Iesus Puer |
Tommaso Ceva Iesus Puer Guanda , pagg.540, Euro 40,00
IL LIBRO - Apparso nel 1690, nel clima storico appena successivo alla liberazione di Vienna dall’assedio dei Turchi, il poema Iesus Puer del gesuita Tommaso Ceva fu accolto con entusiasmo in Italia come in Europa, dove fu tradotto in tedesco e in francese. Svalutato nel secolo successivo, per il pregiudizio antigesuitico degli uomini del Risorgimento, fu dimenticato nel Novecento e solo oggi, a oltre trecento anni di distanza, può trovare la giusta collocazione nel canone della nostra storia letteraria. Il Ceva costruisce la trama partendo dalla tesi, illustrata dal gesuita portoghese Sebastião Barradas, secondo cui Gesù, ancora bambino, manifestò agli abitanti di Nazareth la sua divinità; i meccanismi che ne determinano lo sviluppo sono ricavati dai Vangeli apocrifi, dalla letteratura agiografica, nonché dall’opera di Ireneo di Lione contro le eresie. Ma ben più significativa risulta la presenza di modelli rintracciabili negli autori latini (soprattutto, ma non solo, Virgilio, Ovidio, Stazio, Claudiano), neolatini (Battista Mantovano, Sannazaro, Vida, Mascardi, etc.) e italiani (come Tasso e Marino). Questa edizione indaga e ricostruisce, nel documentato commento di Felice Milani, la complessa tradizione letteraria che sta alla base del Iesus Puer e che il Ceva sottopone a una singolare rielaborazione fantastica, spesso intrecciando e incrociando riferimenti biblici e agiografici con spunti offerti dai classici. Lo stesso autore afferma che il poema, dai personaggi in parte illustri in parte umili che conducono l’azione, assume la natura di comico-eroico. I personaggi umili sono i contadini, le donne, le ragazze e i bambini di Nazareth e di Engaddi: ma dietro di loro noi intravediamo in realtà la gente della campagna milanese. E nella sensibilità popolare di Tommaso Ceva, che ne descrive i costumi, i gesti e i sentimenti, si affaccia, con l’anticipo di qualche anno, quella ricerca di realismo che sarà propria, dal teatro milanese del Maggi in poi, della nuova cultura lombarda.
DAL TESTO - "Che Gesù, ancora bambino, abbia manifestato a poco a poco la sua Divinità agli abitanti di Nazareth, suoi conterranei, è asserito da s. Atanasio (Orazione quarta contro gli Ariani), da Tito vescovo di Bostra, da Teodoreto, da s. Vincenzo e da altri [...]: i quali ritengono che a quell'età ci sia stata in anticipo si direbbe quasi un'aurora del Sole Divino. Questa rivelazione, la più bella di tutte, l'ho ritenuta degna di un poema epico. E ho disposto la cosa in modo tale che a questo fine il celeste Bambino fosse ricondotto in patria dall'Egitto; e quindi contro di lui il Diavolo di adoperasse con tutte le forze dapprima a prepararne la rovina con guerra aperta, e in seguito a spargere nebbie sulla Divinità sospettata; con esito tuttavia del tutto contrario. Da questo momento infatti gli abitanti di Nazareth, dopo molte sofferenze, smascherati gli inganni, riconoscono finalmente come Dio il Bambino Divino, per il quale erano ormai a lungo tenuti in sospeso dall'amore, dall'ammirazione e dagli oracoli".
L'AUTORE - Tommaso Ceva (Milano, 20 dicembre 1648 – Milano, 3 febbraio 1737) è stato un gesuita, matematico e poeta italiano. Fratello del più celebre Giovanni Ceva, fu professore di matematica e retorica presso il collegio di Brera, a Milano. Scrisse il poema latino Iesus puer, tradotto in diverse lingue, e fu membro dell'Accademia dell'Arcadia dal 1718. In ambito matematico si occupò di aritmetica, geometria e gravità, pubblicando gli Opuscola mathematica (1699), ed elaborò uno strumento per dividere l'angolo retto in un dato numero di parti uguali tra loro.
INDICE DELL'OPERA - Introduzione - Nota biobibliografica - IESUS PUER - Nota al testo - Indice dei nomi |