Heidegger, l'introduzione del nazismo nella filosofia Stampa E-mail

Emmanuel Faye

Heidegger, l'introduzione del nazismo nella filosofia

L’Asino d’oro Edizioni, pagg.502, Euro 30,00

 

faye_heidegger  IL LIBRO – I rapporti di Heidegger con il nazionalsocialismo non sono riconducibili al temporaneo disorientamento di un uomo la cui opera filosofica continuerebbe a meritare ammirazione e rispetto – come molti ancora sostengono.
  Emmanuel Faye, senza mai separare riflessione filosofica e indagine storica, propone una lettura degli scritti di Heidegger che rivela quanto egli si sia impegnato per introdurre i fondamenti del nazismo nella filosofia e nell’insegnamento.
  Nel suo seminario hitleriano dell’inverno 1933-34, Heidegger identifica il popolo con la comunità di razza e sostiene che sia necessaria per il III Reich una nuova nobiltà, esaltando l’«eros» del popolo per il Führer. Successivamente, dopo il 1935, il suo nazismo invece di affievolirsi si radicalizza: nel giugno 1940 presenta la motorizzazione della Wehrmacht come «atto metafisico»; nel 1941 definisce la selezione razziale come «metafisicamente necessaria»; infine, dopo la disfatta del nazismo, le sue prese di posizione sul nazionalsocialismo e i campi di sterminio andranno a nutrire i discorsi dei movimenti revisionisti e negazionisti. Con questa opera, già pubblicata in molti paesi e finalmente anche in Italia, Faye rende evidente il fatto che Heidegger, partecipando all’elaborazione della dottrina hitleriana e ponendosi egli stesso come «guida spirituale» del nazismo, invece che arricchire la filosofia ha distrutto, attraverso essa, ogni forma di pensiero e di umanità.

  DAL TESTO – “[…] è necessario chiedersi se oggi, a più di sessant'anni dalla Liberazione, sia ammissibile che i manoscritti di autori come Heidegger o Baeumler siano ancora inaccessibili e controllati da parenti le cui intenzioni sono apertamente revisioniste e apologetiche. Questi fondi dovrebbero essere aperti a tutti i ricercatori in nome del diritto alla verità storica.
  “Per proteggere il futuro del pensiero filosofico è indispensabile interrogarsi anche sulla vera natura della Gesamtausgabe di Heidegger, con i princìpi razzisti, eugenetici e radicalmente distruttivi per l'esistenza e la ragione umana che questi scritti veicolano. Una tale opera non può continuare a figurare nelle biblioteche di filosofia: la sua collocazione è piuttosto nei fondi di storia del nazismo e dell'hitlerismo. Per cui si deve auspicare che quest'opera tradotta e commentata in tutto il mondo sia oggetto di ricerche molto più approfondite, il che permetterà di vedere più chiaramente ciò che essa significa, di prendere coscienza dei suoi pericoli, di resistere ai princìpi di distruzione che essa veicola e di opporsi alla loro diffusione nella filosofia e nel suo insegnamento.”

  L’AUTORE – Emmanuel Faye è professore di Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Rouen e autore di diverse pubblicazioni sulla filosofia rinascimentale francese e su Cartesio. Per le sue ricerche critiche su Heidegger, nel 2011 è stato insignito dall’Accademia brasiliana di filosofia del dottorato honoris causa. Il suo volume Heidegger, l’introduction du nazisme dans la philosophie è stato premiato nel 2009 dalla rivista “ForeWord” come uno dei “Book of the Year” per la filosofia.

  INDICE DELL’OPERA - Nota della curatrice - Prefazione all'edizione italiana, di Emmanuel Faye – Premessa – Introduzione - 1. Prima del 1933: il radicalismo di Heidegger, la distruzione della tradizione filosofica e la chiamata del nazismo (1.1. Le conferenze del 1925 sull'«attuale lotta per una visione storica del mondo» - 1.2. Essere e tempo: dall'io individuale alla comunità di destino del popolo - 1.3. Heidegger, Becker, Clauss: mondo-ambiente, comunità di popolo e dottrina razziale - 1.4. Heidegger e Rothacker: «filosofia della storia» e «pensiero della razza» nel III Reich - 1.5. L'orientamento politico di Heidegger prima del 1933 - 1.6. La politica di reclutamento universitario di Heidegger e il suo antisemitismo) - 2. Heidegger, la «messa in riga» e il nuovo diritto degli studenti (2.1. L'approvazione della nuova legislazione antisemita da parte di Heidegger - 2.2. Il rettore Heidegger e l'introduzione del Führerprinzip nell'università - 2.3. Le nomine di Heidegger a Berlino e a Monaco e la sua reputazione di estremista politico - 2.4. L'azione «contro lo spirito non tedesco» e il nuovo diritto degli studenti) - 3. I campi di lavoro, la salute del popolo e la razza dura nelle conferenze e nei discorsi degli anni 1933-34 (3.1. Il discorso di rettorato del 27 maggio 1933 - 3.2. L'apologia dei campi di lavoro e della selezione - 3.3 La conferenza di Heidelberg e l'esaltazione della razza dura - 3.4. Heidegger, la salute del popolo e la medicina nazista - 3.5. La nazificazione del lavoro, del sapere e della libertà - 3.6. L'apologia della guerra, la lotta spirituale e il culto dei morti - 3.7. La Germania segreta, la «venerazione» e la triade hitleriana del poeta, del pensatore e dell'azione politica) – 4. I corsi degli anni 1933-35: dalla questione dell'uomo all'affermazione del popolo e della razza tedesca (4.1. La trasformazione völkisch della questione dell'uomo nel corso del semestre estivo 1933 - 4.2. L'insegnamento di Cartesio nelle università tedesche ridotto da Heidegger a una «decadenza spirituale» - 4.3. Il razzismo di Heidegger e la sua critica della biologia nel corso del semestre invernale 1933-34 - 4.4. L'identificazione völkisch del popolo e della razza nel corso del semestre estivo 1934 - 4.5. Heidegger e Hölderlin: l'essere come patria, la triade hitleriana e la croce uncinata) - 5. L'hitlerismo di Heidegger nel seminario Sull'essenza e i concetti di natura, storia e Stato (5.1. Lo Stato, il popolo e la razza - 5.2. L'educazione politica della nobiltà del III Reich - 5.3 Heidegger e Stadelmann: 1'appropriazione nazista della storia tedesca - 5.4. Il popolo, lo Stato e il Führer secondo Heidegger e Carl Schmitt - 5.5. La relazione tra lo Stato e il popolo identificata con la relazione tra l'essere e l'ente - 5.6 Come ancorare la volontà del Führer nell'essere e nell'anima del popolo - 5.7 Heidegger e lo Stato völkisch - 5.8 Heidegger, l'estensione dello spazio vitale del popolo tedesco e i nomadi semiti - 5.9. L'apologia heideggeriana del dominio hitleriano - 5.10. Heidegger e i discorsi di Hitler - 5.11 Heidegger e il Führerstaat) - 6. Heidegger, Carl Schmitt e Alfred Baeumler: la lotta contro il nemico e il suo annientamento (6.1. Carl Schmitt e la Gleichschaltung come mezzo al servizio dell'«omogeneità» razziale del popolo - 6.2. La lettera di Heidegger a Carl Schmitt del 22 agosto 1933, l'auspicio di «decisiva collaborazione» tra i due e la nazificazione della Facoltà di giurisprudenza di Friburgo - 6.3. L'identificazione schmittiana del nemico con l'estraneo alla razza nell'edizione del 1933 di Sul concetto della politica, lodata da Heidegger  - 6.4. La nota di Carl Schmitt su Baeumler e Jünger e il riferimento di Baeumler a Eraclito - 6.5. La «verità» riferita alla Heimat - 6.6. L'annientamento del nemico nel corso invernale 1933-34) - 7. Il diritto e la razza: Erik Wolf tra Heidegger, Schmitt e Rosenberg (7.1. La concezione razzista e organica dello Stato totale e del popolo sviluppata da Erik Wolf sotto il rettorato di Heidegger - 7.2. Erik Wolf discepolo di Rosenberg e di Schmitt) - 8. Heidegger e la longevità dello Stato nazista nel seminario su Hegel e lo Stato (8.1. Heidegger e la Commissione per la filosofia del diritto creata nel maggio 1934 - 8.2. Presentazione del seminario su Hegel e lo Stato - 8.3. L'introduzione del seminario: come far durare lo Stato nazista più di cinquanta o cento anni? - 8.4. Heidegger e Richard Kroner - 8.5. L'inconsistenza dell'insegnamento di Heidegger e la sua risposta alle proteste degli studenti - 8.6. L'identificazione di Hegel con lo Stato istituito nel 1933 - 8.7. Heidegger ed Erik Wolf: dall'indistinzione dei concetti all'ontologizzazione del diritto e della costituzione - 8.8. Lo Stato totale e völkisch del 1933 in rapporto a Hegel, secondo Carl Schmitt e Heidegger - 8.9. Il tempio, la conferenza sull'opera d'arte e il congresso di Norimberga del 1935 - 8.10. Il concetto di politica secondo Martin Heidegger e secondo Carl Schmitt) - 9. Dalla giustificazione della selezione razziale al negazionismo ontologico delle conferenze di Brema (9.1. L'introduzione del nazismo nella «metafisica» - 9.2. Le riscritture dei corsi su Nietzsche e l'apprezzamento di Baeumler - 9.3. L'elogio di Spengler, il «biologismo» e i fondamenti della politica - 9.4. Heidegger e Oskar Becker: essere, essenza, razza - 9.5. L'interpretazione di Cartesio e della «metafisica» all'epoca dell'invasione della Francia - 9.6. La legittimazione della selezione razziale come «metafisicamente necessaria» - 9.7. Il «principio völkisch» e l'antisemitismo di Heidegger nei Beiträge zur Philosophie - 9.8. Il «doppio gioco» del «giudeo-cristianesimo» denunciato nella Besinnung - 9.9. Il «pensiero della razza» riferito all'esperienza dell'essere in Die Geschichte des Seyns e Koinon - 9.10. Su Ernst Jünger, o del dominio mondiale e dittatoriale della razza e dell'essenza tedesche - 9.11. L'antisemitismo di Heidegger nel 1944 - 9.12. Dal revisionismo della risposta a Marcuse al negazionismo ontologico delle conferenze di Brema – 9.13. Il pericolo dell'opera di Heidegger e della sua discendenza negazionista) – Conclusioni – Appendice – Ringraziamenti – Bibliografia - Indice dei nomi