Wops. I prigionieri italiani in Gran Bretagna |
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Isabella Insolvibile Wops Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.400, Euro 38,00
DAL TESTO – “[…] in alcuni casi 1'8 settembre provocò delle reazioni inverse a quelle del 25 luglio, quando […] il nome del duce sparì dagli appelli: dopo l'armistizio - che fu vissuto in Gran Bretagna per quello che era in realtà, cioè una resa incondizionata - molti prigionieri scelsero un ritorno al fascismo, probabilmente più come reazione istintiva e non meditata, che come decisione consapevole. I ritratti di Mussolini presero il posto di quelli di Badoglio, quelli del re vennero tolti dai fascisti. Col passare dei giorni, poi, le scelte si fecero più ragionate, e così sia il nome del re sia quello dell'ex duce scomparvero dagli appelli, per non scontentare nessuno e soprattutto per mantenere la calma. L’AUTRICE – Isabella Insolvibile (Napoli, 1978) è dottore di ricerca in Storia (2010). Membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea «Vera Lombardi» (Napoli), dal 2010 collabora alle attività didattiche della cattedra di Storia Contemporanea presso le Facoltà di Lettere e Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli. Tra il 2005 e il 2008 è stata borsista della Scuola Superiore di Studi di Storia Contemporanea dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (Milano). È autrice di numerosi saggi relativi alla resistenza militare e alla prigionia di guerra, tra i quali si segnalano La Resistenza di Cefalonia tra memoria e storia (ANRP, 2004), Kos 1943_1948. La strage, la storia (ESI, 2010). INDICE DELL’OPERA - Ringraziamenti - Abbreviazioni, sigle e nomi in codice – Prefazione, di Paolo De Marco – Introduzione - Parte prima. 1941-1943 - I. Dall’Africa alla Gran Bretagna. La guerra interrotta e non conclusa dei prigionieri italiani (1. La guerra senza speranza: la cattura degli italiani in Africa, 1940-43 - 2. Una manodopera «docile e apolitica»: le ragioni del trasferimento dei prigionieri italiani in Gran Bretagna - 3. Logica della preoccupazione e strategia del rischio calcolato: i trasporti dei prigionieri italiani tra limitazioni logistiche e convenzioni internazionali - 3.1. La razionalizzazione di costi e benefici - 3.2. «Il potenziamento della forza lavoro prigioniera»: gli italiani come merce) - II. I soldati contadini. I prigionieri italiani al lavoro in Gran Bretagna (1941-1943) (1. Dai campi di prigionia alle fattorie: l’ottimizzazione della distribuzione dei prigionieri italiani - 2. La gestione dei prigionieri italiani - 3. Prigionieri al lavoro - 3.1. Le tipologie di lavoro - 3.2. Lo stipendio dei prigionieri italiani - 3.3. Lavoratori buoni o cattivi? Le stime sul rendimento e gli scioperi - 4. La «buona prigionia» I prigionieri italiani tra detenzione e segregazione - 4.1. Una prigionia senza fame - 4.2. «They looked up and smiled, and she smiled back»: la fraternizzazione - 4.3. Il «sentiero al di qua del filo spinato»: le malattie psichiche come conseguenza di una lunga cattività. I primi rimpatri - 5. Bianchi, neri e grigi: la «rieducazione politica» dei prigionieri italiani) - Seconda parte. 1943-1946 - III. La lunga estate del ’43. I prigionieri come pegno per la cobelligeranza (1. L’«incolmabile distanza dalla realtà»: il 25 luglio nelle reazioni dei prigionieri italiani in Gran Bretagna - 2. Realisti e fascisti: l’8 settembre e la «guerra civile» tra i prigionieri italiani - 3. Le «importazioni» di prigionieri dopo l’armistizio - 4. I prigionieri cobelligeranti: la questione dello status - 5. Vita quotidiana e lavoro: la prigionia ininterrotta) - IV. More than just prisoners: la cooperazione (1. Cooperatori volontari o lavoratori coatti? Il mancato accordo tra Alleati e Italia - 2. «With work and with moral courage»: la missione Carandini - 3. Si stava meglio quando si stava peggio? Da prigionieri nemici a prigionieri cooperatori - 3.1. Il lavoro come prigionia: dall’agricoltura alla ricostruzione - 3.2. «I riflessi marginali di questa immensa catastrofe»: la vita amara dei prigionieri italiani dopo la cooperazione - 4. Political warfare e policy of sops. I rimpatri degli italiani tra compassione e propaganda) - V. The long way home. La fine della guerra e il rimpatrio (1. Prigionieri fino alla fine: lo status degli italiani come questione irrisolta - 2. L’affaire rimpatri: i prigionieri italiani tra il timore del reducismo e le esigenze del raccolto - 3. Da Prisoners of War a Prisoners of Peace: i prigionieri di una guerra conclusa - 3.1. «Questa attesa che si prolunga quasi senza speranza»: la malattia del reticolato - 3.2. La «germanizzazione» del lavoro - 4. Il difficile happy end: da prigionieri a reduci - 4.1. Il fallimento della missione italiana e il rimpatrio complessivo dei prigionieri di guerra - 4.2. Sposi di guerra, emigranti e reduci. La ricerca di una nuova patria e il ritorno a casa tra paure e speranze) - VI. I «fortunati». La prigionia degli italiani in Gran Bretagna tra interpretazioni e memoria (La «buona prigionia» in un tragic little world - La memoria trascurata) - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice dei luoghi
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