Saggi sul paesaggio |
Georg Simmel Saggi sul paesaggio Armando Editore, pagg.112, Euro 12,00
IL LIBRO – Questa raccolta riunisce i saggi dedicati al tema dell'esperienza in una delle sue forme più proprie, e insieme tipicamente umane e moderne: il paesaggio. “Infinite volte il cammino ci porta attraverso la libera natura e percepiamo, con i più diversi gradi d’attenzione, alberi e acque, prati e campi di grano, colline e case, e tutti i mille cambiamenti della luce e delle nuvole – ma, per il fatto che osserviamo questi singoli particolari o anche vediamo insieme questo e quello di loro, non siamo ancora convinti di vedere un “paesaggio”. Anzi, un tale singolo contenuto del campo visivo non può continuare ad avvincere i nostri sensi. La nostra coscienza ha bisogno di una nuova totalità, unitaria, che superi gli elementi, senza essere legata ai loro significati particolari ed essere meccanicamente composta da essi – questo soltanto è il paesaggio. Se non mi inganno, raramente si è capito che il paesaggio non è ancora dato quando cose di ogni specie si estendono, una accanto all’altra, su un pezzo di terra e vengono viste immediatamente insieme. Cercherò di spiegare qui, a partire da alcune delle sue promesse e delle sue forme, il vero e proprio processo spirituale che solo trasforma tutto questo e produce il paesaggio”. (da Filosofia del paesaggio)
DAL TESTO – “Mi sembra che la via per giungere perlomeno a dei valori approssimativi, conduca al di là del paesaggio come opera d’arte della pittura. Infatti la comprensione del nostro problema si collega allo sviluppo del seguente motivo: il paesaggio come opera d’arte sorge come continuazione, intensificazione e purificazione del processo in cui il paesaggio, nel senso linguistico abituale, sorge in tutti noi dalla mera impressione di singole cose della natura. Quel che fa l’artista: delimitare nella corrente caotica e nell’infinità del mondo immediatamente dato una parte, concepirla e formarla come un’unità, che ora trova il proprio senso in se stessa, tagliando i fili che la collegano al mondo e riallacciandoli nel proprio punto centrale – proprio questo facciamo anche noi, in misura minore e con meno coerenza, in modo frammentario e con limiti incerti, non appena invece di un prato, di una casa, di un ruscello, di un movimento delle nuvole, vediamo un “paesaggio”. Si manifesta qui una delle più profonde determinazioni di tutta la vita spirituale e della sua produttività. Tutto ciò che chiamiamo cultura contiene una serie di strutture dotate di legge propria, che con autosufficiente purezza si sono poste al di là della vita quotidiana, della trama complessa della vita pratica e soggettiva; intendo dire la scienza, la religione, l’arte. Certo, esse possono pretendere di venir coltivate e comprese in base alle proprie idee e alle proprie norme, esistenti di per sé, separate dalla torbidezza della vita accidentale. Nondimeno c’è anche un’altra via per la loro comprensione, o meglio, una via per una loro diversa comprensione. Vale a dire che la vita empirica, e quindi non quella, per così dire, in linea di principio, contiene continui accenni ed elementi di quelle strutture, che dalla vita si staccano per tendere verso quel loro sviluppo autonomo, che si cristallizza soltanto intorno alla propria idea. Non, dunque, come se tutte queste sfere creatrici dello spirito esistessero separatamente, e la nostra vita, che scorre guidata da determinati istinti e da determinate mete, si impadronisse di alcune loro sezioni e le adattasse a sé. Non è questo, che pure accade di continuo, che si intende qui, ma il fenomeno inverso”.
L’AUTORE – Georg Simmel (1858-1918) è uno dei padri fondatori della sociologia e dei maggiori interpreti della modernità. Nella prima fase della sua riflessione (Il problema della sociologia, 1892; Filosofia del denaro, 1900) Simmel tentò di elaborare un approccio d'indagine ai problemi della società contemporanea che conciliasse il positivismo e l'evoluzionismo con le istanze della filosofia di Kant. In seguito, con la crisi del positivismo, si accostò alle posizioni dei neokantiani della scuola del Baden, rielaborando il concetto di categoria (Problemi fondamentali della filosofia, 1910; Problemi fondamentali della sociologia, 1917). Secondo Simmel, le categorie ordinano i dati empirici, unificando i fenomeni sia nel campo delle scienze naturali sia in quello delle scienze sociali, ma, a differenza di quanto sostengono i neokantiani e lo stesso Kant, non sono immutabili, poiché vengono prodotte da uomini inseriti in un determinato scenario storico, e pertanto si trasformano anch'esse col mutare della storia.
LA CURATRICE - Monica Sassatelli è dottore di ricerca in Sociologia. Ha insegnato nell’ambito della sociologia della cultura e del turismo nelle Università di Ferrara, Teramo e Urbino. Per l’anno accademico 2004-2005 è stata Jean Monnet Yellow all’Istituto Universitario Europeo di Firenze.
INDICE DELL’OPERA – Presentazione – L’esperienza del paesaggio, di Monica Sassatelli – Saggi sul paesaggio di Georg Simmel – Filosofia del paesaggio – Le rovine – Le Alpi – I paesaggi di Böcklin – Nota bio-bibliografica |