Il Codice penale per il Regno d'Italia (1889) Stampa E-mail

a cura di Sergio Vinciguerra

Il Codice penale per il Regno d'Italia (1889)
Ristampa anastatica

Cedam, pagg.CCXVIII-196, Euro 45,00

 

vinciguerra_Codice_penale_per_il_Regno_d_Italia_1889  IL LIBRO – Si arricchisce la serie dei codici preunitari commentati da storici del diritto e penalisti. Ogni volume si qualifica per prendere in esame un singolo codice 'preunitario' e per sviscerarlo non con analiticità formale ma secondo opportune e originali chiavi di lettura dettate dall'esperienza scientifica del Curatore. La Collana va così a costituire un quid unicum nell'editoria scientifica italiana, in quanto offre una panoramica su un fenomeno che nessun altro ha studiato.

  DAL TESTO – “Il codice penale italiano, pubblicato nel 1889, allorché era re d'Italia Umberto I di Savoia e Ministro Guardasigilli Giuseppe Zanardelli (e di questo ministro il codice usualmente porta il nome), è il primo codice penale unitario, ovvero realmente esteso all'intera Italia a conclusione del Risorgimento. In esso si possono riscontrare alcuni fondamentali principii elaborati dall'illuminismo giuridico, i quali, come sappiamo, sono stati portati avanti dalla Rivoluzione francese e dal Risorgimento italiano, sia pure in modo talora contraddittorio e poco coerente.
  “Nel Titolo I emerge subito, in modo evidente, nei primi articoli, un principio basilare dell'Illuminismo giuridico-penale, ovvero la certezza del diritto. L'art. I stabilisce: «Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite». Questo è l'aspetto «elementare» di tale principio; se un fatto non è previsto dalla legge come reato, e se la legge non stabilisce una pena per un certo fatto, non esiste nessun fondamento, nessuna possibilità di intervento «punitivo»”.

  IL CURATORE – Sergio Vinciguerra è nato a Torino il 10 aprile 1938. Laureato in giurisprudenza all’Università di Torino con lode e dignità di stampa nel 1960; libero docente in questa materia nel 1964. Vincitore del concorso per la cattedra di diritto penale nel 1975. Ha insegnato il diritto penale nelle Università di Trieste e di Genova ed è attualmente professore ordinario di questa materia nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino, città nella quale risiede, e dove insegna anche criminologia. È stato preside di tale Facoltà per il triennio 2006-2009. Dal 2003 al 2005 ha diretto il Master in criminologia e politica criminale internazionale, che la Facoltà torinese ha gestito in collaborazione con l’UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute). Attualmente è Direttore del Master in Giustizia penale europea, che ha istituito presso la Facoltà torinese di Giurisprudenza.  Ha diretto ricerche giuridiche su incarico del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Ministero dell'Università. Dirige una Collana di studi giuridici: «Casi, Fonti e Studi per il diritto penale» (edizioni Cedam, Padova). Dirige anche la rivista «Diritto Penale XXI Secolo (Europeo, Storico, Comparato)», sempre per le edizioni Cedam di Padova, da lui fondata nel 2002. È redattore della sezione «diritto penale» della rivista «Giurisprudenza Italiana», edizioni UTET Giuridica, Torino. È stato responsabile della rubrica «Diritto penale comparato» nella rivista «Diritto Penale e Processo» fino a quando fu diretta da Giovanni Conso. Oltre che del diritto penale italiano vigente e del diritto penale straniero e comparato, è specialista anche della storia del diritto penale nell’età delle codificazioni, sulla quale ha ridestato l’interesse nella nostra cultura giuridica. È socio effettivo dell'Accademia ligure di scienze e lettere, con sede in Genova, e fa parte del Comitato Scientifico di riviste giuridiche. Dal maggio 2002 al dicembre 2003, è stato vice Presidente della Commissione di studio per la redazione del nuovo codice penale istituita dal Ministro della Giustizia nel novembre 2001. Ha esercitato la professione forense per trentanove anni, dal 1964 al 2003, con specializzazione, oltre che nel diritto penale, anche in diritto amministrativo e nel diritto del lavoro. Prima di passare all’Università ed al libero foro ha diretto il Servizio Legale dell’ENEL - Ente Nazionale per l’Energia Elettrica nell’area del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Ha rivestito cariche pubbliche nella Città di Torino, quale Consigliere Comunale dal 1964 al 1975; vice Presidente dell’Ente Autonomo Teatro Regio dal 1968 al 1971; Assessore dal 1970 al 1973 e Presidente della Commissione Regionale di controllo sugli atti degli enti locali, Sezione di Torino fino al 1980. Per tali incarichi è stato nominato Amministratore onorario della Città di Torino. In seno alla Regione Piemonte ha presieduto la «Commissione consultiva regionale per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli enti locali e di referendum» dal 2000 al 2005. In gioventù ha svolto attività di volontariato in seno alle Conferenze di San Vincenzo ed alla Federazione Italiana Ex-allievi di Don Bosco, della quale è stato Consigliere Nazionale, e successivamente in seno al Rotary International, dove ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui quello di  Governatore del Distretto 2030 (Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) nell’anno rotariano 1999-2000, di Vice Presidente della Fondazione Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani con sede in Pisa nell’anno 1998-1999 e Presidente della stessa dal 1999 al 2005. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Commendatore al Merito Melitense del Sovrano Militare Ordine di Malta.

  INDICE DELL’OPERA - Al Lettore (S. V.) -, Un nuovo diritto penale all’alba del Novecento: il codice Zanardelli. Appunti di comparazione con il codice del 1859, di S. Vinciguerra (1. Il «codice dei trent’anni» e le sue novità principali - 2. La maggiore sinteticità rispetto al codice del 1859 - 3. La classificazione dei reati: A) L’abbandono della tripartizione - 4. segue: B) La definitiva collocazione delle contravvenzioni nel codice penale - 5. segue: C) La tipologia dei beni giuridici di categoria oggetto della tutela penale - 6. Il rinnovo del sistema sanzionatorio: A) La semplificazione - 7. segue: B) L’umanizzazione delle pene e l’abolizione della pena di morte - 8. Una parte generale più ricca e moderna - 9. La sopravvivenza - 10. Conclusioni) - Radici illuministiche del codice Zanardelli, di M. A. Cattaneo - Zanardelli: un codice positivista?, di E. Dezza - Imputabilità e prodromi delle misure di sicurezza nel codice penale del 1889, di A. Manna (1. La disciplina dell’imputabilità nel codice penale Zanardelli tra scuola classica e scuola positiva - 2. La genesi dell’art. 46 del codice penale e la nozione di infermità - 3. La coscienza e la libertà dei propri atti come requisiti dell’imputabilità - 4. Le conseguenze sanzionatorie della infermità totale di mente - 5. La disciplina della semi-infermità mentale e le relative conseguenze sanzionatorie - 6. L’ubriachezza e le sue diverse forme nella regolamentazione di cui all’art. 48 c.p. - 7. Conclusioni) - Il concorso di persone nel codice penale Zanardelli (1889), di P. Pittaro (1. Premessa: il concorso di persone nel reato - 2. Correità e complicità : A) L’art. 63 c.p. - 3. segue: B) L’art. 64 c.p. - 4. Le circostanze e le qualità personali: l’art. 65 c.p. - 5. Le circostanze materiali: l’art. 66 c.p. - 6. Gli scogli del modello differenziato - 7. Conclusioni) - La prevaricazione del «patrocinatore » nel codice Zanardelli, di C. Carcereri de Prati - Le disavventure di una formula Zanardelliana. Delitti di attentato e criteri di individuazione della fattispecie punibile nella codificazione penale unitaria (1889-1930), di R. Isotton (1. Introduzione: una locuzione esecranda - 2. Prologo in cielo: il codice Zanardelli - 3. Il Tribunale speciale - 4. Per concludere: la svolta del codice Rocco) - Tra due codici. I reati economici nel codice penale italiano del 1889, di R. Ferrante - L’incriminazione dell’incesto nel codice Zanardelli, di D. Brunelli (1. Premessa - 2. Cenni delle opinioni dei giuristi sulla incriminabilità dell’incesto - 3. Le codificazioni preunitarie - 4. L’archetipo - 5. Le vicende intermedie - 6. I «progetti Zanardelli» - 7. La «soluzione Zanardelli») - Il codice Zanardelli tra progettualità e pratica. La sua prima applicazione a Milano in materia di furto ovvero ... prove di una giustizia celerissima, di M. G. di Renzo Villata (1. Una premessa - 2. Il furto e una disciplina in fieri dal codice sardo al codice Zanardelli - 3. Il codice Zanardelli a confronto con la pratica. La sua prima applicazione a Milano in materia di furto ovvero ... prove di una giustizia celerissima) - Un nuovo processo penale dopo il codice Zanardelli: il codice del 1913 e le origini del «garantismo inquisitorio», di P. Ferrua (1. Due opinioni divergenti - 2. Il lungo iter preparatorio del c.p.p. 1913 e la progressiva involuzione del modello processuale - 3. Vecchi e nuovi pregiudizi in tema di contraddittorio - 4. L’intramontabile antitesi accusatorio/inquisitorio) - Codice penale per il Regno d’Italia