Le due Battaglie dell’Atlantico Stampa E-mail

Antonio Martelli

Le due Battaglie dell'Atlantico
La guerra subacquea 1914-18 e 1939-45


il Mulino, pagg.409, € 25,00

 

martelli atlantico  IL LIBRO – «Una guerra subacquea come quelle del 1914-18 e del 1939-45 appare oggi di fatto impensabile. Eppure la lezione di quelle due guerre non è andata perduta. Questa lezione è che il potere navale resta in ultima analisi quello decisivo: Germania, Italia e Giappone persero la guerra perché gli Alleati strapparono loro, più o meno rapidamente, il controllo dei mari»
  I sommergibili sono stati protagonisti di entrambe le guerre mondiali. Basti pensare che nel 1917, al culmine dell'offensiva subacquea tedesca, il siluramento del mercantile americano Atzec ad opera di un U-Boot diede agli Stati Uniti la spinta decisiva a entrare nella prima guerra mondiale. E, nella seconda, il gigantesco duello che si svolse in Atlantico fra gli U-Boote e le marine britannica, americana e canadese fu l'episodio centrale del conflitto, quello che ne determinò l'esito. Con la consueta competenza l'autore racconta con ricchezza di particolari la storia di questo leggendario mezzo navale dai suoi primordi. Mette a fuoco l'impiego massiccio che ne fece la Germania nella Grande Guerra per forzare il blocco marittimo dell'Intesa, poi descrive come fu ricostituita la flotta subacquea nel Terzo Reich, infine tratteggia l'epico scontro che vide impegnate Germania e marine alleate fra il 1939 e il 1945.

  DAL TESTO – "Nella prima guerra mondiale inizialmente la Germania cercò di spezzare il blocco attraverso il successo in una battaglia navale classica fra navi di superficie: ma lo scontro dello Jutland rimase indeciso. Tentò allora di imporre alla Gran Bretagna un controblocco utilizzando i sommergibili in una guerra subacquea illimitata, già adottata per qualche mese in precedenza. Nell'aprile del 1917 giunse non troppo lontana dal successo, ma le contromisure strategiche e tattiche degli Alleati e la loro potenza navale riuscirono infine a impedire che questo avvenisse e a vincere la partita, nonostante la defezione russa. I sommergibili erano troppo pochi. Nella seconda guerra mondiale la Germania acquisì alcuni vantaggi strategici molto importanti, quali le basi in Norvegia e in Francia, ma alla fine la situazione si ripeté. Il controblocco costò moltissimo alla Gran Bretagna, nondimeno anche stavolta i sommergibili erano inizialmente troppo pochi e quando divennero più numerosi la cooperazione fra le tre marine britannica, americana e canadese, nonché il perfezionamento dei mezzi di difesa antisom sconfissero gli U-Boote, anche se solo dopo un confronto durissimo. Quanto ai battelli di nuova generazione, questi arrivarono a guerra già praticamente finita.
  "In definitiva per vincere la guerra sul mare mediante l'impiego dell'arma subacquea i tedeschi avrebbero dovuto predisporre quest'ultima a tale scopo molto prima che la guerra scoppiasse: ma così non era stato. Evidentemente la dirigenza tedesca non aveva riflettuto quanto era necessario sul significato del dominio del mare e sulle sue conseguenze economiche: e forse ancora di più sul fatto che i problemi di grande strategia tendono a ripresentarsi con caratteristiche, se non identiche, quanto meno simili attraverso il tempo. Certo, l'errore fu molto più grande nella seconda che non nella prima guerra, per la quale non esistevano precedenti.
  "Quella degli U-Boote fu, in definitiva, un'epopea, per l'enorme quantità di coraggio, abnegazione nonché capacità navali e militari che comandanti ed equipaggi vi profusero nelle due guerre mondiali. Tuttavia rimase senza gloria, per il tipo di guerra combattuta, perché comportò gravi perdite umane fra i civili – e in questo non differiva dalla guerra combattuta dalle altre marine -, ma soprattutto perché, nella seconda guerra mondiale, quegli uomini furono al servizio di un regime tra i peggiori che l'umanità abbia conosciuto. Certo, la maggior parte almeno di quegli uomini riteneva sinceramente di combattere per il proprio paese e di avere solo obbedito agli ordini, come i soldati devono fare: ma l'obbedienza non è sempre una virtù, anche se questo è un argomento che è meglio lasciare ai filosofi."

  L'AUTORE – Antonio Martelli ha insegnato a lungo Strategia e politica aziendale nell'Università Bocconi di Milano. Con il Mulino ha pubblicato «La lunga rotta per Trafalgar. Il conflitto navale anglo-francese 1688-1805» (2005), «La disfatta dell'Invincibile Armada. La guerra anglo-spagnola e la campagna navale del 1588» (2008) e «La battaglia d'Inghilterra» (2011).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - I. I precursori (Primi vagiti - Tra Sette e Ottocento - Corazzate e sommergibili nella guerra civile americana - Nuovi mezzi navali - Cos'è un sommergibile?) - II. Sommergibili e corazzate nella corsa agli armamenti navali fra Otto e Novecento (La nascita della potenza navale tedesca - L'ascesa di Tirpitz e l'espansione della flotta tedesca - Aspirazioni contrapposte - Il fattore nuovo: le flotte subacquee - La nascita della flotta subacquea tedesca) - III. La prima guerra mondiale: dall'inizio alla battaglia dello Jutland (Il miraggio della battaglia decisiva - I piani navali britannici - I primi scontri - Nei mari lontani - Il 1915 e l'inizio della «guerra subacquea illimitata» - Sviluppi dell'arma subacquea tedesca - Il Mediterraneo e Gallipoli - Il Baltico e il mar Nero - 1916: ripresa dell'offensiva subacquea e battaglia dello Jutland) - IV. La prima guerra mondiale: dalla battaglia dello Jutland alla fine delle ostilità (La ripresa della guerra subacquea illimitata - Ulteriori progressi tecnici e organizzazione operativa degli U-Boote - La nuova campagna subacquea illimitata: prima fase - Il Baltico - Il Mediterraneo - Il mar Nero - La nuova campagna subacquea illimitata: seconda fase - La fine della guerra) - V. Da una guerra all'altra (La Reichhsmarine nei primi anni postbellici - Le conferenze di Washington e di Londra - L'evoluzione dell'arma subacquea fino ai primi anni Trenta - Le prime nuove costruzioni tedesche, 1925-32 - L'accordo navale anglotedesco - La Kriegsmarine fra il 1936 e il 1939 - Cresce anche la flotta subacquea: ma non abbastanza - Organizzazione e comando della Kriegsmarine alla vigilia della guerra) - VI. Dall'inizio della seconda guerra mondiale alla caduta della Francia (settembre 1939-giugno 1940): la Battaglia dell'Atlantico, prima fase (La situazione navale all'inizio della guerra - Il tipo VII, cavallo di battaglia dell'arma subacquea tedesca - La campagna di Polonia - La guerra per finta - La reazione britannica - La strategia iniziale della Kriegsmarine - Rispettare le regole? - La battaglia del Rio de la Plata - Il B-Dienst - Gli sviluppi della guerra subacqua - La campagna di Norvegia - La campagna di Francia) - VII. La Battaglia dell'Atlantico, seconda fase (luglio 1940-dicembre 1941) (La guerra di Dönitz - Gli U-Boote nella nuova situazione strategica e la reazione britannica - «Leone Marino» - Le altre minacce al traffico mercantile: navi di superficie e mine - I convogli - Il primo periodo della seconda fase: l'età dell'oro dei sommergibili tedeschi in Atlantico (luglio 1940-maggio 1941) - «Possiamo oscurare il Mediterraneo con la nostra lotta...» - Gli italiani in Atlantico - Enigma, Ultra e la fortuna - Il secondo periodo della seconda fase (luglio-dicembre 1941)) - VIII. La Battaglia dell'Atlantico, terza fase (gennaio-novembre 1942) (Il Giappone e gli Stati Uniti entrano in guerra: la nuova situazione strategica - Una seconda età dell'oro per gli U-Boote - La battaglia sulle coste americane - Sui mari interni: Mediterraneo, Baltico e mar Nero - Il sostegno angloamericano all'Unione Sovietica e la «rotta della morte» - La battaglia infuria in Atlantico - Gli italiani continuano a battersi in Atlantico - La svolta decisiva della guerra) - IX. La Battaglia dell'Atlantico, quarta fase (primo semestre 1943) (La battaglia di San Silvestro e l'uscita di scena di Raeder: Dönitz capo della Kriegsmarine - Il TIpo IX - Evoluzione nella tattica degli U-Boote - La riorganizzazione alleata della guerra antisom - Vite dannate - Dal gennaio all'aprile del 1943 - Maggio 1943: gli U-Boote sono sconfitti - Ultime operazioni dei sommergibili italiani in Atlantico - Sugli altri mari) - X. La Battaglia dell'Atlantico, quinta fase (giugno 1943-giugno 1944) (Ripensamenti e riorganizzazioni - Progressi tecnici negli U-Boote - La Luftwaffe: progetti e realtà - La difficile collaborazione con i giapponesi e i sommergibili italiani verso l'Oriente - Dallo sbarco in Sicilia alla resa dell'Italia - Gli U-Boote tornano all'attacco - Nel gelido Artico: la battaglia di capo Nord - In attesa dello sbarco in Francia) - XI. L'ultima fase della Battaglia dell'Atlantico: la fine della Germania e dell'arma subacquea tedesca (Lo sbarco in Normandia - L'invasione alleata della Francia e l'esodo degli U-Boote - L'ultima offensiva degli U-Boote: prima fase - L'ultima offensiva degli U-Boote: seconda fase - I nuovi tipi di U-Boote - L'operazione «Salvezza» - La catastrofe - Finis Germaniae) - XII. Epopea senza gloria (Le lezioni di una grande tragedia - Due guerre, un unico problema strategico – Responsabilità – Epiloghi) – Appendice – Note - Nota bibliografica - Indice dei nomi