I fantasmi del Cansiglio Stampa E-mail

Antonio Serena

I fantasmi del Cansiglio
Eccidi partigiani nel Trevigiano 1944-1945

Mursia, pagg.308, Euro 18,00

serena_cansiglio  IL LIBRO – Nel corso della guerra civile 1944-45 la provincia di Treviso rappresentò una delle zone più martoriate d’Italia. La presenza sul Cansiglio di un nutrito gruppo di partigiani bolognesi inviati dai vertici del Partito comunista italiano contribuì a far lievitare lo scontro fra le parti e il numero dei morti in una zona tradizionalmente poco incline alla violenza.
  La furia omicida di questi «vendicatori» si sviluppò soprattutto a guerra finita, quando i vinti avevano deposto le armi e si erano arresi, e risultò quindi più facile colpirli. Non poteva del resto essere altrimenti, dal momento che la vantata costituzione di «divisioni», «brigate» e «battaglioni» partigiani in termini di organici si riduceva alla presenza di reparti numericamente poco consistenti che operavano con tecniche di guerriglia basate su sabotaggi, imboscate e azioni «mordi e fuggi», provocando inutili e sanguinose rappresaglie pagate quasi sempre dalla popolazione civile.
  Alla prova del fuoco dello scontro frontale nei rastrellamenti del Grappa e del Cansiglio, queste forze, disorganizzate e mal equipaggiate, si sfaldarono riapparendo a guerra finita per occupare città deserte, sfilare da vincitori a fianco degli angloamericani e consumare le ultime vendette su militari e civili, i corpi della maggior parte dei quali – più di 2.000 secondo fonti partigiane – vennero fatti sparire nelle numerose foibe della zona.
  Nonostante questo poco lusinghiero album di famiglia, il «mito della resistenza» – un insieme di occultamenti storici, crimini e leggende – ha percorso tutta la seconda metà del XX secolo iniziando a esaurirsi solo dopo il crollo del comunismo in Europa.

  DAL TESTO – “Nonostante pressioni, condizionamenti politici e frequenti incidenti di percorso, la storia segue comunque il suo corso naturale continuando a emanare le sue inappellabili sentenze e contribuendo a far perdere smalto a tante ricostruzioni fantastiche e faziose, compresa quella che l'insospettabile Romolo Gobbi definì il «mito della resistenza». Al punto che nessuno oggi può più seriamente mettere in dubbio che la guerra civile combattuta in Italia tra il 1944 e il 1945 abbia interessato una minoranza di persone e che non vi sia quindi stata alcuna partecipazione popolare; che non vi furono «parti giuste e parti sbagliate» (anche per l'impossibilità di assimilare capitalismo e comunismo), ma idealisti, martiri, eroi e banditi in ambedue gli schieramenti; che se è vero che l'Italia venne occupata dai tedeschi è altrettanto vero che a invaderla furono anche gli angloamericani; che la guerra non fu vinta, come qualche storico improvvisato ha scritto di recente, dai partigiani, il cui contributo fu assolutamente irrilevante, molto spesso inutile e foriero di crudeli rappresaglie pagate dalle popolazioni civili; che il Tribunale Supremo Militare, con sentenza n. 747 del 26 aprile 1954, non ha riconosciuto ai partigiani la qualifica di «belligeranti», «non ricorrendo nei loro confronti le condizioni che le norme di diritto internazionale cumulativamente richiedono...»; che nella guerra civile i comunisti svolsero il ruolo degli «utili idioti» e, dopo essersi battuti per l'instaurazione di una repubblica socialista, finirono col consegnare il Paese nelle mani delle potenze capitaliste; che a guerra terminata esponenti della resistenza italiana portarono a termine una carneficina - 35/40.000 uccisi - negata per anni; che in soli due anni, dal 1948 al 1950, il regime democratico subentrato al fascismo condannò a pene capitali e detentive (2.000 condanne a morte e 200.000 anni di carcere) un numero di oppositori politici quattro volte superiore a quelli condannati dai Tribunali Speciali dal 1927 al 1943. In tutto il mondo, in quanto a genocidi e olocausti, i vincitori non si sono dimostrati migliori dei vinti.”

  L’AUTORE – Antonio Serena è nato a Padova nel 1948 e risiede in provincia di Treviso. Giornalista e scrittore, già docente di Civiltà francese nei licei e parlamentare di quarta legislatura, coordina attualmente la rassegna stampa on line «liberaopinione». Laureato in Lingue e letterature straniere, in Lettere moderne e in Storia, si è specializzato in Storia contemporanea all’Università di Urbino. Ha pubblicato L’epurazione in Francia nel secondo dopoguerra (1982), Oderzo 1945, storia di una strage (1984), I giorni di Caino (1990) e con Mursia La cartiera della morte (2009).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Francesco Lamendola - Introduzione - Capitolo Primo. Valdobbiadene, feudo di «Mostaceti» (Gli NP vanno al fronte - Toni Adami, un partigiano scomodo - A carità col mitra - Morte all'«attesista» - Crimini e rapine da Guia a Miane - L'assassinio dei Pattini - La fin e di Enrico Ceccarel – L’eccidio di Saccol - Le uccisioni a Bosco Rondola - Madean: rapinati e infoibati - Il «rapporto Sotgiu» sugli eccidi) - Capitolo Secondo. Sangue dal Montello a Revine (I saponificatori del Montello - La rappresaglia di Montebelluna - Attilio Scardala, eroe di Zapparè - La «guerra per finta» e i morti veri - Le CAS e l'assassinio di Narciso Rossi - La rappresaglia di Caerano S. Marco - Cornuda: il calvario di Terzo Buratto - Il Vangelo secondo don Antonio – Gli eccidi di Tarzo e Revine - Il mercato delle salme - L'assalto al presidio alpino di Tarzo – L’uccisione di Ermando Grava - I giudici: «uccisi per rapina») - Capitolo Terzo. I massacri del Cansiglio (Divisioni inventate e battaglioni spariti - Il mattatoio della «Gotti» - La testimonianza di Gino Brambilla - I rapporti degli inquirenti - Lamosano: seviziati, uccisi, bruciati – Partigiani brava gente - Il presidio di Fregona – Infoibati - Il Bus de la Lum – L’assassinio di Nella De Pieri) - Capitolo Quarto. Vittorio Veneto: i giorni delle stragi (Giustizia partigiana: «Nel dubbio uccidi» - Guerre private - Bus de la Lum: «Milo» confessa - La «Nannetti» e la violazione dei patti - Menarè, la morte dal cielo - Massacri veri e storie romanzate - Il criminale di «Radio Londra» - «IX Settembre»: un battaglione sparito - I «sacri ideali» e l'assalto alle casseforti) - Note - Nota dell'Autore - Ringraziamenti - Bibliografia