a cura di Ida G. Rao, Paolo Viti, Raffaella M. Zaccaria
I processi di Girolamo Savonarola (1498)
SISMEL – Edizioni del Galluzzo, pagg. CXIX-211 + 4 tavv. f. t., € 20,50
IL LIBRO – La comprensione e l'interpretazione dei testi dei processi a cui, prima della morte, fu sottoposto Girolamo Savonarola - e con lui, separatamente, anche Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi - sono state condizionate dall'edizione procuratane nel 1861 da Pasquale Villari, che credette anche di poter distinguere, all'interno degli atti, le parti "vere" da quelle "false". Col libro del Villari si è aperta una lunga tradizione "piagnona" che ne ha accettato, nella sostanza, impostazione e conclusioni senza provvedere ad ulteriori verifiche documentarie e soprattutto testuali. Se il Villari aveva, a suo modo, indicato e individuato le falsificazioni e le manipolazioni secondo lui operate - ma non dimostrate - dagli inquisitori antisavonaroliani, gli studiosi successivi, da Josef Schnitzer a Roberto Ridolfi e fino ai più recenti - ne hanno tacitamente accolto le conclusioni. La biografia del Savonarola del Ridolfi, per esempio, recepisce in pieno la convizione del Villari di un Savonarola condannato in seguito a una voluta e strumentale alterazione del processo. La presente edizione dei tre Processi presenta un'enorme distanza filologica (ed esiti profondamente divergenti) rispetto a quella del Villari - di fatto l'unica fin qui in uso - e si basa su rigorosi criteri scientifici, che fanno luce sulla complessa e singolare modalità di trasmissione del testo e affrontano la spinosa questione delle interpolazioni e manomissioni che, fin dal momento in cui i fatti si svolsero, furono attribuite ai notai intervenuti contro il Savonarola per favorirne e giustificarne la condanna. Il volume è corredato, oltre che da un'ampia introduzione, da un commento analitico del testo, che dà notizia dei vari avvenimenti citati e dei personaggi di volta in voltà chiamati in causa a favore o contro il frate, nonché da una serie di indici (dei manoscritti e delle stampe, dei nomi di persona e delle fonti savonaroliane) che ne agevola la consultazione.
DAL TESTO – "Il mio fine fu, in principio, perché e costumi della corte mi dispiacevano, poi lo sdegnio che havevo della scomunicha, et brievi fatti contro di me mi excitorno a fare più presto e tormi via questi ostaculi dagli ochi, et ancora v'eron le cause della gloria delle quali di sopra ho fatto mentione. Chi sapessi questa cosa del Concilio et delle dette lettere, o con chi io l'habbi trattate, dicho che di frati lo sapeva fra Silvestro et fra Domenicho' et fra Nicolò da Milano; de' cittadini che lo sapevano tutti e sopradetti, che scrissono le dette lettere, et Girolamo Benivieni. Ma con nessuno mai la consultai o praticai né etiam da alcuno ne sono stato excitato. "Tutto che io ho fatto - o disegnio di fare - come di sopra l'ho detto, per essere sempre famoso nel presente et nel futuro, et per havere tale credito nella città di Firenze, che tutte le cose di grande importanza non si facessi senza la mia voluntà. Et poi che io fussi stato stabilito in Firenze a questo modo, havevo animo di fare cose grande in Italia et fuori d'Italia per forza de' signiori, co' quali harei contratto amicizia et trattato cose grandi, come questa del Concilio. Et secondo che le cose fussino passate, haremo pensate dell'altre, et maxime havendo intentione di excitare li principi cristiani et precipualmente quelli fuori d'Italia, doppo il Concilio, a subiugare l'infedeli. "Di farmi cardinale o papa non lo pensai mai perché, quando havessi condotto questa opera, mi parrebbe essere stato più che cardinale o papa perché, conducendo questa opera senza essere papa, sarei stato d'autorità et reverentia, il primo huomo del mondo. Et quando fussi stato fatto papa non l'harei recusato, benché mi paressi maggior cosa essere capo di detta opera che essere papa, perché uno huomo senza virtù può essere papa, ma a tale opera si richiede huomo di excellente virtù."
INDICE DELL'OPERA - Premessa - Tavola delle abbreviazioni - Introduzione - I. "Noi abbiamo detto la tua verità" (1. "Signore liberaci da ogni male" - 2. "Io andrò in questo fuoco per gloria tua, Signore" - 3. "Tu mi vuoi fare a tua similitudine") - II. "La verità è questa" (1. "Et perché io sono stato dimandato" - 2. "Quanto allo intento mio et fine..." - 3. "Circha di non ubidire al papa..."" – III. La memoria del processo (1. Placido Cinozzi - 2. Simone Filipepi - 3. Benedetto Luschino - 4. Giovanfrancesco Pico della Mirandola - 5. PS.-Pacifico Burlamacchi - 6. Lorenzo Violi) - IV. La trasmissione del testo (1. La tradizione manoscritta – 2. La tradizione a stampa) – V. Criteri di edizione - Testo (I. Primo processo - II. Secondo processo - III. Terzo processo) - Commento (I. Commento al primo processo - II. Commento al secondo processo - III. Commento al terzo processo) - Tavole - Indici (Indice delle fonti manoscritte - Indice dei nomi di persona e di località) |