George L. Mosse, l'Italia e gli storici |
Donatello Aramini George L. Mosse, l'Italia e gli storici Edizioni Franco Angeli, pagg.272, Euro 30,00
IL LIBRO – George L. Mosse è stato uno dei più importanti storici della seconda metà del Novecento. La sua opera ha rinnovato in modo profondo gli studi sull'Europa contemporanea, in particolare quelli attinenti la natura e la diffusione del nazionalismo, delle moderne ideologie totalitarie e delle religioni politiche. A partire dagli anni Sessanta, Mosse è divenuto una delle figure più rappresentative del panorama storiografico internazionale e l'Italia è con molta probabilità il paese dove ha avuto il maggior successo. DAL TESTO – “[…] la fortuna di Mosse è stata influenzata anche da problematiche tutte interne al dibattito storiografico italiano, come dimostrano l'esaltazione di Mosse come anti-De Felice o ancora il suo crescente successo generato anche grazie al progressivo processo di «smitizzazione» e «deideologizzazione» delle prospettive e delle narrazioni scaturite dalla riflessione storiografica della cultura antifascista, portati avanti negli ultimi quindici anni dagli storici maggiormente legati al “paradigma antifascista”. Lo studio di essa costituisce un punto di vista, e soltanto uno, tra i molteplici modi di poter indagare l'evoluzione della storiografia italiana. Si tratta di un punto di vista essenziale, però, per quanto riguarda il tema del fascismo, del totalitarismo e della forza del pensiero mitico in età contemporanea. Non fosse altro perché, come aveva giustamente sottolineato Niccolò Zapponi già diversi anni fa, è oramai opinione generalizzata e indiscutibile, anche da parte di ampi settori della storiografia italiana, che le ricerche di Mosse abbiano contribuito in modo determinante, attraverso una tendenza «to see 'fascism' as an interference between politics and mythical and religious convictions», a quel ripensamento dell'esperienza dei fenomeni totalitari fascista e nazista compiuto dalla cultura di origine ebraica che ha progressivamente sostituito l'interpretazione fornita dalla tradizione storiografica dell'antifascismo militante.” L’AUTORE – Donatello Aramini è dottore di ricerca in Storia contemporanea e attualmente borsista di post dottorato presso l'Università degli Studi di Cassino. Le sue ricerche riguardano il dibattito storiografico sul fascismo, la storia del nazionalismo italiano e i rapporti tra politica e intellettuali nella prima metà del Novecento. Fa parte della redazione della rivista "Annale di storia regionale" e collabora con "Ricerche di storia politica" e "Mondo contemporaneo", dove ha curato, con Giovanni Ceci, la pubblicazione del carteggio Mosse-De Felice. INDICE DELL’OPERA – Introduzione - Un ingresso in sordina (1962-1971) (Tra Giorgio Spini, Alberto Mondatori; Il ruolo di Renzo De Felice) - "La nazionalizzazione delle masse": L'irrazionale contro le strutture (1972-1976) (La "svolta" del 1975; Il volume del 1975 tra successi e insuccessi) - Una ricezione difficile (1977-1985) (L'Intervista sul nazismo e la fine degli anni Settanta; Razionalizzare l'irrazionale; Tra critiche e aperture) - Esplode la "moda" Mosse (1985-1993) (L'apertura della storiografia "antifascista"; Mosse contro De Felice?) - Il profondo influsso a cavallo tra anni Ottanta e Novanta ("La nazionalizzazione delle masse" come processo di "invenzione della tradizione"; Gli studi sulla prima guerra mondiale; Le ricerche sul razzismo e l'antisemitismo; La "sacralizzazione della politica") - Una fama diffusa (1994-1999) (Tra mondo accademico e opinione pubblica; La scomparsa di Mosse) - L'eredità (1994-2009) (Alcune recenti tendenze interpretative; Lo studio della catastrofe dell'uomo moderno: il giudizio di Emilio Gentile; Alcune considerazioni finali) – Ringraziamenti - Indice dei nomi
|