Cento anni di jazz a Modena |
Roberto Franchini
IL LIBRO – Musica per ballare e per divertirsi, musica da ascoltare, musica per pensare e per sognare. Nel corso dei decenni, il jazz è stato tutto questo e molto altro. Questa è la prima storia del jazz a Modena, arricchita da immagini inedite o poco viste. In questo libro, si racconta di famose star americane e di misconosciuti musicisti italiani, di grandi orchestre e di solisti popolari, di Louis Armstrong e di Gerry Mulligan, di Chet Baker e Gil Evans, di Steve Lacy e di Ornette Coleman, raggiunto sul palco del teatro Comunale da Patti Smith. Si parla di teatri e di locali, di festival fortunati e di rassegne squattrinate, di molti concerti e di platee a volte semideserte. E si racconta di come il jazz non divenne la musica dei giovani perché velocemente sorpassato dal nascente rock and roll. DAL TESTO – "Dal punto di vista musicale né la guerra né il Regime riuscirono cancellare del tutto la musica, il varietà, i ritmi moderni, il jazz o il quasi jazz che artisti e orchestre ancora portavano in giro per i teatri. In questo periodo, decisamente poco o nulla sappiamo delle sale da ballo e dei ritrovi popolari, come se fossero spariti o chiusi. Per una delle sale storiche di città, il famoso Tersicore, che aveva ospitato danze indiavolate a ritmo di jazz, venne il tempo del più triste declino: nel 1942 venne trasformata in una scuola di avviamento al lavoro per giovani. Quanto ai musicisti, alcuni nomi tornano con una certa regolarità: Semprini e la sua orchestra godono di una stima ampia, la stessa che anticipa e segue i concerti del giovanissimo Luciano Sangiorgi, spesso associato a Semprini per lo stile che univa il senso del ritmo a un tocco elegante, quasi da musica classica. Sullo sfondo, il conflitto silenzioso, ma non troppo, tra la musica autarchica e i ritmi moderni, senza i quali ogni spettacolo e ogni manifestazione correvano il rischio di annoiare gli spettatori. Il 5 luglio 1941 lo spettacolo per i feriti di guerra all'ospedale San Paolo fu animata da un'orchestra "diretta magistralmente dal maestro Nando Casarini", come scrisse la Gazzetta dell'Emilia. Il 13 agosto dello stesso anno la recita della Filodrammatica del Dopolavoro Aziendale "Maserati" venne sorretta da "una vivace orchestrina che si è prodotta in un moderno repertorio di canzoni". Certo, tutto questo non era jazz, ma non erano nemmeno con cori patriottici o solisti di opera lirica." L'AUTORE – Roberto Franchini, modenese, 63 anni, è giornalista professionista ed esperto di comunicazione. Laureato in Storia Moderna, è autore di numerosi saggi culturali e storici. Dal 1998 è Presidente della Fondazione Collegio san Carlo di Modena. Tra gli ultimi volumi pubblicati: "L'ombra della torre. Guida letteraria ai luoghi comuni della città di Modena", Franco Cosimo Panini, 2011; "Il secolo dell'orso", Bompiani, 2013; "C'era una volta il Palazzo Ducale di Modena", Artestampa, 2014. INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Perché scrivere una storia del jazz a Modena? E, soprattutto, come uscirne vivo? - Capitolo 1. Una città per ballare: il jazz tra le due guerre (Da Gorni Kramer a 44 gatti: vita, tournée e canzoni di Pippo Casarini) - Capitolo 2. Si balla, finalmente, dopo anni di lacrime e lutti (Viva il jazz, abbasso il jazz: 1946, dibattito sul futuro della cultura) - Capitolo 3. I ruggenti anni Cinquanta, da Louis Armstrong a Chet Baker (Da New Orleans a Modena il vero blues secondo Mezz Mezzrow - La grande truffa del rock and roll, ovvero perché i giovani non scelsero il jazz) - Capitolo 4. Il jazz negli anni Sessanta, ovvero il convitato di pietra (Il primo esempio di jazz poetry è firmato da Guglielmo Zucconi - Tra Sanremo e il Papa, la tappa modenese di Louis Armstrong - Un quarto di vita di Giorgio Gaslini, l'opera totale tra jazz, folk e beat) - Capitolo 5. Gli anni Settanta: la discesa ardita e la risalita (Earle Arthur Howard (detto Nappy): un americano a Modena – Improvvisati improvvisatori e spiritosi musicisti sotto alcool) - Capitolo 6. Confusi, dinamici, contraddittori Anni Ottanta tutti da ascoltare - Capitolo 7. Uno, nessuno e centomila: il jazz negli anni Novanta - Il jazz fa risuonare il mondo sulle tavole del teatro comunale - Il festival jazz in'it a Vignola, un progetto di valore nazionale - I venticinque anni del Modena Jazz Club - Tutte le strade del jazz si incontrano al crossroads - vita, morte e miracoli del baluardo del jazz - camminando in appennino su "le vie del suono" - È stato bello ma breve, cronaca di concerti in provincia - Ballando con le stelle: come si danza il jazz - ...e in principio fu... la New Emily Jazz Orchestra - Piccolo dizionario tascabile (improvvisato, con variazioni) - Bibliografia - Sitografia - Ringraziamenti - Indice dei nomi |