Incognita Libia Stampa E-mail

Michela Mercuri

Incognita Libia
Cronache di un Paese sospeso
Nuova edizione aggiornata

Prefazione di Sergio Romano


Edizioni Franco Angeli, pagg.198, € 22,00

 

mercuri libia  IL LIBRO – Un Paese sospeso tra un passato fragile e un futuro incerto: questa è oggi la Libia. Il presente non c'è. Manca dal 2011, quando gli attori internazionali decidono di intervenire nelle rivolte in corso nel Paese per mettere le mani sulle sue risorse.
  Oggi, dopo anni di guerre per procura da parte di quegli stessi attori, la Jamahiriya di Gheddafi è uno Stato controllato dalle milizie, in piena crisi economica, terreno fertile per jihadisti e gruppi criminali che lucrano sul traffico dei migranti.
  A più di un anno di distanza dall'uscita del volume molti nuovi eventi hanno scosso la Libia e, nonostante i tentativi di mediazione internazionale, il terrorismo di matrice islamica vede un vero e proprio revanscismo, così come la proliferazione di gruppi criminali transnazionali. Sullo sfondo una guerra civile che ha messo in ginocchio una parte del Paese e il persistere della cosiddetta "crisi migratoria" cui le politiche messe in atto finora non sono state in grado di far fronte.
  Sono questi i motivi che hanno reso necessaria una nuova edizione in cui l'autrice aggiorna il lettore con i fatti più recenti, per comprendere incognite e contraddizioni di una realtà tanto vicina quanto difficile da decifrare.
  "Se questo libro – scrive, nella Prefazione, Sergio Romano - fosse stato pubblicato nel 2010, quando Gheddafi, reduce da un trionfale viaggio a Roma nell'agosto dell'anno precedente, era l'indisturbato gestore di una delle maggiori rendite petrolifere del pianeta, molti errori sarebbero stati evitati. Il lettore avrebbe appreso che la Libia non è mai stata una Nazione. Né l'Impero ottomano, né l'amministrazione coloniale italiana, né il regno voluto dagli inglesi nel 1951 e neppure la stravagante "terza via" di Gheddafi sono riusciti a unificare una costellazione di tribù che non hanno mai rinunciato alla loro identità e alle loro prerogative."

  DAL TESTO – "Dalle coste tripoline è partito il 90% dei migranti che arrivano in Italia. Il nostro Paese è il maggior importatore di petrolio e l'unico destinatario del gas libico attraverso il Greenstream. Il terminal Eni di Mellitah è a tutt'oggi uno dei pochi ancora funzionanti e sono italiane molte delle attività estrattive offshore realizzate a largo delle coste tripoline. Cos'altro potevamo fare? Forse qualcosa in più. Cerchiamo di capire come. Si è visto nel paragrafo precedente che Mosca, storico alleato di Haftar, sembra disposta ad assurgere al ruolo di mediatore nella crisi libica agganciando anche Tripoli. La visita di Sarraj in Russia e i successivi incontri con esponenti del Cremlino da parte di alcuni rappresentanti del Gna lasciano presupporre che Putin stia cercando di dialogare direttamente con Tripoli, saltando inutili intermediari che, in quanto tali, potrebbero chiedere delle laute provvigioni. Nulla di cui stupirci: è lo "stile di Putin".
  "Per non restare esclusi dalla partita dobbiamo valorizzare il nostro ruolo nel Paese. L'Italia sta coerentemente lavorando con gli attori tripolini da tanto tempo, grazie alla recente attività politica del governo ma anche - e soprattutto - alla diplomazia energetica dell'Eni che è stata capace di schivare l'interventismo delle fameliche compagnie internazionali nel post-Gheddafi e ricominciare da capo, dialogando con i vari gruppi di potere presenti nel territorio. Inoltre, con la nostra ambasciata, rappresentiamo l'unico punto di contatto occidentale a Tripoli e siamo "in confidenza" con i misuratini, uno dei più importanti e numerosi gruppi (armati) del Paese che stiamo supportando con la missione Ippocrate. Ce n'è abbastanza per bussare alla porta del Cremlino, porci come interlocutori indispensabili per dialogare con Tripoli e tentare di mediare una soluzione politica per la Libia, faccia a faccia, alla pari."

  L'AUTRICE – Michela Mercuri insegna Storia contemporanea dei Paesi mediterranei all'Università di Macerata, è docente presso la Società italiana per le organizzazioni internazionali (Sioi) di Roma e ricercatrice presso l'Osservatorio sul fondamentalismo e il terrorismo religioso (Oft). Esperta di Nord Africa e Medio Oriente, è editorialista per diversi quotidiani nazionali e analista per radio e televisioni. Per FrancoAngeli ha curato con Giuseppe Acconcia "Migrazioni nel Mediterraneo. Dinamiche, identità e movimenti" (2019).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Sergio Romano - Introduzione alla nuova edizione - Le fratture del passato (Tra Tripoli e Bengasi. Frammenti dell'Impero ottomano; La tribù. Attore fondante della Libia; L'occupazione coloniale italiana e la mai raggiunta unità; La riconquista fascista; La Libia di re Idris, il "monarca suo malgrado"; Note) - La Libia di Gheddafi (La rivoluzione del rais; La Jamahiriya. Terza via universale del nulla istituzionale; La società divisa; La religione e lo "strano rapporto" con l'islam; L'economia di un rentier State; Note) - La primavera araba libica e le sue anomalie (Le cause; Gli attori protagonisti; La natura del conflitto; Il contesto; Le prime conseguenze; Note) - Sarraj, Haftar e gli altri. Chi comanda davvero in Libia? (La spaccatura tra Tripoli e Tobruk; Il progetto unitario a marchio Onu; Un governo che non governa; Haftar. L'uomo in divisa che vorrebbe prendersi la Libia; Chi sta con chi. Il sistema di alleanze regionali; Note) - Il grande risiko internazionale (La Francia a caccia di petrolio; Barak Obama e il fallimento del "leading from behind"; Putin e il tassello mancante della politica egemonica; Europa, la grande assente; Note) - I rapporti italo-libici. Una storia complicata (Da Moro a Berlusconi. Quello che sappiamo e quello che non sapremo mai; Il petrolio e altri "affari di famiglia"; La guerra del 2011. L'Italia nella "coalizione dei coscritti"; L'accordo sui migranti. Un piano per evitare le morti in mare che fa acqua da tutte le parti; Note) - Da al-Qaeda allo Stato islamico. La riemersione del jihadismo libico (La repressione del rais e l'opposizione islamista; Le sollevazioni del 2011 e la deriva securitaria; Jihad andata e ritorno. Il radicalismo libico; Lo Stato islamico; Le possibili evoluzioni del fenomeno jihadista; Note) - La Libia oggi. Tutto si muove e nulla cambia (Il settembre nero di Tripoli. Vincitori e vinti; Italia versus Francia. Nuovi attori vecchie dispute; La missione in Niger. Tanto rumore per nulla?; La questione migratoria e il business model dei trafficanti; La solitudine dell'Italia e le colpe dell'Unione europea; Il terrorismo oltre la Libia. Nuove rotte e sbarchi fantasma; Note) – Conclusioni (Oltre lo Stato islamico. Ci siamo davvero liberati del terrorismo?; Il petrolio e la crisi economica. Rinascerà l'ex rentier State?; La Russia. Il nuovo paciere del Mediterraneo?; L'Italia è dalla parte sbagliata?; Che ne sarà della Libia?; Note)