L'identità romana |
Vittorio Mancini
IL LIBRO – Da piccolo borgo laziale di pastori, Roma divenne nel giro di qualche secolo la capitale di un immenso impero, fra i più vasti mai esistiti sulla terra. In questo sterminato dominio si trovarono a convivere popoli diversissimi per etnia, provenienza, abitudini, cultura, religione. Quelli che si chiamavano Romani – i dominatori – erano tolleranti o razzisti? Governavano con la sferza o col consenso? L'indagine muove da una ricognizione sull'identità romana, quale si venne a configurare nel lungo periodo che intercorre fra le remote e mitiche origini e la "guerra sociale", la quale agli inizi del I secolo a.C. sancì l'unificazione dell'Italia peninsulare sulla base del sofferto raggiungimento di una comune cittadinanza. La cittadinanza, appunto, è uno dei principali fili conduttori dell'intera esposizione, centrata sulle complesse relazioni fra l'Impero e i molti popoli – sia "civili" che "barbari" - che lo combatterono, vi si integrarono e infine ne precipitarono la crisi. DAL TESTO – "Spostiamoci alle origini di Roma, sotto il regno di Romolo, e apriamo il primo libro dell'immensa opera di Tito Livio, laddove lo storico patavino attinge dalla tradizione annalistica il misterioso episodio della scomparsa del fondatore nel corso di una grande tempesta. Egli dunque racconta che Romolo «teneva adunanza per passare in rassegna l'esercito. Quand'ecco che si scatenò all'improvviso una tempesta con grande fragore di tuoni: il re fu coperto da una così fitta nube, da occultarne la vista all'esercito schierato; e da allora Romolo non fu più visto sulla terra.» Come si spiegava quel prodigio? Si confrontarono allora - così racconta Livio - due spiegazioni contrastanti. Una era decisamente realistica: i padri senatori da lui stesso creati, profittando delle tenebre, avevano massacrato il re, riuscendo a celarne le membra fatte a brandelli. La seconda, favolosa e decisamente più bella, sosteneva che la tempesta fosse stata opera degli dei e che Romolo fosse stato rapito in cielo: così, «per iniziativa di alcuni pochi, tutti all'unisono proclamarono che si dovesse salutare Romolo come dio nato da un dio, re e padre della città di Roma, e ne invocarono con preghiere il favore, a che propizio e benevolo sostenesse sempre la sua progenie.» Da allora il fondatore, identificato col dio Quirino, come tale fu venerato. Ma a detta di Livio questa seconda tesi, per essere definitivamente confermata, ebbe bisogno di uno stratagemma piuttosto machiavellico." L'AUTORE – Nato a Napoli nel 1939, da vent'anni residente a Gorizia, Vittorio Mancini ha dedicato la sua vita all'insegnamento. Laureato in lettere all'Università di Napoli, dal 1964 professore ordinario nei licei classici e scientifici, è pensionato dal 1998. Da molti anni è impegnato in ricerche metodologiche per un rinnovamento della didattica del latino e per una aggiornata divulgazione della storia antica. Ha pubblicato con Savelli Editore "La Comune di Parigi" (1975); con Loescher, per le scuole superiori, ''I Romani e gli altri" (2004) e ''Ars narrandi" (2006). Dal 2004 tiene corsi assai seguiti – su temi di letteratura italiana ed europea e di storia antica - presso l'Università della Terza Età di Gorizia. INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Cap. I Nascita dell'Italia (La Stirpe - Lo status - "Qual è la vera patria?" - La conquista dell'Italia - Livelli di cittadinanza - La guerra sociale - Da mulattiere a vincitore dei Parti) - Cap. II. Imperium Romanorum (Il secolo dell'imperialismo - Filellenici e nazionalisti - Città rase al suolo - Le nuove provincie - Rivolte di schiavi - La logica del dominio) - Cap. III. Romani e Greci (Sudditi speciali - Antipatie e differenze - L'ambasceria dei tre filosofi - Contro i medici - Relativismo culturale) - Cap. IV. Romanizzazione (L'analisi di Simone Weil - I Galli Comati in senato - Il secolo degli Antonini - Occidente e Oriente - Un famoso discorso - L'urbanizzazione materiale - Progressiva diffusione della cittadinanza - Un Romano molto speciale - Tutto il mondo una sola città) - Cap. V. Frontiere (Centro e periferie - L'Oceano e oltre - Il deserto africano e i nomadi - L'Egitto e oltre - Il Levante mediterraneo e il deserto arabo - Stati-clienti e popoli-clienti - L'Asia Minore - Terre contese fra due imperi - Consolidamento o rinuncia? - Reno e Danubio - Intermezzo sull'Eurasia barbarica – Il limes germanico-retico - Roma e l'Ecumene) - Cap. VI. Barbari (Estrema varietà del Barbaricum - Migranti e invasori - La rivolta dei Batavi - Le grandi fasi delle invasioni - Le guerre marcomanniche - La Persia sasanide - Germania in movimento - La crisi del terzo secolo - Barbari entro i confini dell'impero - La catastrofe) - Cap. VII. Da Alesia a Sarmizegetusa (Giulio Cesare - I Celti - "De bello Gallico" - Geografo ed etnografo - Cronistoria della conquista - Fu vera gloria? - Ulpio Traiano - La Dacia preromana - Le due campagne di Traiano - La Colonna Traiana - Parabola della Dacia romana) - Cap. VIII. Da Teutoburgo a Adrianopoli (Il problema germanico - Varo e Arminio - L'imboscata - Che cosa avvenne dopo - Due mondi separati - Brutte notizie dalla frontiera danubiana - I popoli della steppa - I Goti - La tragedia di Adrianopoli - Fine di un'epoca?) - Cap. IX. Cristianesimo e barbari (Evangelizzazione dei barbari - Le eresie del IV secolo - L'arianesimo - Da Nicea a Costantinopoli - Due domande - Ulfila e la Bibbia gotica) - Cap. X. Storie di leader barbari (Stilicone – Alarico – Ataulfo - Una sintesi romano-gotica? – Attila - Il momento della verità) - Cap. XI. Invasioni barbariche? (Periodizzazione - V secolo - Il problema delle "cause" - La chiave culturale-religiosa - La chiave politico-sociale - La chiave economica - La chiave militare - La chiave etnica - Occidente e Oriente – Epilogo) - Bibliografie e indici (Bibliografia - Indice tecnico dei testi antichi citati - Repertorio delle fonti - Indice dei nomi) - Atlante |