I demoni quotidiani |
Fëdor Michàjlovič Dostoevskij
IL LIBRO – Non una sola lettera di Dostoevskij fu scritta col pensiero che essa potesse essere letta da altri che non fosse il destinatario o persona a lui vicina. Eppure, quando lo scrittore iniziava a scriverne una, non se ne staccava fino a quando non avesse detto tutto quel che gli riempiva l'animo in quel momento. È proprio questa necessità spirituale, questa maniera di confidarsi nelle lettere che rende l'epistolario una fonte esegetica imprescindibile per comprendere la genesi delle singole opere e del complesso dell'arte di Dostoevskij tanto da un punto di vista prettamente letterario quanto biografico psicologico. DAL TESTO – "Per quanto mi riguarda, io desidero la libertà completa o nulla. Nel cappotto di soldato io sono prigioniero quanto prima. E come son felice di trovare nella mia anima ancora tanta pazienza e di non desiderare beni terreni, di aver bisogno soltanto di libri e della possibilità di scrivere e di essere ogni giorno qualche ora solo. Quest'ultima cosa più di tutto mi inquieta. Saranno presto 5 anni che vivo sotto sorveglianza, in mezzo ad una folla di gente, senza essere rimasto solo neppure un'ora. Essere soli è un'esigenza normale, come bere e mangiare, altrimenti in questo comunismo costrittivo si finisce con l'odiar gli uomini. La società degli uomini diventa un veleno e un contagio; ora appunto di questo insopportabile tormento io ho sofferto più di tutto in questi quattro anni. Ho avuto anch'io dei momenti nei quali ho odiato chiunque incontrassi, il giusto e il colpevole, e li ho guardati come ladri che mi avessero rubato impunemente la vita. La infelicità più insopportabile è appunto quella di diventare ingiusti, cattivi, vili; ne hai coscienza, te lo rimproveri e non riesci a farti forza. Io l'ho provato. Io sono certo che Dio ve ne ha dispensato. Io penso a voi come ad una donna che ha avuto assai più forza di sopportare e perdonare." L'AUTORE – Fëdor Michàjlovič Dostoevskij (1821-1881), considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi. Già il suo primo romanzo, "Povera gente" (1846), ricevette gli elogi dei critici contemporanei quali Belinskij e Nekrasov. Nel 1849, per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti, fu arrestato e condannato a morte. L'esecuzione fu sospesa quando egli era già sul patibolo e la condanna comminata in quattro anni di lavori forzati in Siberia. Tra i suoi scritti più celebri: "Il sosia" (1846), "Le notti bianche" (1848), "Memorie da una casa di morti" (1861-62), "Umiliati e offesi" (1861), "Memorie dal sottosuolo" (1864), "Delitto e castigo" (1866), "L'idiota" (1868-69), "I demoni" (1871), "Diario di uno scrittore" (1876-1881), "L'adolescente" (1875-76), "I fratelli Karamazov" (1878-80). INDICE DELL'OPERA - Volume I: Premessa – Cronologia - Lettere (1837-1867) – 1837 – 1838 – 1839 – 1840 – 1843 - 1844 – 1845 - 1846 – 1847 – 1848 - 1849 – 1854 - 1855 – 1856 - 1857 – 1858 - 1859 – 1860 – 1861 – 1862 – 1863 – 1864 – 1865 – 1866 - 1867 |