"Il Capitale" di Karl Marx Stampa E-mail

Karl Marx

Il Capitale

(a cura di Aurelio Macchioro e Bruno Maffi)

Utet Libreria, 3 voll., pagg.3024, Euro 30,00

 

marx_capitale  L’OPERA – Il Capitale rappresenta la sintesi più completa del pensiero economico marxiano, ma non è un'opera di pura economia, nel senso che non è possibile comprenderne la struttura e il significato senza far riferimento all'impostazione più generalmente "filosofica" che lo sottende e che si trova esemplarmente sintetizzata nell'Introduzione a Per la critica dell'economia politica (1859), in cui Marx mostrava la fecondità dell'applicazione del metodo dialettico hegeliano all'analisi della struttura economica, intendendosi per dialettica quella reale, che procede "sui piedi", ossia dai rapporti di produzione, e non "cammina sulla testa", ossia nello svolgimento dell'Idea. Posto che la reale struttura dello svolgimento storico sia costituita appunto dai rapporti di produzione, la dialettica spiega il necessario svilupparsi di contraddizioni all'interno degli assetti sociali nei quali i rapporti di produzione vengono via via a esprimersi: le contraddizioni portano a una crisi, il cui superamento è costituito da un nuovo assetto sociale dei rapporti stessi. Per quanto riguarda il sistema economico capitalistico, caratteristico dell'epoca storico-sociale borghese, le contraddizioni destinate a sfasciarlo sono determinate sia dall'antagonismo tra la classe dei capitalisti e quella dei proletari, sia da ragioni intrinseche alla struttura del capitalismo stesso, come appunto intende dimostrare l'analisi più specificamente economica svolta nel Capitale. E' da notare che il pensiero economico di Marx si distingue dall'indirizzo prevalentemente seguito dagli studiosi di impostazione liberale, o comunque borghese, proprio per il fatto che non si restringe a un'analisi puramente economica di problemi specifici, quali quelli dell'equilibrio, o del mercato, ma ha di mira una prospettiva generale, la quale a sua volta si esprime attraverso canoni interpretativi che apparentano Marx piuttosto agli esponenti dell'economia "classica", come Smith e Ricardo.
  Inoltre, mentre l'economia borghese studia il fatto economico come un dato immodificabile, Marx lo indaga con l'intendimento di individuarne i fattori che ne provocheranno successivamente la trasformazione. Dei tre libri che compongono il Capitale, il primo è considerato anche il più importante. Le dottrine fondamentali che vi sono svolte fanno riferimento ai concetti di valore (d'uso e di scambio), di forza-lavoro, di plusvalore (assoluto e relativo) e di accumulazione capitalistica. Posto che il valore da considerare in una merce anche per Marx è il valore di scambio, mentre la merce, in quanto tale, è un valore d'uso, egli insiste tuttavia sul fatto che non è lo scambio a determinare il valore, ma il valore a determinare lo scambio: "La forma di valore o l'espressione di valore della merce sorge dalla natura del valore di merce, e non è vero l'inverso, che valore e grandezza di valore sorgano dal suo modo d'esprimersi come valore di scambio". Questo perchè, in accordo con i principi dell'economia classica, il valore di un prodotto secondo Marx è dato dalla quantità di lavoro impiegata per produrlo: "Un valore d'uso o bene ha valore soltanto perchè in esso viene oggettivato , o materializzato, lavoro astrattamente umano". La grandezza del valore verrà misurata quindi sulla quantità di "sostanza valorificante", cioè di lavoro contenuta nel prodotto e la quantità di lavoro si misurerà a sua volta con la sua durata temporale: ciò consente a Marx di concludere che "come valori, tutte le merci sono soltanto misure determinate di tempo di lavoro congelato ". In un regime capitalistico, il lavoro contenuto in un prodotto non proviene da colui che possiede il prodotto stesso e lo può scambiare con denaro, cioè il capitalista, bensì dal lavoratore dipendente, che vende al capitalista il proprio lavoro, impiegato nella produzione. Non si tratta comunque di semplice e astratto lavoro, avverte Marx, bensì di forza-lavoro, cioè "l'insieme delle attitudini fisiche e intellettuali che esistono nella corporeità, ossia nella personalità vivente d'un uomo, e che egli mette in movimento ogni volta che produce valori d'uso di qualsiasi genere". La forza-lavoro si consuma nella produzione e richiede perciò di essere reintegrata con adeguati mezzi di sussistenza: il valore di scambio della forza-lavoro si esprimerà quindi come valore dei mezzi di sussistenza necessari all'operaio per reintegrare la sua forza-lavoro stessa, cioè per mantenersi in vita e reggere la fatica. "Ma - osserva Marx - il lavoro trapassato, latente nella forza-lavoro e il lavoro vivente che può fornire la forza-lavoro, cioè i costi giornalieri di mantenimento della forza-lavoro e il dispendio giornaliero di questa sono due grandezze del tutto distinte ... Che sia necessaria una mezza giornata lavorativa per tenerlo in vita per ventiquattro ore, non impedisce affatto all'operaio di lavorare per una giornata intera. Dunque il valore della forza-lavoro e la sua valorizzazione nel processo lavorativo sono due grandezze differenti. A questa differenza di valore mirava il capitalista quando comperava la forza-lavoro". In altre parole, l'operaio percepisce attraverso il salario l'equivalente del valore della sua forza-lavoro, ma il salario paga solo quel valore, mentre di fatto l'operaio lavora ogni glorno per un tempo maggiore di quello richiesto per produrre il valore della sua forza-lavoro: egli produce così "pluslavoro", che si traduce in "plusvalore", una quantità eccedente di valore prodotto, che viene incamerato dal capitalista. È questa la condizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Posto che occorre ogni giorno un certo numero di ore di lavoro per produrre il valore della forza-lavoro, sarà interesse del capitalista aumentare al massimo le ore di lavoro dell'operaio, per ricavarne il massimo plusvalore, e quindi il massimo profitto: si tratta della produzione del plusvalore che Marx chiama "assoluto", e delle cui disastrose conseguenze sociali egli dà una vivace descrizione in un lungo capitolo dedicato alla "giornata lavorativa" in cui stigmatizza la voracità degli industriali, che cercano in ogni modo di aumentare appunto la giornata lavorativa - fissata allora in Inghilterra in dodici ore - sottoponendo gli operai a ogni sorta di turni. Nè la situazione migliora quando, portato all'estremo limite lo sfruttamento che dà luogo al plusvalore assoluto, si passa alla formazione di plusvalore relativo, dovuto cioè alla maggior produttività realizzata attraverso il miglioramento degli strumenti di produzione: Marx nota infatti come la conseguenza immediata dell'introduzione della meccanizzazione nell'industria sia consistita "nell'appropriazione di forze-lavoro addizionali da parte del capitale", e cioè nell'impiego di donne e fanciulli, nel prolungamento della giornata lavorativa, nell'intensificazione del lavoro. Attraverso un tipo di discussione che non disgiunge mai le esemplificazioni e i richiami storici dall'esposizione della teoria, Marx analizza minutamente le varie condizioni di lavoro che si sono realizzate con l'introduzione della macchina, comprese le ripercussioni sul lavoro a domicilio. Uguale accuratezza d'analisi egli riserva anche alla trattazione del salario, nelle sue varie specificazioni, come il salario a tempo e quello a cottimo.
  Il plusvalore, una volta incamerato dal capitalista, si trasforma in capitale, in quanto viene reimpiegato nell'industria: ma il capitale si distingue in due aliquote: la parte costante, assorbita nelle materie prime e nel macchinario, e la parte variabile, investita nei salari. Secondo Marx, è legge generale del capitalismo che l'accumulazione si traduca "in un continuo aumento della parte costitutiva costante a spese della sua parte costitutiva variabile", il che significa impoverimento progressivo dei lavoratori e formazione di una sovrappopolazione operaia, ossia di "un esercito industriale di riserva", sempre pronto a vendere il proprio lavoro per un boccone di pane. D'altro canto, l'accumulazione porta al progressivo assorbimento delle proprietà private minori da parte dei capitali maggiori, che tendono sempre più a concentrarsi nelle mani di pochi. A questo punto si acutizzeranno al massimo grado le contraddizioni del sistema, nel senso che "la centralizzazione dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro raggiungono un punto in cui divengono incompatibili col loro involucro capitalistico. Ed esso viene spezzato. Suona l'ultima ora della proprietà privata capitalistica. Gli espropriatori vengono espropriati ". E' qui che si palesa il meccanismo dialettico che sottende il corso storico: a giudizio di Marx, posto che l'appropriazione capitalistica ha costituito la negazione della proprietà privata individuale, essa genera da sè, "con l'ineluttabilità di un processo naturale" la propria negazione, che si costituisce quindi hegelianamente come "negazione della negazione", la quale a sua volta d luogo a una nuova sintesi dialettica, traducentesi nel "possesso collettivo della terra e dei mezzi di produzione".
  Il secondo e il terzo libro del Capitale sono più propriamente "tecnici": l'uno affronta vari problemi inerenti alla circolazione del capitale, alle sue trasformazioni cicliche, alla sua rotazione; l'altro questioni inerenti alla trasformazione del plusvalore in profitto, e di parte del profitto in rendita fondiaria, processo quest'ultimo che a Marx interessa soprattutto in quanto mette in luce come "l'agricoltura, precisamente come la manifattura, sia dominata dal modo di produzione capitalistico". Questo fatto implica che "tale modo di produzione domini tutte le sfere della produzione e della società borghese, e che esistano quindi, pienamente sviluppate, le sue condizioni essenziali, quali la libera concorrenza fra i capitali, la loro trasferibilità da una sfera di produzione all'altra, un livello uniforme del profitto medio ecc.". (fonte: http://www.parodos.it/guidailcapitale.htm)

  DAL TESTO – "Il giro del denaro mostra una costante, monotona ripetizione dello stesso processo. La merce sta sempre dalla parte del venditore, il denaro sempre da quella del compratore, come mezzo di acquisto. Funziona come mezzo di acquisto in quanto realizza il prezzo della merce. [...] Il capitalista deve essere ancora considerato come possessore unico del plusvalore. Quanto all'operaio, egli è soltanto il punto di partenza secondario del denaro da lui gettato nella circolazione, mentre il capitalista ne è il punto di partenza primario. [...] Nel moderno sistema del credito, il capitale produttivo d'interesse viene nell'insieme adattato alle condizioni della produzione capitalistica. L'usura in quanto tale non solo continua ad esistere, ma, in popoli a produzione capitalistica evoluta, viene liberata dagli ostacoli che tutte le legislazioni precedenti le opponevano."

  L’AUTORE – Karl Marx (1818-1883) nacque a Treviri. Studiò diritto e filosofia. Scrisse Il capitale, la sua opera più importante e, con la collaborazione di Friedrich Engels, La sacra famiglia (1845) e L’ideologia tedesca (1845-1846).

  INDICE – Volume I: Introduzione, di Aurelio Macchioro - Nota biografica, di Aurelio Macchioro - Nota bibliografica, di Aurelio Macchioro - Nota del traduttore - Libro primo. Il processo di produzione del capitale - Karl Marx. Prefazione alla prima edizione - Poscritto alla seconda edizione - Prefazione all'edizione francese - Sezione prima. Merce e denaro - Capitolo I. La merce - Capitolo II. Il processo di scambio - Capitolo III. Il denaro o la circolazione delle merci - Sezione seconda. La trasformazione del denaro in capitale - Capitolo IV. Trasformazione del denaro in capitale - Sezione terza. La produzione del plusvalore assoluto - Capitolo V. Processo di lavoro e processo di valorizzazione - Capitolo VI. Capitale costante e capitale variabile - Capitolo VII. Il saggio di plusvalore - Capitolo VIII. La giornata lavorativa - Capitolo IX. Saggio e massa del plusvalore - Sezione quarta. La produzione del plusvalore relativo - Capitolo X.  Concetto di plusvalore relativo - Capitolo XI. Cooperazione - Capitolo XII. Divisione del lavoro e manifattura - Capitolo XIII. Macchine e grande industria - Sezione quinta. La produzione di plusvalore assoluto e relativo - Capitolo XIV. Plusvalore assoluto e relativo - Capitolo XV. Variazioni di grandezza nel prezzo della forza lavoro e nel plusvalore - Capitolo XVI. Diverse formule per il saggio di plusvalore - Sezione sesta. Il salario - Capitolo XVII. Trasformazione del valore, e rispettivamente del prezzo, della forza lavoro in «compenso del lavoro» - Capitolo XVIII. Il salario a tempo - Capitolo XIX. Il salario al pezzo, o a cottimo - Capitolo XX. Differenze nazionali dei salari - Sezione settima. Il processo di accumulazione del capitale - Capitolo XXI. Riproduzione semplice - Capitolo XXII. Trasformazione del plusvalore in capitale - Capitolo XXIII. La legge generale dell'accumulazione capitalistica - Capitolo XXIV. La cosiddetta accumulazione originaria - Capitolo XXV. La moderna teoria della colonizzazione - Indice delle opere citate - Prospetto dei pesi, misure e monete – Appendice - K. Marx: Prefazione a Per la critica dell'economia politica -  K. Marx a L. Kugelmann, 13.X.1866 - K. Marx a S. Meyer, 30.IV.l867 - K. Marx a L. Kugelmann, 27.VI.l870 – F. Engels a J. Bloch, 21.IX.1890 - F. Engels a C. Schmidt, 27.X.1890 – F. Engels a W. Borgius, 25.I.l894 - Carteggio Zasulič-Marx - Indice dei nomi - Indice analitico
Volume II: Introduzione, di Bruno Maffi - Libro secondo. Il processo di circolazione del capitale - Friedrich Engels: Prefazione - Friedrich Engels: Premessa alla II edizione - Sezione prima. Le metamorfosi del capitale e il loro ciclo - Capitolo I. Il ciclo del capitale denaro - Capitolo II. Il ciclo del capitale produttivo - Capitolo III. Il ciclo del capitale merce - Capitolo IV. Le tre figure del processo ciclico - Capitolo V. Il tempo di circolazione - Capitolo VI. I costi di circolazione - Sezione seconda. La rotazione del capitale - Capitolo VII. Tempo di rotazione e numero delle rotazioni - Capitolo VIII. Capitale fisso e capitale circolante - Capitolo IX. La rotazione totale del capitale anticipato. Cicli di rotazione - Capitolo X. Teorie su capitale fisso e circolante. I fisiocratici e Adam Smith - Capitolo XI. Teorie su capitale fisso e circolante. Ricardo - Capitolo XII. Il periodo di lavoro - Capitolo XIII. Il tempo di produzione - Capitolo XIV. Il tempo di circolazione - Capitolo XV. Influenza del tempo di rotazione sulla grandezza del capitale anticipato - Capitolo XVI. La rotazione del capitale variabile - Capitolo XVII. La circolazione del plusvalore - Sezione terza. La riproduzione e circolazione del capitale sociale totale - Capitolo XVIII. Introduzione - Capitolo XIX. Procedenti impostazioni del problema - Capitolo XX. Riproduzione semplice - Capitolo XXI. Accumulazione e riproduzione allargata - Indice delle opere citate - Prospetto dei pesi, delle misure e delle monete – Appendice - Marx a Engels, 6 luglio 1863 - Marx a Engels, 24 agosto 1867 - Engels a Marx, 26 agosto 1867 - Engels a Marx, 27 agosto 1867 - Engels a Victor Adler, 16 marzo 1895 - Indice dei nomi - Indice analitico
Volume III: Introduzione - Libro terzo. Il processo complessivo della produzione capitalistica – Prefazione, di Friedrich Engels - Parte prima - Sezione prima. La trasformazione del plusvalore in profitto e del saggio di plusvalore in saggio di profitto - Capitolo I. Prezzo di costo e profitto - Capitolo II. Il saggio di profitto - Capitolo III. Rapporto fra saggio di profitto e saggio di plusvalore - Capitolo IV. Influenza della rotazione sul saggio di profitto - Capitolo V. Economie nell'impiego di capitale costante - Capitolo VI. Effetti delle variazioni di prezzo - Capitolo VII. Integrazioni - Sezione seconda. La trasformazione del profitto medio - Capitolo VIII. Diversa composizione dei capitali in differenti rami di industria e conseguente diversità dei saggi di profitto - Capitolo IX. Formazione di un saggio generale di profitto (saggio medio di profitto) e metamorfosi dei valori delle merci in prezzi di produzione - Capitolo X. Livellamento del saggio generale di profitto ad opera della concorrenza. Prezzi di mercato e valori di mercato. Sovraprofitto - Capitolo XI. Effetti di oscillazioni generali del salario sui prezzi di produzione - Capitolo XII. Integrazioni - Sezione terza. Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto - Capitolo XIII. La legge in quanto tale - Capitolo XIV. Cause contrastanti - Capitolo XII. Sviluppo delle contraddizioni intrinseche della legge - Sezione quarta. Trasformazione del capitale merce e del capitale denaro in capitale per il commercio di merci e capitale per il commercio di denaro (capitale commerciale) - Capitolo XIII. Il capitale per il commercio di merci - Capitolo XIII. Il profitto commerciale - Capitolo XVIII. La rotazione del capitale commerciale. I prezzi - Capitolo XIX. Il capitale per il commercio di denaro - Capitolo XX. Cenni storici sul capitale commerciale - Sezione quinta. Ripartizione del profitto in interesse e utile d'intrapresa. Il capitale produttivo d'interesse - Capitolo XXI. Il capitale produttivo d'interesse - Capitolo XXII. Ripartizione del profitto. Interesse. Saggio «naturale» dell'interesse - Capitolo XXIII. Interesse e utile d'intrapresa - Capitolo XXIV. Esteriorizzazione del rapporto di capitale nella forma del capitale produttivo d'interesse - Capitolo XXV. Credito e capitale fittizio - Capitolo XXVI. Accumulazione di capitale denaro. Suo influsso sul saggio d'interesse - Capitolo XXVII. Il ruolo del credito nella produzione capitalistica - Capitolo XXVIII. Medio circolante e capitale. La concezione di Tooke e Fullarton - Parte seconda - Capitolo XXIX. Elementi del capitale bancario - Capitolo XXX. Capitale denaro e capitale reale I - Capitolo XXXI. Capitale denaro e capitale reale II - Capitolo XXXII. Capitale denaro e capitale reale III - Capitolo XXXIII. Il mezzo di circolazione nel sistema creditizio - Capitolo XXXIV. Il currency principle e la legislazione bancaria inglese del 1844 - Capitolo XXXV. Metalli nobili e corso dei cambi - Capitolo XXXVI. In epoca precapitalistica – Sezione sesta. Trasformazione del sovraprofitto in rendita fondiaria - Capitolo XXXVII. Note introduttive - Capitolo XXXVIII. La rendita differenziale: considerazioni generali - Capitolo XXXIX. Prima forma della rendita differenziale (Rendita differenziale I) - Capitolo XL. Seconda forma della rendita differenziale (Rendita differenziale II) - Capitolo XLI. La rendita differenziale II. Primo caso: prezzo di produzione costante - Capitolo XLII. La rendita differenziale II. Secondo caso: prezzo di produzione decrescente - Capitolo XLIII. La rendita differenziale II. Terzo caso: prezzo di produzione crescente. Risultati - Capitolo XLIV. Rendita differenziale anche sul peggiore dei terreni coltivati - Capitolo XLV. Rendita fondiaria assoluta - Capitolo XLVI. Rendita delle aree edificabili. Rendita mineraria. Prezzo del suolo - Capitolo XLVII. Genesi della rendita fondiaria capitalistica - Sezione settima. I redditi e le loro fonti - Capitolo XLVIII. La formula trinitaria - Capitolo XLIX. Per l'analisi del processo di produzione - Capitolo L. L'apparenza della concorrenza - Capitolo LI. Rapporti di distribuzione e rapporti di produzione - Capitolo LII. Le classi - Integrazione e poscritto al III libro del Capitale, di Federico Engels - Indice delle opere citate - Prospetto dei pesi, misure e monete – Appendice - 1. Sulla teoria della rendita: uno scambio di lettere Marx-Engels - II. Saggio di plusvalore e saggio di profitto, valori e prezzi di produzione, in due lettere di Marx ad Engels - III. Proudhon e i piani di abolizione dell'interesse: uno scambio di lettere Engels-Marx - IV. A proposito delle armonie economiche di Henry Charles Carey - V. Marx e la nazionalizzazione della terra - Sulla nazionalizzazione del suolo (Marx, 1872) - Indice dei nomi - Indice analitico