Del sentimento tragico della vita |
Miguel de Unamuno Del sentimento tragico della vita negli uomini e nei popoli SE, pagg.287, € 28,00
IL LIBRO – L'impulso vitale verso l'immortalità non trova una conferma razionale e la ragione non è in grado di mostrare alla vita il suo fine supremo. Da qui il "sentimento tragico della vita", la tragica contraddizione in cui si fronteggiano le esigenze intellettuali e quelle affettive di ogni "uomo fatto di carne e di ossa". Dalla sofferenza del "sentimento tragico della vita", Unamuno comunque riesce a giungere al concetto di amore misericordioso mediante il mistero della morte e della sofferenza di Cristo, nella quale egli trova una risposta alla sua angoscia. DAL TESTO – "Esiste qualcosa che, in mancanza d'altro nome, chiameremo "il sentimento tragico della vita", che porta dietro di sé tutta una concezione della vita stessa e dell'universo, tutta una filosofia più o meno formulata, più o meno cosciente. Questo sentimento possono averlo, e l'hanno, non solo uomini individuali, ma interi popoli; è un sentimento che non nasce dalle idee, ma piuttosto le genera, sebbene dopo, è chiaro, queste idee reagiscano su di esso, fortificandolo. Può nascere da una malattia accidentale, da una dispepsia, per esempio, ma può anche essere costituzionale. E non serve parlare di uomini sani e malati. A parte il fatto che non abbiamo una nozione normativa della salute, nessuno ha provato che l'uomo debba essere per natura gioioso. C'è di più: l'uomo per il fatto di essere uomo, di avere coscienza, è già, rispetto all'asino o al gambero, un animale malato. La coscienza è una malattia". L’AUTORE – Miguel de Unamuno nacque a Bilbao nel 1864 da famiglia basca di tradizione cattolica, e fu membro, nella città natale, della congregazione di San Luigi Gonzaga nel periodo che va dal 1878 al 1880, anno in cui si recò a Madrid per frequentare la facoltà di lettere e filosofia. Risalgono a questo periodo le sue inquietudini spirituali, che lo porteranno all'abbandono della fede e della pratica del culto cattolico. Tornato a Bilbao nel 1884, si riavvicinò al cattolicesimo ed iniziò a collaborare a giornali e riviste. Nel 1889 fece un viaggio in Francia e in Italia e nel 1891 fu chiamato a ricoprire la cattedra di letteratura greca all'università di Salamanca. Questa città sarebbe divenuta la sua seconda patria e qui visse fino alla morte, se si eccettua il periodo dell'esilio, durante i sei anni della dittatura di Primo de Rivera (1924-1930), trascorso inizialmente nell'isola di Fuerteventura, nelle Canarie, e successivamente a Parigi. INDICE DELL’OPERA – I. L'uomo di carne e ossa - II. Il punto di partenza - III. La sete di immortalità - IV. L'essenza del cattolicesimo - V. La dissoluzione razionale - VI. Nel fondo dell'abisso - VII. Amore, dolore, compassione e personalità - VIII. Da Dio a Dio - IX. Fede, speranza e carità - X. Religione, mitologia d'oltretomba e apocatastasi - XI. Il problema pratico - XII. Conclusione. Don Chisciotte nella tragicommedia europea contemporanea - Nota bio-bibliografica
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