Celti e germani. La nazione e i suoi antenati Stampa E-mail

Vittorio H. Beonio Brocchieri

Celti e germani
La nazione e i suoi antenati

Encyclomedia Publishers, pagg.319, € 22,50

 

beonio_celti  IL LIBRO – "Il discorso sui celti – si legge nell’introduzione dell'Autore -, nella percezione del grande pubblico, ha avuto per lo più un carattere d’intrattenimento: negli scaffali delle librerie la collocazione delle opere a loro dedicate oscilla tra la protostoria e l’esoterismo. Emarginati precocemente dalla storia, quella vera, dove non sono stati in grado di reggere il confronto con competitori più attrezzati, come latini e germani, i celti sembrano aver ottenuto la loro rivincita, colonizzando i territori dell’immaginario e del favoloso. [...] L’origine della civiltà celtica viene collocata nel cuore d’Europa, nel bacino del Reno e del Danubio, e questa centralità ha conservato fino a oggi, più o meno consapevolmente, un significato simbolico. [...] I celti sono allora l’Europa, la Prima Europa, l’Europa originaria che deve essere riscoperta, riattivata, per costruire una nuova Europa unita, oppure delle nuove piccole patrie sorte dall’auspicata dissoluzione delle gabbie nazionali. Radicato nel passato il mito celtico si proietta così verso il futuro."
  Identificare i propri antenati è stato fondamentale nel processo di costruzione delle grandi nazioni europee. Celti e germani, i barbari per eccellenza, pur abitando prevalentemente i territori dell'immaginario, sono stati protagonisti di queste proiezioni, ricostruzioni, identificazioni, in virtù delle qualità più diverse a loro attribuite, e della loro alterità rispetto all'eredità greco-romana. Vittorio H. Beonio Brocchieri ricostruisce le fila di questa dialettica storiografica che dal Medioevo a oggi non smette di esercitare il proprio influsso sulla geografia reale e ideale dell'Europa.

  DAL TESTO – “[…] i celti sono stati negli ultimi secoli posti ai margini, confinati in una "frangia celtica" alle estremità occidentali del continente. Relegati nelle brughiere sterili e in isole battute dai venti i celti non appartengono più al nostro mondo, anzi non appartengono più al mondo tout court. Lo spazio celtico è in realtà un limbo, un arcipelago di isole dei morti, come Avallon. La figura di Artù, eroe celtico per eccellenza, esprime molto bene questa polivalenza e queste contraddizioni. Artù, re dormiente, incarna una promessa di riscatto politico per il suo popolo - rex quondam, rex futurus - ma è anche un "vero e proprio re dei morti". Icelti dunque sono dentro e fuori la storia, nel passato e semmai nel futuro, ma quasi mai nel presente.
  “È tuttavia proprio in virtù di questa condizione liminare che i celti hanno avuto un ruolo particolarmente importante e complesso nell'elaborazione dei miti politici che hanno accompagnato la gestazione degli stati moderni europei.
  “Tra gli studi dedicati ai processi di state building, ovvero alla formazione delle strutture istituzionali dello stato moderno, e quelli dedicati al nation building, ovvero alla genesi e alla diffusione di un sentimento di identità nazionale, esiste una chiara asimmetria cronologica. I primi accolgono una cronologia lunga, dal tardo medioevo al XIX secolo inoltrato. Nei secondi invece ha decisamente prevalso una cronologia "corta" che consentirebbe di parlare di sentimento nazionale e di idea di nazione solo a decorrere dalla seconda metà del Settecento. Quella che è stata definita "l'ortodossia modernista" considera quindi il sentimento nazionale e il nazionalismo aspetti di un complessivo processo di modernizzazione.”

  L’AUTORE – Vittorio H. Beonio Brocchieri è nato a Milano. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Pavia e l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi. Insegna Storia moderna all’Università della Calabria. Si occupa prevalentemente di storia economica e sociale, di World History e di storia del pensiero politico. Per EM Publishers ha pubblicato Storie globali. Persone, merci e idee in movimento e ha curato i volumi di storia del Cinque, Sei, Sette e Ottocento dell’Età moderna e contemporanea.

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione - 1. Les Gaulois triomphent? (1.1. Il contenzioso della memoria - 1.2. Gomerus Gallus: dal mito troiano alle genealogie noachidi - 1.3. Le due rive del Reno - 1.4. La police des Gaulois e la crisi della monarchia francese - 1.5. La tentazione della conquista - 1.6. Les Germains offusqués - 1.7. «Le plus savant gentilhomme du royaume dans l'histoire» - 1.8. Montesquieu e il whiggismo à la française - 1.9. Dal "governo gotico" al germanesimo repubblicano - 1.10. La nazione contesa - 1.11. Un libéralisme assez héréditaire - 1.12. Le génie de la conquête: François Guizot e Augustin Thierry - 1.13. Celti "storici" e celti "naturali": Amédée Thierry e William F. Edwards - 1.14. Il disagio della celticità: Chateaubriand e Renan - 1.15. de Gobineau: celti e ariani - 1.16. I celti e la repubblica) - 2. La Profezia di Merlino (2.1. I tormenti di Soames - 2.2. Celtic fringe - 2.3. Egressi sunt duo dracones... - 2.4. Apogeo e morte d'Arthur - 2.5. L'ecclesia anglicana fra Agostino e Giuseppe d'Arimatea - 2.6. Adventus saxonum - 2.7. Il fantasma di Saint Edward: la conquista, la storia e la legge - 2.8. Il goticismo whig e la libertà dei moderni - 2.9. L'invezione dei celti - 2.10. Il primitivismo romantico e il "momento" Walter Scott - 2.11. Zoological history - 2.12. Le tribù ritrovate - 2.13. Eminenti vittoriani - 2.14. Il Calibano celtico - 2.15. La rivincita di Bicket: apogeo e crisi dell'anglosassonismo) – Conclusioni - Note ai capitoli - Indice dei nomi