Sulle tracce di Hitler |
Abel Basti
IL LIBRO – Quest'opera perfeziona e arricchisce, grazie agli indizi della presenza in Argentina di Adolf Hitler, i dati riportati nel primo libro dell'autore sul tema "Hitler in Argentina", pubblicato nel 2006 in edizione limitata. La ricerca sul leader nazista latitante è composta da altri due libri così da delineare, con tutte le rivelazioni presenti in questa sorta di finale, la storia della fuga in sud America di Hitler e la sua conseguente vita insieme a Eva Braun. Nel libro "L'esilio di Hitler" si mette a confronto la storia ufficiale del suicidio con la variante della fuga, presentando un'alternativa a quanto accaduto nel bunker di Berlino, sostenuta da documenti e testimonianze dell'epoca. DAL TESTO – "Ho avuto subito due conferme del fatto che Hitler avesse vissuto per un periodo a San Ramòn. Al riguardo, per capire che cosa significasse per un abitante della zona la presenza del capo del nazismo, va chiarito che, nel 1945, i resoconti sulla guerra in Europa avevano poca importanza in un luogo così distante e desolato come la Patagonia. Le notizie non avevano impatto in questa parte del mondo e gli avvenimenti non significavano nulla per i nativi. I giornali arrivavano con grande ritardo, e in alcune zone, non arrivavano affatto. Né, tanto meno, era possibile ascoltare la radio in tutta la Patagonia poiché le zone coperte da frequenze erano ridotte rispetto alla vastità della regione. Nei ranch, come San Ramòn, non si sapeva nulla della guerra - era come un racconto lontano, quasi una novella - e la gente comune non aveva familiarità con nomi di personaggi politici o militari che potevano essere famosi nel resto del mondo ma che, in questa parte del pianeta, così lontana e vergine, erano del tutto sconosciuti. Pertanto, l'arrivo di gerarchi nazisti non rivestiva un'importanza particolare per la gente del posto, che - nel vedere facce tedesche nuove - pensava si trattasse di stranieri (gringos), giunti per restare, come tanti altri immigrati arrivati nel Paese. La gente della Patagonia, specialmente quella di campagna, è molto taciturna e discreta. Rispetta gli europei perché li considera gente importante, che potrebbe dargli lavoro. Nella vita si limita a svolgere le proprie mansioni e a divertirsi nelle ore di riposo, consumando generalmente, in quelle occasioni, una gran quantità di alcol. In questo contesto va inserito l'arrivo e la permanenza dei fuggitivi nazisti nel sud argentino – nessuno li contraddiceva e nessuno faceva domande scomode – che quindi riuscirono, senza grande sforzo, a passare inosservati. L'AUTORE – Abel Basti è nato il 5 luglio 1956 a Olivos, provincia di Buenos Aires. Ha studiato Giornalismo e, dopo la laurea, ha lavorato come giornalista per il quotidiano "Clarín". Dal 1979 ha deciso di radicarsi a Bariloche per ricostruire la storia dei nazionalsocialisti che arrivarono in Argentina. Ha pubblicato il libro «Bariloche Nazi», «Hitler en Argentina» e «El exilio de Hitler» e vari articoli che dimostrano la presenza, in Argentina, di tedeschi fuggiti dall'Europa verso la fine della seconda guerra mondiale. Ha coordinato varie spedizioni in mare, al fine di individuare gli scafi sommersi di sottomarini utilizzati dai nazisti per raggiungere clandestinamente l'Argentina e si è anche impegnato, come ricercatore, per documentari televisivi nazionali ed esteri. Attualmente è direttore della «Periódico del Sur». «Sulle tracce di Hitler» è il primo libro pubblicato in Italia da Eden Editori. |