La guerra e la pace Stampa E-mail

Francesco Carnelutti

La guerra e la pace

G. Giappichelli Editore, pagg.128, € 12,00

 

carnelutti guerra  IL LIBRO – Francesco Carnelutti fu profondamente turbato dalla somma negazione di tutti i valori cui credeva rappresentata dalla seconda guerra mondiale. Alla fine del conflitto scrisse, in francese, un breve libro - oggi riproposto, per la prima volta, in lingua italiana - dedicato al Presidente della Confederazione elvetica per ringraziare dell'ospitalità concessa a tutti coloro che, per ragioni molteplici e convergenti, avevano lasciato il proprio Paese.
  Il libro propone un'analisi personale della dialettica fra guerra e pace, radicata nella descrizione del problema economico, giuridico e morale impostato, secondo la sua visione di giurista, da questo fenomeno abnorme e pur così banale. Il lettore ha il privilegio di immergersi nel pensiero dell'autore - rivolto "agli ignoranti" - attraverso i rapporti esistenti fra i vari concetti del diritto occidentale e la realtà bellica fondatrice di tanti aspetti dello sviluppo del diritto. La guerra fu incontestabilmente promozionale del diritto, come misura di prevenzione. Francesco Carnelutti vi definisce la civiltà come una ridotta necessità di catene; il diritto come la terapia più efficace, per prevenire e curare il cancro mai guarito che costituisce la guerra.

  DAL TESTO – "La questione non è di interesse per i soli giuristi. Tutti soffrono molto la guerra; tutti provano il bisogno di sapere se la si può sconfiggere, e in che modo. Il mezzo di cui disponiamo per arrivarci non è soltanto il diritto, ovviamente; tuttavia è soprattutto il diritto, e il diritto è una cosa di cui si occupano solamente i giuristi. Ora, il disinteresse del pubblico dovrà necessariamente terminare un giorno, affinché il diritto possa produrre i suoi benefici. Vale per il diritto ciò che vale per la medicina, la cui funzione consiste maggiormente tanto nel prevenire quanto nel guarire le malattie; ma il successo della prevenzione suppone che il malato stesso non rifiuti affatto la sua collaborazione e per questo non ne ignori affatto i principi. Sfortunatamente, se non la si previene, la guerra è una malattia che imperversa.
  "Se il grande pubblico si disinteressa delle questioni del diritto, la colpa è in gran parte degli stessi giuristi, che amano, come gli antichi àuguri, intendersi tra loro e rendere la giurisprudenza una specie di scienza occulta. Le esigenze della tecnica sono inevitabili, certamente, e il compito di divulgarne i principi non appartiene a tutti, ma bisogna in ogni caso misurarsi con essi. Le grandi realizzazioni del diritto non hanno alcuna possibilità di successo senza l'aiuto dell'opinione pubblica. Non bisogna ovviamente pensare di rendere partecipe il grande pubblico dei dettagli del meccanismo; ma niente impedisce che gli si tratteggino le grandi linee della meccanica e della dinamica sociali, la cui conoscenza è indispensabile se ci si vuole fare un'idea di ciò che, per liberarci dal flagello, il diritto può e non può realizzare. L'eccesso di speranza tanto quanto l'eccesso di disperazione generate dall'ignoranza nocciono in uguale misura a questa realizzazione."

  L'AUTORE – Francesco Carnelutti, giurista italiano (Udine, 1879 - Milano, 1965), insegnò diritto industriale all'università Bocconi di Milano (1909-12), diritto commerciale nell'università di Catania (1912-15), diritto processuale civile a Padova (1915-35) e nell'università statale di Milano (1936-46), procedura penale nell'università di Roma (1947-49). Fondò (1924), con G. Chiovenda e P. Calamandrei, e diresse la "Rivista di diritto processuale civile". Collaborò alla redazione del Codice di procedura civile del 1940. Avvocato e giureconsulto di fama, la sua indagine ha spaziato in tutta l'area del diritto, mirando con ricchezza d'idee nuove alla revisione e alla ricostruzione dottrinale. Tra le sue opere, fondamentali: "Infortunî sul lavoro" (2 voll., 1913-14); "La prova civile" (1915); "Studî di diritto civile" (1916); "Studî di diritto industriale" (1916); "Studî di diritto commerciale" (1917); "Studî di diritto processuale" (2 voll., 1925-28); "Il danno e il reato" (1926); "Teoria generale del reato" (1933); "Teoria giuridica della circolazione" (1933); "Teoria del falso" (1935); "Sistema del diritto processuale civile" (1936-38); "Teoria cambiaria" (1937); "Metodologia del diritto" (1939); "Teoria generale del diritto" (1940); "Istituzioni del nuovo processo civile ital." (1941; 5a ediz., 1956); "Arte del diritto" (1949); "Diritto e processo" (1959: nel "Trattato del processo civile" da lui diretto); "Principî del processo penale" (1961); "Verso la riforma del processo penale" (1964). Negli ultimi anni pubblicò anche opere letterarie d'intonazione religiosa. (fonte: treccani.it)

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Alessandro Carnelutti - Introduzione. Amor vincit omnia, di Gianluca Tracuzzi - La guerra e la pace, di Francesco Carnelutti - I. Il problema economico (1. Diritto ed economia - 2. La guerra - 3. La tregua - 4. La società - 5. Eliminazione della guerra interna - 6. L'alleanza - 7. Estensione della guerra - 8. Intensità della guerra - 9. Limiti economici dell'eliminazione della guerra) - II. Il problema giuridico (10. Economia e politica - 11. Forma del diritto - 12. Il contratto - 13. Evoluzione del contratto - 14. L'arbitrato - 15. Carattere pregiuridico del contratto e dell'arbitrato - 16. Il diritto - 17. Meccanica e dinamica del diritto - 18. Anatomia dello Stato - 19. Il giudice - 20. Il gendarme - 21. Complicazione dello Stato - 22. Le tre funzioni dello Stato - 23. La guerra, il crimine e il giudice - 24. Il diritto e il processo - 25. Sovranità e autonomia - 26. Stato giuridico e Stato sociale - 27. Gli attriti del diritto - 28. Il diritto e l'eliminazione della guerra - 29. Il diritto internazionale - 30. Lo Stato sovranazionale) - III. Il problema morale (31. La guerra civile - 32. La forza del diritto - 33. Carattere interno della forza del diritto - 34. Le trasformazioni del diritto - 35. La giustizia - 36. La pace - 37. La morale - 38. Nazionalismo e internazionalismo - 39. La guerra e l'amore)