Storia militare dell'Afghanistan |
Giorgio Battisti – Federica Saini Fasanotti
IL LIBRO – Quella dell'Afghanistan è una storia di guerra. Nessuno straniero è stato in grado di conquistarlo, nessun esercito, anche il più moderno, è riuscito ad avere la meglio sui guerrieri afghani. Nemici esterni, ma soprattutto guerre civili e rivolte hanno segnato la storia di questo Paese nel corso dei secoli minandone la struttura sociale ed economica e relegandolo tra i più poveri del mondo. Dopo l'11 settembre 2001 e l'attentato terroristico alle Twin Towers di New York, l'Afghanistan è tornato al centro della storia. DAL TESTO – "Nella gestione della guerra in Afghanistan molti errori sono stati commessi, primo fra tutti la sottovalutazione della spinta ideologica dell'avversario; sono stati in molti a pensare non solo che non fosse organizzato, ma soprattutto che non avesse una reale motivazione: nulla di più sbagliato. I talebani sono mossi dalla ferma volontà di costituire uno Stato islamico basato sulla Shari'a, uno Stato puro che si contrapponga a modelli in cui essi non hanno mai creduto. In questo senso è possibile parlare, per quanto riguarda l'Afghanistan, di una «guerra rivoluzionaria» che, talvolta, non è stata affrontata nella giusta maniera. Se si prende ad esempio la famosa frase di Clausewitz per cui uno dei due scopi della guerra è «rovesciare il nemico, renderlo inutile o militarrnente impotente», allora in Afghanistan è difficile poter affermare di aver vinto. La strategia iniziale era, in fondo, distruggere il regime talebano, riorganizzare il sistema politico ed economico del Paese, annullare l'abilità di al-Qaeda di utilizzare campi di addestramento sul territorio e, infine, sviluppare le premesse per la democrazia. Di tutto ciò si è raggiunto ben poco: in questo senso, allora, non si può parlare di una vera e propria vittoria strategica. La Comunità Internazionale ha offerto al GIRoA un modello democratico e di governo, ma questo in realtà esisteva e non aveva a che fare con la centralizzazione. Tutt'altro. Era basato, così com'è ancora adesso, su shure locali in grado di gestire la «cosa pubblica» meglio di Kabul, da sempre l'icona della corruzione endemica dell'Afghanistan." GLI AUTORI – Giorgio Battisti, Generale di Corpo d'Armata, ha frequentato l'Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino. Ha svolto incarichi di comando nelle brigate alpine «Taurinense», «Tridentina» e «Julia». Ha comandato il reggimento Allievi dell'Accademia Militare di Modena e la brigata alpina «Taurinense». Ha ricoperto diversi incarichi presso lo Stato Maggiore dell'Esercito e ha partecipato alle operazioni in Somalia nel 1993 e in Bosnia nel 1997. Nel 2001 è stato il primo comandante del contingente italiano nella missione ISAF in Afghanistan, dove è ritornato dal febbraio al giugno del 2003 come primo comandante del contingente Nazionale, sia per la Missione «Nibbio» sia per la missione ISAF. È ritornato per la terza volta in Afghanistan nel 2007, dove ha operato all'interno del Comando di ISAF. Nel 2011 ha assunto l'incarico di Comandante del Corpo d'Armata di Reazione Rapida della NATO in Italia. Dal gennaio del 2013 al gennaio del 2014 è stato nuovamente a Kabul come Capo di Stato Maggiore del Comando di ISAF. INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Introduzione - Abbreviazioni - Capitolo Primo. Il Paese (Morfologia del territorio - Complessità etnica e tradizione religiosa - Il codice d'onore pashtunwali e la Jirga – Il guerriero afghano - Nascita della dinastia dei Durrāni – Il «Grande Gioco») - Capitolo Secondo. Le guerre anglo-afghane (1839-1919) (La Prima guerra (1839-1842) - La Seconda guerra (1878-1880) - La crisi di Panjdeh (1885) - La rivolta della Grande Frontiera (1897-1898) - La Terza guerra (1919)) - Capitolo Terzo. Tra riforme e guerra civile (1919-1979) (Le riforme di re Amànullàb e la politica dell'apertura (1919-1928) - L'avvento del tagiko Bacha-i-Saqao (1929) – Mohammed Nādir Shāh e l'abolizione delle riforme (1929-1933) - Mohammed Zāhir Shāh e la Costituzione liberale (1933-1973) - Mohammed Daoud Khān e la Repubblica (1973-1978) - La rivoluzione di Saur (1978)) - Capitolo Quarto. L'invasione sovietica (1979-1989) (Un significativo precedente - Verso l'invasione – Operazione Storm - Lo scenario bellico e i suoi protagonisti - L'appoggio internazionale alla guerriglia afghana – La reazione sovietica) - Capitolo Quinto. Dalla «democrazia» parlamentare ai talebani (1989-2001) (La transizione - I sette movimenti di resistenza afghana - I talebani al potere - Osāma bin Lāden, al-Qaeda e l'Afghanistan - L'assassinio di Massoud e l'attacco agli Stati Uniti d'America) - Capitolo Sesto. Operazione Enduring Freedom (ottobre 2001-marzo 2002) (La campagna aerea e l'avanzata a terra - La battaglia di Tora Bora - La conferenza di Bonn e la scelta di Karzai - La nascita dell'ISAF - Operazione Anaconda (2-19 marzo 2002)) - Capitolo Settimo. Tra Peace Support Operations e Counterinsurgency (Il reclutamento trasversale - La guerriglia talebana – La risposta della Coalizione tra Peace Support Operations e Counterinsurgency) - Capitolo Ottavo. La NATO e l'impegno dell'ISAF (2003-2012) (La guerra parallela degli americani – L'intervento ISAF nel Sud del Paese (2006) - Da Vulcano (2007) a Colpo di Spada (2009) - L'Offensiva di Pace (2010-2012)) - Capitolo Nono. Tra passato e futuro (2013 -2024) (Sforzi umanitari, politici e diplomatici per un nuovo Afghanistan - Supporting - Shoulder to Shoulder - Supported: le rinnovate ANSF - La Transition: analogie e diversità rispetto a quella sovietica - Lezioni irachene - Verso la Resolute Support Mission) - Conclusioni - Postfazione - Note – Appendice (I comandanti di ISAF - Principali avvenimenti storici nel territorio dell'attuale Afghanistan - I principali protagonisti) - Glossario - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice dei nomi |