Il generale. Manuale per l'esercizio del comando Stampa E-mail

Onasandro

Il generale
Manuale per l'esercizio del comando
Testo greco a fronte. Edizione numerata

Edizioni Dedalo, pagg.331, Euro 24,00

 

onasandro_generale  IL LIBRO – Si presenta qui il testo (con traduzione e commento) di un manuale scritto in greco intorno alla metà del I secolo d.C., che offre precetti utili per il comando e la conduzione di una guerra, mostrando in molteplici circostanze legami con la tradizione storiografica e polemologica greca (Tucidide e Senofonte, Enea Tattico e Polibio), nonché spunti tratti dall’ambito latino (Sallustio, Cesare e Livio). Di quest’opera i moderni hanno spesso criticato lo stile, vi hanno ravvisato genericità di contenuti, mancanza di riferimenti al reale. Ma se le carenze addebitate allo scritto possono essere facilmente spiegabili con il fine che ne ispira toni e argomenti, i princìpi generali evocati, le considerazioni etiche e psicologiche e le note tecniche indirizzate ad ambiti specifici ne fanno un prontuario per l’esercizio del comando di rapida consultazione, e non solo in una determinata epoca: un modello per chiunque aspiri a ricoprire un’alta carica. L’opera guarda con originalità anche oltre i confini della strategia e della tattica, verso l’ambito politico e filosofico della guerra, delineando il ritratto ideale di un uomo che annovera, accanto a qualità propriamente militari, anche doti umane e, non ultime, nobiltà di nascita e affabilità di modi.

  DAL TESTO – “1. Il generale combatta, per quello che lo riguarda personalmente, più con prudenza che con coraggio, o anche si astenga del tutto dal combattimento corpo a corpo con il nemico; infatti se desse prova negli scontri di un coraggio insuperabile, combattendo non potrebbe giovare al suo esercito tanto quanto gli nuocerebbe morendo: la mente di un generale conta più della forza fisica; con la sua vigoria fisica anche un semplice soldato è in grado di compiere qualcosa di grande, ma nessun altro può ideare il progetto migliore con intelligenza accorta. 2. Se un nocchiero, lasciato il timone, di persona praticasse le attività che sono compito dei marinai, metterebbe in pericolo la nave; nello stesso modo, se un generale si astenesse dall'elaborare piani e si abbassasse alle incombenze dei soldati, l'assenza di un pensiero che governi il tutto renderebbe inutile anche l'aiuto più efficace. 3. Quando il generale mette a repentaglio la propria vita è, secondo la mia opinione, come se, qualora gli dovesse accadere qualcosa, abbandonasse a se stesso tutto l'esercito; se, infatti, colui da cui dipende la salvezza dell'intero esercito non si cura per nulla della eventualità di morire, e preferisce che tutto perisca con lui, allora a ragione potrebbe essere accusato di essere un generale inconcludente piuttosto che valoroso. 4. Infatti mentre il generale che ha elaborato con la sua intelligenza molti disegni trarrà soddisfazione dal ricevere onori per il buon esito delle azioni frutto del suo senno, al contrario il generale così sciocco da ritenere che se durante la battaglia non ha combattuto corpo a corpo contro i nemici non ha compiuto nessuna azione degna, non è coraggioso […].”

  IL CURATORE – Corrado Petrocelli è professore ordinario di Filologia classica presso l’Università di Bari. Si occupa prevalentemente di oratoria attica, storiografia greca e romana, sociologia del mondo greco e romano, polemologia antica. Tra le sue pubblicazioni: La stola e il silenzio. Sulla condizione femminile nel mondo romano (1989). Ha inoltre curato un’edizione commentata dell’Ipparchico di Senofonte (2001). È attualmente Rettore dell’Università di Bari.

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione - Il generale. Manuale per l'esercizio del comando - Note - Bibliografia - Indice dei luoghi citati