Mario Sironi: Scritti inediti (1927-1931) Stampa E-mail

Mario Sironi

Scritti inediti (1927-1931)

Abscondita, pagg.92, € 12,00

 

sironi_inediti  IL LIBRO – Sono raccolti in questo volume una quarantina di testi di Sironi, apparsi sul "Popolo d'Italia" fra il 1927 e il 1931, e da allora mai più ripubblicati.
  Sono articoli di profondo interesse perché si soffermano su alcuni protagonisti dell'arte italiana (Fattori, Gola, Wildt) o scoprono precocemente artisti allora agli esordi (Fontana, Sassu, Manzù, Cantatore, De Amicis, Regina, Andreoni, Di Terlizzi e molti altri).
  Anche le cronache d'arte che riguardano pittori dimenticati, però, presentano motivi di forte interesse, perché danno l'occasione a Sironi di trattare problemi stilistici (il superamento del verismo e dell'impressionismo, la critica al divisionismo e al secessionismo, il dialogo fra modernità e classicità, il valore non decorativo del colore) o ideologici (il rapporto fra arte e fascismo).
  Nella postfazione, infine, Elena Pontiggia riesamina l'intero corpus di scritti di Sironi espungendo molti falsi. Dimostra infatti che una decina di articoli, attribuiti all'artista nell'ormai classica antologia di testi sironiani del 1980, sono in realtà di altra mano.

  DAL TESTO – “Essere fascisti non vuol dire abbastanza nei riguardi dell'arte. Il genio artistico è una facoltà che si distribuisce secondo una legge che è, per se stessa, quanto mai misteriosa e impenetrabile. Ma è pur vero che uno dei più forti alimenti dell'arte è la fede, e che possedere una fede, sentire profondamente, è già essere in stato di grazia per la comunione dell'arte.
  “E il fascismo è una fede. I suoi negatori tentarono spesso di far passare questo sentimento per feticismo di barbari, di elementi primitivi e non abbastanza felici per godere della cultura, anche se questa spesso serviva a nascondere dottrine disgregatrici e corruttele svariate d'animo e di spirito. Questa divina luce dell'arte, senza cura di chiamarsi stracittadina o strapaesana, non è invece privilegio degli inconsolabili, dei nostalgici del vecchio spirito, ma è un candido dono, anche tra le vertiginose mura della grande città, di anime nuove, di spiriti sani, e in certo senso credenti.”

  L’AUTORE – Mario Sironi nacque a Sassari nel 1885 da padre ingegnere. Abbandonati presto gli studi universitari, si dedicò alla pittura, frequentando lo studio di Giacomo Balla a Roma, città dove si era trasferito nei primi anni del Novecento. Sempre in questo periodo incontrò Severini e Boccioni. Grazie a quest'ultimo, fra il 1914 e il 1915 si accostò al futurismo. Nel primo dopoguerra fu uno dei più convinti sostenitori del partito fascista e della tradizione italiana, attraverso un linguaggio arcaicizzante caratterizzato dalla riduzione geometrica delle forme e dalla vigorosa costruzione plastica. Con l'inizio degli anni Venti inizia a manifestarsi la sua più autentica vena individuale, nella numerosa serie delle Periferie e dei Paesaggi urbani che lo hanno reso famoso. Stabilitosi definitivamente a Milano, dal 1922 svolse attività di critico e di illustratore per "Il Popolo d'Italia" e la "Rivista illustrata del Popolo d'Italia". Nel dicembre di quell'anno fu tra i fondatori del gruppo dei "Sette pittori moderni", poi ribattezzato "Novecento". Tra il 1926 e il 1929 Sironi organizzò, insieme a Margherita Sarfatti, le mostre del movimento pittorico, divenuto l'espressione artistica del Regime. In questo clima si dedicò anche al mezzo dell'affresco, come testimoniano i dipinti del palazzo di Giustizia a Milano. Con l'architetto Giovanni Muzio curò infine i padiglioni italiani per le esposizioni di Colonia e di Barcellona. Dagli anni Quaranta, suo malgrado, ritornò alla pittura da cavalletto, caratterizzata da una vena nostalgica e intimistica in cui si percepisce il senso angoscioso della solitudine sopraffatto da un principio di volontà e ordine che ne rispecchiano l'orientamento psicologico. In questi anni si dedica con successo anche alla progettazione di grandi scenografie teatrali di importanti opere liriche per la Scala di Milano ed il Maggio Fiorentino. Muore a Milano nel 1961. (Fonte: galleria56.it)

   INDICE DELL’OPERA – I. Vitalità della pittura italiana (Monti), 30 gennaio 1927 - 2. Due macchiaioli: Focardi e Malesci, 6 aprile 1927 - 3. Caligiani, Mazzolani, Gola, 4 novembre 1927 - 4. Nel solco di Segantini, I dicembre 1927 - 5. Contro l'impressione, I dicembre 1927 - 6. Oltre il gusto klimtiano (Wolf-Ferrari), 28 dicembre 1927 – 7. Critica al divisionismo, 15 gennaio 1928 - 8. Emilio Gola, 28 gennaio 1928 - 9. Cristoforo De Amicis, Oreste Bogliardi, 28 gennaio 1928 - 10. Fascismo e arte, 8 febbraio 1928 - 11. Fra impressionismo e costruzione (Monti), 18 febbraio 1928 - 12. Persistenze dell'Ottocento, 21 giugno 1928 – 13. Le maioliche di Melandri, 21 giugno 1928 – 14. Pittura di montagna, 27 ottobre 1928 – 15. Al Cimitero Monumentale: Portaluppi, Marchini, Wildt, 3 novembre 1928 - 16. Colore anti-impressionista e avanguardia come italianità, 14 novembre 1928 – 17. Giovanni Fattori, 14 novembre 1928 - 18. Scultura anti-impressionista, I dicembre 1928 – 19. Facilità e severità dell'arte, 9 gennaio 1929 - 20. Wildt, Medardo Rosso e Leone Lodi al Monumentale, 3 novembre 1929 - 21. Ceramiche Lenci, 21 dicembre 1929 - 22. Pittura lombarda (Piatti), 21 dicembre 1929 - 23. Decoratività e facilità (Steffenini e Monti), 13 febbraio 1930 - 24. Contro la facilità della pittura (Ledda), I marzo 1930 - 25. Per una pittura italiana, I marzo 1930 - 26. Impressionismo lombardo e costruzione, 21 marzo 1930 - 27. Pittori giovani. Pancheri, Sassu, Manzù, 9 aprile 1930 - 28. L'arte e il bambino, 24 aprile 1930 - 29. Futuristi milanesi alla Famiglia Artistica, 5 giugno 1930 - 30. Cubicità turrite di case, 5 giugno 1930 - 31. La tomba Berardi di Lucio Fontana, 2 novembre 1930 - 32. «Convegno di pittura», 27 novembre 1930 - 33. Anti-impressionismo e simbolismo, 10 dicembre 1930 - 34. Il primitivismo di Di Terlizzi, 10 dicembre 1930 - 35. Contro il colore sgargiante (Cosomati), 23 dicembre 1930 - 36. Cantatore, I febbraio 1931 - 37. Pittura di montagna oltre il realismo, 7 febbraio 1931 - 38. Ernesto Crespi, 11 marzo 1931 - 39. «Novecento» napoletano, 29 marzo 1931 - 40. Regina; la tempera di Bracchi, 7 aprile 1931 – Note - Sironi critico: inediti e falsi, di Elena Pontiggia - Elenco degli scritti di Sironi sul «Popolo d'Italia»