Un parà in Congo e Yemen 1965-1969 |
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Robert Muller - Ippolito Edmondo Ferrario
DAL TESTO – "Tornai al presente. Freddo, umido e stanchezza. Eravamo obbligati a respirare con la bocca sotto la giacca perché altrimenti si sarebbe potuto vedere il nostro fiato. Aspettavamo immobili. Nel cuore della notte si sentirono raffiche di FAL e di AK47. La collina sulla quale si erano avventurati i nostri quattro compagni era alle nostre spalle. Girandoci la vedemmo nitidamente e con essa lampi e scoppi di mitragliatori. I nostri amici avevano incrociato una pattuglia di ribelli mentre noi eravamo in attesa di riceverli quando avrebbero cercato di passare il fiume. Sperammo che giungessero da queste parti. Sulla collina il combattimento continuò ancora con scoppi di bombe a mano. Mi augurai che Nony non giocasse a fare l'eroe. Albeggiò e lo scontro a fuoco parve concluso. In teoria i ribelli sarebbero passati proprio dove eravamo noi, come avevano sempre fatto. Aspettammo, le dita sul grilletto e tutti i sensi tesi come corde di violino. Era ormai giorno pieno, ma non si vide nessuno. Luce, calore, l'alba africana, il sorgere del sole, la savana, gli animali attorno a noi che si svegliavano. In fondo la vita è bella e vale la pena di essere vissuta. Mi vennero in mente le parole del sergente Seren Rosso quando eravamo in postazione la vigilia di Natale: «Robert, non è importante la lunghezza della vita, è importante come questa lunghezza viene vissuta»." GLI AUTORI – Robert Muller (Milano, 1942), paracadutista, ha vissuto a lungo in Sudafrica e attualmente risiede in Francia. INDICE DELL'OPERA - Nota dell'Autore - Capitolo Primo. Milano 1942-1965 - Capitolo Secondo. Congo 1965-1966 - Capitolo Terzo. Yemen 1968-1969 - Epilogo - Notizie storiche |