Dalla dottrina Eisenhower alla dottrina Carter Stampa E-mail

Paolo Wulzer

Dalla dottrina Eisenhower alla dottrina Carter
Gli Stati Uniti e la "sicurezza per delega" nel Golfo Persico
(1956-1980)


Edizioni Nuova Cultura, pagg.330, € 26,00

 

wulzer dottrina  IL LIBRO – Il volume ricostruisce l'evoluzione della politica di sicurezza americana nel Golfo Persico, nel periodo compreso tra la crisi di Suez del 1956 e l'annuncio della cosiddetta dottrina Carter nel 1980. La scelta di questi due riferimenti cronologici si spiega, da un lato, con il valore periodizzante della crisi del Canale sia per gli equilibri del Mediterraneo e del Medio Oriente che per il ruolo regionale degli Stati Uniti. Dall'altro, con gli elementi di discontinuità che il discorso di Carter inseriva nella consueta prassi americana, basata fino ad allora sulla delega nel mantenimento degli assetti pro-occidentali del Golfo prima all'alleato britannico e successivamente ai "clienti" locali. In particolare la monografia si propone di analizzare contenuti ed implicazioni di tre dottrine di politica estera americana che, in tempi e modalità differenti, ebbero un impatto determinante nel plasmare la politica di sicurezza americana nel Golfo e in generale nell'intero Medio Oriente. La dottrina Eisenhower del 1957, con la quale gli Stati Uniti, per evitare che il "vuoto" lasciato nella regione dalle potenze coloniali europee fosse riempito dai sovietici, affermavano il proprio ruolo centrale nella tutela degli assetti del Medio Oriente. La dottrina Nixon del 1969, con la quale la nuova amministrazione americana annunciava l'intenzione di ridurre l'esposizione internazionale degli Stati Uniti nei teatri periferici del confronto bipolare e di aumentare allo stesso tempo la capacità difensiva degli alleati regionali. Infine, la dottrina Carter del 1980 che dichiarava l'intenzione americana di intervenire militarmente per contenere le spinte sovietiche verso il Golfo ed i suoi campi petroliferi.

  DAL TESTO – "[...] nei primi mesi del conflitto, la neutralità degli Stati Uniti, così come quella dell'Unione Sovietica, apparve parzialmente sbilanciata verso Teheran. Anche per Washington, come per Mosca, un atteggiamento di maggiore riguardo verso gli iraniani risultava infatti più conveniente, sia per sbloccare lo stallo sulla crisi degli ostaggi che per evitare che i sovietici guadagnassero troppo terreno in Iran.
  "Ma la linea di neutralità sbilanciata della Casa Bianca, testimoniata da diverse decisioni assunta da Carter negli ultimi mesi della sua presidenza, suscitò tuttavia vaste opposizioni all'interno dell'amministrazione. In primo luogo, infatti, tale scelta rischiava di compromettere i rapporti con l'Arabia Saudita e le altre monarchie del Golfo, tutte schierate a fianco dell'Iraq, la cui collaborazione appariva vitale sia per la tenuta della «cornice di sicurezza» regionale che per la stabilità dei prezzi del petrolio. Inoltre, come evidenziato da alcune analisi della Cia elaborate nel mese di ottobre, la guerra, lungi dall'indebolire il regime iraniano, stava invece rafforzando attorno a Khomeini, alle guardie rivoluzionarie e al clero radicale. Infine, come sottolineato dall'incaricato d'affari americano a Baghdad Eagleton, l'Iran rappresentava uno stato fondamentalista che avrebbe continuato ad opporsi agli USA indipentemente dalla presenza di Khomeini al potere, mentre l'Iraq di Saddam Hussein costituiva una potenza essenzialmente conservatrice, che al termine del conflitto avrebbe potuto giocare un ruolo centrale come fattore di stabilizzazione regionale."

  L'AUTORE – Paolo Wulzer è docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Ha pubblicato volumi, saggi ed articoli sulla politica estera italiana nel Mediterraneo, le relazioni tra Stati Uniti e Medio Oriente dalla guerra fredda al sistema post-bipolare e il ruolo dell'Unione Europea come attore politico e di sicurezza internazionale.

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Capitolo I. Gli Stati Uniti e la "sicurezza per delega" in Medio Oriente: la dottrina Eisenhower nel Mediterraneo e la Pax Britannica nel Golfo Persico (1956-1967) (1. La dottrina Eisenhower e i suoi limiti: l'avvio dell'egemonia americana nel Mediterraneo - 2. «L'autostrada del petrolio»: la crisi di Suez e la sicurezza del Golfo nel dibattito strategico occidentale - 3. La crisi irachena: il superamento della dottrina Eisenhower e le questioni della sicurezza del Golfo - 4. Gli Stati Uniti e la Pax Britannica nel Golfo durante le amministrazioni Kennedy e Johnson) - Capitolo II. L'aggiornamento della "sicurezza per delega": la dottrina Nixon e la Twin Pillars Strategy nel Golfo Persico (1968-1976) (1. Il ritiro britannico dal Golfo e la posizione degli Stati Uniti - 2. La rivoluzione petrolifera e i nuovi equilibri della penisola arabica - 3. La dottrina Nixon e i due "pilastri" di sicurezza nel Golfo - 4. La guerra di Ottobre e le sue conseguenze per gli assetti del Golfo) - Capitolo III. La crisi della "sicurezza per delega": l'amministrazione Carter e la fine della stabilità del Golfo Persico (1977-1979) (1. L'amministrazione Carter e i problemi della sicurezza del Golfo: i rapporti con Arabia Saudita ed Iraq - 2. I diritti umani e il commercio degli armamenti: le conseguenze sulla politica di sicurezza americana nel Golfo - 3. La guerra del Corno d'Africa e il colpo di stato in Afghanistan: le divisioni interne all'amministrazione Carter e la crisi della relazione con l'Arabia Saudita - 4. La "perdita" dell'Iran, le ripercussioni regionali e le valutazioni degli Stati Uniti - 5. La modifica del sistema di sicurezza regionale: le prime ipotesi di militarizzazione del Golfo - 6. Il rilancio della "sicurezza per delega": gli Stati Uniti tra Iran, Arabia Saudita ed Iraq) - Capitolo IV. L'abbandono della "sicurezza per delega": la dottrina Carter e la militarizzazione del Golfo Persico (1979-1980) (1. La crisi degli ostaggi in Iran e la questione delle basi militari nel Golfo - 2. L'invasione sovietica dell'Afghanistan e le conseguenze sulla politica regionale degli Stati Uniti - 3. La dottrina Carter e i suoi limiti: l'avvio dell'egemonia americana nel Golfo - 4. Le reazioni dei paesi europei: tra sicurezza regionale e crisi della distensione - 5. Le difficoltà di applicazione della dottrina e la rivalutazione dei rapporti con Iraq ed Iran - 6. Lo scoppio della guerra tra Iran ed Iraq e la neutralità "sbilanciata" degli Stati Uniti) – Conclusioni - Documenti (La dottrina Eisenhower (1957) - La dottrina Nixon (1969) - La dottrina Carter (1980)) - Bibliografia