Edipo e la mitologia comparata Stampa E-mail

Domenico Comparetti

Edipo e la mitologia comparata

Edizioni PiZeta, pagg.82, € 10,00

 

comparetti edipo  IL LIBRO – Il significato del racconto di Edipo è trasparente: una fatale combinazione può, indipendentemente dalla volontà, spingere a commettere delitti gravissimi.
  Un uomo, senza volerlo e senza saperlo, può compiere un delitto ed esporsi a tutte le conseguenze del delitto. Il concetto è proprio dell'idea morale greca quale si trova già nei poemi omerici.
  Male morale e danno, male che si fa e male che si soffre si identificano per il greco e, identificati, si esprimono con un'unica parola, disgrazia, cioè la condizione dannosa dell'animo che dà luogo all'azione erronea o all'aberrazione morale, è l'errore o il peccato stesso considerato come inevitabilmente dannoso, è il danno stesso che infallibilmente deve emergere dall'errore e dal peccato.

  DAL TESTO – "Edipo differisce tanto dagli eroi di certo significato solare che, se veramente egli fosse tale, converrebbe dire essere quello che fra tutti gli altri, nel peregrinare attraverso la tradizione popolare, ha serbato il più stretto incognito. Si potrebbe pensare a fare un passo più innanzi e a considerare soltanto Edipo e la Sfinge come primitivi, e Laio e Giocasta come introdotti posteriormente a formare la parte nuova, e morale, del racconto. Ma, in primo luogo, sarebbe difficile ammettere l'esistenza del solo fatto di Edipo con la Sfinge così nudo e isolato, come difficile sarebbe pure ammettere l'esistenza di un antico racconto di Edipo diverso in tutto da quello conosciuto tranne in questo fatto, che sarebbe l'unico superstite. Inoltre, posto che si riconosca nel matrimonio con la madre non conosciuta un'invenzione, questo stesso deve condurre naturalmente a pensare che quell'episodio della Sfinge sia anch'esso introdotto dalla fantasia inventrice, la quale doveva pure trovare un modo di condurre il figlio al talamo materno non conosciuto per tale. Dal che emerge la possibilità, confermata dall'analogia di mille racconti popolari che, cioè, come già dicemmo in principio di questo scritto, l'idea della Sfinge preesistesse al racconto di Edipo, e che di essa possa cercarsi l'origine indipendentemente dall'origine di questo, il quale può, e a me sembra debba, considerarsi come un mero prodotto dell'indirizzo morale preso dallo spirito del popolo nelle sue produzioni fantastiche."

  L'AUTORE – Domenico Comparetti. Filologo italiano (Roma 1835 - Firenze 1927), prof. di letteratura greca all'università di Pisa (1859), poi (1872) di Firenze e, per breve tempo, di Roma; socio nazionale dei Lincei (1875); senatore dal 1891. Si dedicò specialmente a studî classici, ma anche bizantini, romanzi, germanici. Fu tra i massimi filologi italiani del suo tempo. Coltivò gli studî di mitologia comparata ("Edipo e la mitologia comparata", 1867), e lo studio delle leggende e tradizioni popolari, anche orientali ("Sindibād") e finniche ("Il Kalevala e la poesia tradizionale dei Finni", 1891); ma l'opera maggiore fu il "Virgilio nel Medioevo" (1872), che è anche una storia della cultura occidentale da Augusto a Dante. Studiò i papiri di Ercolano, diede l'edizione di alcuni di essi ("Index Stoicorum") e ne propugnò lo studio; si rivolse poi alle epigrafi greche dell'Italia merid. e di Creta; illustrò la grande iscrizione di Gortina (1893) e infine le laminette orfiche (1910). (Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-comparetti/)