Una giovinezza di Blaise Pascal |
![]() |
Marc Pautrel
DAL TESTO – "Blaise vuole, deve, fare di più. Non può lasciare il padre in quella situazione, dev'essergli di maggiore aiuto, deve dargli il sostegno di dieci figli, deve dividersi, creare copie di se stesso, creare automi, inventare una macchina per contare. Contare non significa soltanto scrivere cifre sulla carta e, ricorrendo al sistema decimale, segnare una nuova decina ogni dieci unità. Contare significa anche e principalmente pensare, è innanzitutto un'operazione silenziosa e segreta, un calcolo mentale. Bisogna cambiare tutto, imprimere il calcolo sul mondo, inciderlo ancor più in profondità di quanto si riesca a fare scrivendo le cifre su un foglio di carta, sostituire la mano dell'uomo con una macchina per contare dotata di leve manovrabili, una leva per ogni cifra, e ogni cifra, associata alle altre, formerà numeri, e bisogna che, attraverso il moto delle valvole, i congegni nascosti dietro le leve realizzino finalmente quanto l'uomo ha eseguito sino a oggi con il pensiero. In fondo, calcolare è un'azione così semplice, banale, naturale e immutabile, mentre la mente dell'uomo dovrebbe indagare l'amore, la paura, la gioia, la curiosità, cose tanto complicate, e non sprecare il proprio tempo facendo conti, né il padre rovinarsi la salute facendo addizioni e sottrazioni." L'AUTORE – Marc Pautrel, nato nel 1967, dopo aver studiato Diritto, si è dedicato alla scrittura. Con l'editore Gallimard ha pubblicato altri tre romanzi: "L'homme pacifique", "Un voyage humain", "Polaire e Orpheline". |