessante su come le dinamiche regionali piemontesi abbiano influenzato l'evoluzione della Sardegna, sia in termini di politica economica che di assimilazione culturale.

  Andrea Verlucca Frisaglia, con il suo saggio dal titolo "Una difficile convivenza", esplora il Consolato sardo di Tangeri tra il 1818 e il 1825. Questa ricerca evidenzia le difficoltà politiche e diplomatiche della Sardegna in un contesto internazionale, evidenziando come la diplomazia sabauda abbia dovuto gestire conflitti e alleanze in un periodo storico segnato da instabilità geopolitiche in Europa e nel Mediterraneo.

  Nel campo della letteratura e delle arti, il saggio di Roberto Risso, "La sceneggiatura del San Francesco d'Assisi di Guido Gozzano", si concentra sull'intersezione tra poesia, immagine e rappresentazione nella figura di San Francesco d'Assisi, esplorando come Gozzano abbia trattato il tema religioso e umanitario del santo. Il saggio si distingue per l'analisi critica delle modalità con cui Gozzano ha coniugato la tradizione poetica con le immagini visive, proponendo una riflessione sulla modernità poetica.

  Nella sezione delle Note, si segnalano interventi significativi come quello di Paolo Cornaglia, che discute la "provenienza" e il significato di un disegno attribuito a un giardino principesco torinese, e quello di Simonetta Tombaccini, che rievoca la figura di Enrico di Montezemolo e la sua relazione con la provincia di Nizza negli anni cruciali del 1859-1860, periodo di intensi mutamenti politici legati al Risorgimento.

  Le riflessioni di Andrea Pennini su Costantino Nigra e il Risorgimento completano il quadro, offrendo una lettura emozionante e attenta del pensiero politico e sociale di Nigra, con un approfondimento sulla sua visione della storia e delle tradizioni piemontesi, riprendendo il filone degli studi sul Risorgimento in chiave regionale.

  La sezione dei Ritratti e ricordi non solo rende omaggio a figure di grande importanza storica e culturale del Piemonte, ma ci offre anche una finestra sulle personalità che hanno contribuito a costruire il panorama culturale piemontese. Paolo Cozzo, con il suo ritratto di Marco Giovanni Ponta, somasco di Arquata Scrivia, e Giovanni Tesio, con il ricordo di Pier Massimo Prosio, ci regalano due esemplificazioni di come la cultura piemontese si sia radicata non solo nelle grandi città, ma anche nei centri minori, dimostrando una vivacità culturale che trascende la geografia e la storia politica.

  La sezione "Documenti e inediti" rappresenta un ulteriore valore aggiunto per gli studiosi e i ricercatori. La pubblicazione di documenti inediti, come le lettere di Matteo Frigerio sulla guerra civile piemontese, o il racconto delle vicende di Cesare Mazzetti, banchiere piemontese in Frisia tra il 1586 e il 1622, arricchisce il panorama delle fonti storiche con testimonianze dirette e documenti poco conosciuti. Questi contributi offrono nuove prospettive di ricerca, stimolando approfondimenti sui legami tra il Piemonte e l'Europa settentrionale durante il Rinascimento e l'Età Moderna.

  Il Notiziario bibliografico rappresenta sempre una sezione preziosa per il lettore, con una selezione di recensioni che abbracciano temi storici, artistici e letterari. Questo numero non fa eccezione, presentando una ricca varietà di titoli che spaziano dalla storia del Piemonte al Risorgimento, alla cultura contemporanea. L'attenzione alle novità editoriali, così come alle mostre e ai convegni riguardanti la cultura regionale, completa un quadro di informazione utile per gli studiosi e gli appassionati.

  Il numero estivo di Studi Piemontesi per il 2024 offre, in definitiva, uno spaccato ricco e variegato della ricerca storica, culturale e letteraria sul Piemonte. Con un'attenzione particolare alla valorizzazione delle fonti e dei temi locali, la rivista si conferma come uno strumento irrinunciabile per chi desidera esplorare e approfondire la storia, la cultura e le tradizioni del Piemonte, contribuendo alla costruzione di un dialogo continuo tra passato e presente.

  La varietà dei temi trattati, la qualità dei contributi e la cura editoriale rendono questo numero estivo un appuntamento imperdibile per studiosi, ricercatori e lettori interessati alla cultura piemontese, nella sua ricchezza e complessità.