"Saggi" di Michel de Montaigne |
![]() |
Michel de Montaigne
DAL TESTO – "La maggior parte delle nostre occupazioni sono da commedia. Mundus universus exercet histrioniam. Bisogna recitare a dovere la nostra parte, ma come parte d'un personaggio preso a prestito. Della maschera e dell'apparenza non bisogna farne un'essenza reale, né dell'estraneo il proprio. Non sappiamo distinguere la pelle dalla camicia. [C] È sufficiente infarinarsi il viso, senza infarinarsi il petto. [B] Vedo alcuni che si trasformano e si transustanziano in altrettante nuove figure, e nuovi esseri, per quante cariche assumono. E che s'impretano fino al fegato e agli intestini. E si portano dietro la loro carica fin nella latrina. Io non posso insegnar loro a distinguere le scappellate che li riguardano da quelle che riguardano la loro funzione, o il loro seguito, o la loro mula. Tantum se fortunæ permittunt, etiam ut naturam dediscant. Essi gonfiano e ingrossano la loro anima e il loro discorrere naturale secondo l'altezza del loro seggio di magistrati. Il sindaco e Montaigne sono sempre stati due, con una ben netta divisione. Quando si è avvocato o finanziere non bisogna disconoscere la furfanteria che c'è in tali professioni. Un onest'uomo non è responsabile del vizio o della stoltezza del suo mestiere, e non deve per questo rifiutare di esercitarlo: è l'usanza del suo paese, e c'è dell'utile. Bisogna vivere del mondo e valersi di esso così come lo si trova. Ma il giudizio d'un imperatore dev'essere al di sopra del suo imperio, e guardarlo e considerarlo come un accidente estraneo. Ed egli deve saper godere di sé a parte, e manifestarsi come Giacomo e Pietro, almeno a se stesso." L'AUTORE – Michel Eyquem de Montaigne (1533-1592), nato nel Périgord, formatosi dapprima al Collège de Guyenne a Bordeaux, seguì poi studi giuridici, forse a Périgueux e a Toulouse. Consigliere al Parlement (ossia al tribunale) di Bordeaux, nel 1570 si dimise dalla carica per ritirarsi nel suo castello e attendere alla composizione dei suoi celebri Saggi, opera al tempo stesso di autoanalisi e di riflessione filosofica. Maestro del dubbio, demolitore delle tradizionali certezze rinascimentali, precursore del relativismo del giudizio e dell'idea di tolleranza, Montaigne può essere considerato uno dei punti di riferimento della filosofia moderna occidentale e della pratica della scrittura di sé. INDICE DELL'OPERA – Il palazzo degli specchi. Prefazione, di Fausta Garavini - Nota biografica - Edizioni delle opere di Montaigne – Avvertenza - Nota alla traduzione, di Fausta Garavini - Saggi di Michel de Montaigne - Al lettore - Libro I - I. Con mezzi differenti si arriva allo stesso fine - II. Della tristezza - III. I nostri sentimenti vanno oltre noi stessi - IV. Come l'anima riversa le sue passioni su oggetti falsi quando i veri le vengono a mancare – V. Se il comandante d'una piazzaforte assediata debba uscire per parlamentare – VI. L'ora pericolosa dei parlamentari – VII. L'intenzione è giudice delle nostre azioni – VIII. Dell'ozio – IX. Dei bugiardi – X. Del parlare spedito o lento - XI. Dei pronostici - XII. Della fermezza - XIII. Cerimoniale delle udienze reali - XIV. Come il sapore dei beni e dei mali dipenda in buona parte dall'opinione che ne abbiamo - XV. Si è puniti per l'ostinarsi in una piazzaforte senza ragione - XVI. Della punizione della codardia - XVII. Comportamento di alcuni ambasciatori - XVIII. Della paura - XIX. Bisogna giudicare la nostra felicità solo dopo la morte - XX. Filosofare è imparare a morire - XXI. Della forza dell'immaginazione - XXII. Il vantaggio dell'uno è danno dell'altro - XXIII. Della consuetudine e del non cambiar facilmente una legge acquisita - XXIV. Effetti diversi d'una medesima risoluzione - XXV. Della pedagogia - XXVI. Dell'educazione dei fanciulli - XXVII. È follia giudicare il vero e il falso in base alla nostra competenza - XXVIII. Dell'amicizia - XXIX. Ventinove sonetti di Étienne de La Boétie - XXX. Della moderazione - XXXI. Dei cannibali - XXXII. Bisogna usare discrezione nel giudicare le disposizioni del cielo - XXXIII. Del fuggire i piaceri a costo della vita - XXXIV. La fortuna si trova spesso sulla via della ragione - XXXV. Un difetto dei nostri governi - XXXVI. Dell'uso di vestirsi - XXXVII. Catone il giovane - XXXVIII. Come piangiamo e ridiamo di una stessa cosa - XXXIX. Della solitudine - XL. Riflessione su Cicerone - XLI. Del non far parte della propria gloria - XLII. Dell'ineguaglianza che esiste fra noi - XLIII. Delle leggi suntuarie - XLIV. Del dormire - XLV. Della battaglia di Dreux - XLVI. Dei nomi - XLVII. Dell'incertezza del nostro giudizio – XLVIII. Dei destrieri - XLIX. Dei costumi antichi – L. Di Democrito e di Eraclito - LI. Della vanità delle parole - LII. Della parsimonia degli antichi – LIII. Di un detto di Cesare - LIV. Delle astuzie inutili – LV. Degli odori - LVI. Delle preghiere - LVII. Dell'età - Libro II - I. Dell'incostanza delle nostre azioni - II. Dell'ubriachezza - III. Usanza dell'isola di Ceo - IV. A domani gli affari - V. Della coscienza - VI. Dell'esercizio - VII. Delle onorificenze - VIII. Dell'affetto dei padri per i figli - IX. Delle armi dei Parti - X. Dei libri - XI. Della crudeltà - XII. Apologia di Raymond Sebond - XIII. Del giudicare della morte altrui - XIV. Come il nostro spirito è d'impaccio a se stesso - XV. Il nostro desiderio si accresce per la difficoltà - XVI. Della gloria - XVII. Della presunzione - XVIII. Delle mentite - XIX. Della libertà di coscienza - XX. Nulla di quanto gustiamo è puro - XXI. Contro l'infingardaggine - XXII. Delle poste - XXIII. Dei cattivi mezzi adoperati a buon fine - XXIV. Della grandezza romana - XXV. Del non fingersi malato - XXVII. Vigliaccheria madre di crudeltà - XXVIII. Ogni cosa a suo tempo - XXIX. Della virtù - XXX. Di un fanciullo mostruoso - XXXI. Della collera - XXXII. Difesa di Seneca e di Plutarco - XXXIII. La storia di Spurina - XXXIV. Osservazioni sui modi di Giulio Cesare nel fare la guerra - XXXV. Di tre buone mogli - XXXVI. Degli uomini più eccellenti - XXXVII. Della rassomiglianza dei figli ai padri - Libro III - I. Dell'utile e dell'onesto - II. Del pentirsi - III. Di tre commerci - IV. Della diversione - V. Su alcuni versi di Virgilio - VI. Dei cocchi - VII. Dello svantaggio della grandezza - VIII. Dell'arte di conversare - IX. Della vanità - X. Del governare la propria volontà - XI. Degli zoppi - XII. Della fisionomia - XIII. Dell'esperienza – Note (Libro I - Libro II - Libro III) - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi e dei personaggi citati nel testo - Indice dei nomi citati negli apparati introduttivi e nelle note - Biografie dei curatori |